Sguardo tenebroso e sfuggente, affascinante come pochi hanno saputo essere, prima e dopo di lui, l’attore francese Alain Delon è nato a Sceaux, vicino Parigi, l’8 novembre 1935.
A caratterizzarlo sin dall’infanzia è la sua indole ribelle, tanto che viene regolarmente espulso da tutte le scuole che frequenta.
Dopo aver fatto il cameriere, il commesso e il facchino, a 17 anni si arruola come paracadutista nel corpo di spedizione francese in Indocina.
Torna in Francia nel 1956, e l’anno successivo debutta al cinema con il giallo Godot, di Yves Allegret. Nel 1960 Luchino Visconti lo sceglie per il ruolo del protagonista in Rocco e i suoi fratelli che lo rende celebre in tutto il mondo.
Negli anni successivi lavora frequentemente in Italia con i registi più importanti, tra cui Michelangelo Antonioni, ed è interprete di opere fondamentali come Il Gattopardo, ancora con Visconti, imponendosi come attore dal fascino straordinario.
Bellissimo e consapevole del suo fascino, una volta diventato famoso può avere ciò che vuole. E se lo prende. Soprattutto le donne che lo adorano. Ma oggi che vive il presente rivolto al passato, sembra aver azzerato ogni ricordo e parla con commozione solo di Romy Schneider, il grande amore della sua vita.
In diverse occasioni ha dichiarato di volersi ritirare dalla scena pubblica, pur concedendosi qualche eccezione. Durante il Festival del Cinema di Berlino del 1995 gli viene attribuito l’Orso d’oro alla carriera.
Durante il 72esimo Festival di Cannes ha ritirato la Palma d’Oro alla carriera, l’icona del cinema francese ha affermato, ai microfoni, durante il suo discorso di ringraziamento «Penso a questo come alla fine della mia carriera, alla fine della mia vita».
Pur essendo protagonista di oltre ottanta pellicole di successo, parla spesso di solitudine e rilascia interviste molto malinconiche.
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