Era il 6 Novembre 2010 quando ai primi raggi del sole, Pompei subì una delle sue più grandi perdite archeologiche: il crollo della schola armaturaum, conosciuta meglio come la storica palestra dei gladiatori.
Era la palestra dove si allenavano i gladiatori e risaliva agli ultimi anni di vita di Pompei, prima che l’eruzione del 79 d.C. distruggesse la città.
Gli esperti dichiararono che la causa del crollo furono le infiltrazioni d’acqua prodotte dalle abbondanti piogge verificatesi nei giorni prima della tragica perdita storica. L’acqua, raccoltasi in un terrapieno alle spalle dell’armeria di via dell’Abbondanza, avrebbe fatto pressione fino al definitivo collasso della struttura.
I tecnici della Soprintendenza descrissero la scena come uno spettacolo desolante e senza precedenti.
Lì dove un tempo sorgeva la società di ginnastica e di sport dell’aristocrazia pompeiana, ovvero, il Collegium Juventutus Pompeianae, non rimanevano che macerie occultatrici dell’emblema del vigore e della forza degli antichi gladiatori romani.
Ma questo episodio fu il campanello d’allarme sulla precarietà di una delle aree archeologiche più visitate del mondo. Infatti, non molto tempo dopo, si verificarono altri crolli come quella alle domus. Le notizie di quest’ultime fecero il giro del mondo attraverso i media internazionali, ispirando soprattutto la nascita di un movimento d’opinione in difesa dell’antico sito romano.
Ma a distanza di quasi 10 anni dal crollo della palestra dei gladiatori, Pompei ci regala ancora emozioni con nuove scoperte strabilianti.
Nella camera da letto di una domus di Via del Vesuvio, forse appartenuta a un ricco commerciante, è stato ritrovato poco più di un anno fa uno straordinario affresco raffigurante Leda, la bellissima regina di Sparta, mentre viene ingravidata da Giove, il padre degli Dei che, per possederla prende le sembianze di un cigno.
Dopo lo splendido quadretto di Leda e il cigno , ecco affiorare un nuovo e recentissimo affresco scoperto da poco più di un mese: una scena di lotta tra i due gladiatori.
Molto probabilmente, secondo gli archeologi, l’ambiente stesso era frequentato da gladiatori, forse una bottega con un piano superiore destinato ad alloggio dei proprietari o a incontri furtivi per i soldati.
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