Pensateci bene, quando acquistiamo per noi stessi o per gli altri, le nostre scelte quanto ricadono su qualcosa frutto di pura creatività e quanto, invece, su modelli rassicuranti, figli di attente e appurate strategie di marketing con un DNA che vanta la fama che solo un brand chiacchierato può vantare?
Il natale è alle porte, le domande che ci assalgono sono più o meno le stesse di sempre.
Quali saranno le decorazioni in voga quest’anno? Meglio mantenersi sul classico o ispirarsi alle scelte stilistiche del momento? Meglio un Pandora o quel gioiello fatto a mano in resina e ottone? Siamo sicuri che sceglieremmo l’originalità al posto dei modelli rassicuranti propinati dalle nostre società industrializzate?
Tra televisione, spot pubblicitari e social network, cresce sempre più il desiderio di omologazione; si corre a fare branco, un branco ideologico, politico, sociale, religioso, medico, economico e sportivo che ci modella a sua immagine affogando la nostra individualità con il nostro pieno consenso.
Le tradizioni, il folklore, la fantasia, una volta davano vita a poesie, fiabe, filastrocche e si poteva disporre di una vasta conoscenza.
La cultura era l’insieme del sapere delle varie classi sociali, non veniva imposta dall’alto, ma trasmessa e insegnata da uomo a uomo. Oggi, invece, ci troviamo di fronte ad un processo di colonizzazione dell’immaginario che nell’insieme delle sue differenze era una delle forze dell’umanità, e che ora viene uniformato, omologato, omogeneizzato.
Una
“generica cultura planetaria che vorrebbe mangiare cinese, parlare inglese, vestire italiano e pensare americano”
come la definirebbe Pasolini.
Un esempio lampante della pseudo-cultura di massa.
La prima riflessione che potrebbe sorgere dopo aver ragionato su questi contenuti è inquietante: che ne sarà della società del futuro quando anche la residuale cultura di nicchia, come molti sono soliti denominare, sarà scomparsa insieme a quella generazione che oggi ancora la produce e la difende?
Edoardo Boncinelli, uno dei più grandi genetisti italiani e autore di opere come Il cervello, la mente e l’anima. Le straordinarie scoperte sull’intelligenza umana o Chi prende le mie decisioni?, diceva:
Il conformismo c’è sempre stato. Solo che oggi si traveste fastidiosamente da anticonformismo.
E tu, da cosa sei travestito?
In questo XLVIII numero di Metis Magazine abbiamo voluto affrontare l’affascinante tema della creatività che da sempre si contrappone all’omologazione, in un mese, poi, dedito completamente al consumismo globale che preannuncia il natale.
Lo abbiamo fatto trattando l’argomento a 360°, con i nostri articoli di approfondimento, le interviste esclusive e le immancabili rubriche.
Come sempre, senza alcuna pretesa di esser stati esaustivi ma solo con l’intento di darvi alcuni spunti di riflessioni, vi invitiamo a non perdervi questo originale numero di Dicembre.
Buona lettura
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