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MONICA VITTI: L’ATTRICE DAI MILLE VOLTI

“Nella mia vita non sono mancate le lacrime: lacrime copiose e liberatrici, lacrime di tristezza, di sconforto, di solitudine, di stanchezza. Si, ho riso e pianto molto.”

Monica Vitti è senza dubbio una delle più famose attrici del cinema italiano. La sua caratteristica voce roca e sgranata che all’inizio del cammino cinematografico sembrò un limite invalicabile, ma che poi si rivelò una peculiarità inconfondibile, l’ha accompagnata in oltre quarant’anni di straordinaria carriera per il grande schermo. Una donna straordinaria, una grande interprete che ha saputo tenere insieme le due anime, troppo spesso in contrasto, del nostro cinema, quella dell’impegno e quella dell’ironia.

Monica Vitti, all’anagrafe Maria Luisa Ceciarelli, nasce a Roma il 3 novembre 1931 da madre bolognese e padre romano. I primi otto anni li trascorre in Sicilia, a Messina, dove il padre lavorava come Ispettore del Commercio Estero. E’ proprio in questo periodo, nella città dello Stretto di Sicilia, che le viene assegnato dai familiari il soprannome “setti vistìni”, per via della sua freddolosità che la portava a indossare i vestiti l’uno sull’altro. “Sette sottane”, traduzione del nomignolo infantile, diventò il titolo del suo primo libro autobiografico, pubblicato nel 1993 da Sperling&Kupfer, seguito poi da “Il letto è una rosa” (Mondadori, 1995). Durante il periodo buio della guerra, si divertiva con gli amici e i fratelli a giocare con i burattini, scoprendo quella passione per il teatro che la portò a debuttare a soli quattordici anni, ne La nemica di Dario Niccodemi, interpretando una madre di 45 anni che perde un figlio in guerra.

Nel 1953 si diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica all’epoca diretta da Silvio D’Amico e intraprende quella che sarà una piccola e breve parentesi teatrale. Particolarmente significativa è la collaborazione con il maestro Sergio Tofano che le suggerisce di scegliere un nome più artistico. Decide di farsi chiamare così Monica Vitti: Monica, nome che aveva appena letto in un libro e Vitti che deriva dal cognome della madre (Vittiglia), alla quale fu molto legata e che perse in giovane età.

Fu il regista ferrarese, Michelangelo Antonioni, a notarla e portarla sul grande schermo nella sua celebre trilogia dell’incomunicabilità composta da tre film in bianco e nero L’avventura (1960), La notte (1961), L’eclisse (1962), e in Deserto rosso (1964, Leone d’oro al miglior film alla Mostra di Venezia) . Antonioni diventerà il suo compagno di cinema e di vita nel corso di una relazione durata circa quattro anni.

Nella seconda metà degli anni Sessanta, Monica Vitti passa al genere della commedia dimostrando la sua verve di attrice comica e la sua potenza recitativa, non solo come incarnazione delle inquietudini e del disagio. E’ ne La ragazza con la pistola (1968) di Mario Monicelli, Amore mio aiutami (1969) di Alberto Sordi, Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca (1970) di Ettore Scola.

Una carriera lunga e i riconoscimenti non tardano ad arrivare: vince tre Nastri d’argento e cinque David di Donatello – non abbandona mai il teatro: nel 1986 calca le scene nella pièce La strana coppia diretta da Franca Valeri.

Tra ironia e comicità incarna vari tipi di donne: popolane, borghesi, emancipate o sottomesse, semplici o complicate, mogli fedeli o traditrici, amanti, donne in cerca di libertà e indipendenza.

Anche i registi stranieri non se la lasciano sfuggire: Joseph Losey la dirige in Modesty Blaise, la bellissima che uccide (1969), Miklos Jancso ne La pacifista (1970) e Louis Buñuel ne Il fantasma della libertà (1974).

Un periodo intenso cui seguiranno, negli anni Ottanta, apparizioni sempre più sporadiche, interpretando i film diretti dal compagno Roberto Russo: Flirt (1983) e Francesca è mia (1986).

Nel 1990 debutta dietro la macchina da presa con il film Scandalo Segreto che le fa vincere il Globo d’oro come regista e come interprete. Nel 1995 le viene assegnato il Leone d’Oro alla 52esima edizione del Festival del Cinema di Venezia.

L’ultima apparizione la vede alla alla prima teatrale del musical di Riccardo Cocciante “Notre Dame de Paris”. Da allora Monica Vitti sceglie di non mostrarsi più al pubblico, anche a causa della dolorosa malattia degenerativa che l’ha colpita. Attualmente Monica Vitti vive nella sua casa romana accudita dal marito Roberto Russo e da una badante.

 

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