Giorgio de Chirico fu un pioniere nella rinascita del classicismo che fiorì a livello europeo negli anni ’20.
Nativo di Volos, in Grecia, viene ricordato come l’ideatore e il maggiore rappresentante della pittura metafisica. Il suo interesse per l’arte fu incoraggiato dalle sue esperienze infantili e dall’ambiente culturale circostante, cresciuto in Grecia da genitori italiani.
Negli anni ’10 viveva a Parigi, la nostalgia del passato lo avrebbe portato a creare delle immagini misteriose e di ispirazione classica per le quali è diventato famoso. Nella capitale francese fa la conoscenza di Picasso e stringe amicizia con i poeti Paul Valéry e Guillaume Apollinaire. È in questo periodo che dà vita ad una delle serie di quadri più note: quella delle “piazze metafisiche”.
Il periodo clou della sua attività artistica si ebbe tra il 1909 e il 1919, quando gettò le basi per quella che venne in seguito definita pittura metafisica. Piazze vuote, manichini senza volto, colonne e busti di marmo: vestigia di un passato arcaico che riaffiora nell’universo onirico dello spettatore. Le opere di Giorgio de Chirico sono attimi rubati a un sogno, catturati e trasposti sulla tela, come testimonianze di un inconscio che si confessa in un quadro.
La pittura metafisica porrà le basi per la nascita del surrealismo, corrente artistica che privilegerà la rappresentazione dell’io interiore dell’artista a discapito della fedeltà realistica.
Nel secondo dopoguerra De Chirico avvierà quella che è conosciuta come fase barocca, con opere che ritraggono nature morte, soggetti storici mitologici e autoritratti come il famoso Autoritratto con corazza.
De Chirico si spense a Roma il 20 novembre del 1978, a seguito di una lunga malattia. I suoi resti riposano in una cappella della chiesa di San Francesco a Ripa.
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