Il termine “work-life balance” è un concetto ampio che indica la capacità di bilanciare in modo equilibrato il lavoro (inteso come carriera e ambizione professionale) e la vita privata (famiglia, svago, divertimento). Con questo significato il termine è stato usato per la prima volta in Gran Bretagna alla fine degli anni Settanta. Negli ultimi anni, come risultato dello sviluppo tecnologico, c’è stata una trasformazione dei luoghi di lavoro. Grazie a e-mail e smartphone, i dipendenti hanno sempre maggiore facilità a stare in contatto con il lavoro o addirittura a svolgerlo al di fuori del tradizionale ufficio. Il che offre molti vantaggi ma espone anche a qualche rischio di compromettere, senza l’approccio giusto o i dovuti accorgimenti, proprio il work-life balance.
Riuscire a conciliare vita lavorativa e vita privata è molto più difficile di quello che sembra. Spesso non si crea corrispondenza tra questi due ambiti, con il rischio che il lavoro si intrometta nella vita privata e/o viceversa.
Questo può far sentire oberati di impegni e non in grado di portare a termine tutti gli obiettivi prefissati per la giornata o per la settimana. Tutto questo può generare ansia legata alla perdita di controllo e momenti di stress e tensione, oltre alla sensazione negativa di non avere mai abbastanza tempo per fare tutte le cose che desideriamo.
In cosa consiste il work-life balance?
Non è altro che l’insieme degli strumenti volti a fornire ai lavoratori indicazioni relative alla gestione del tempo libero, consentendo di vivere in un ambiente di lavoro gradevole.
Detto in altre parole, è il modo in cui l’azienda riesce a tenersi stretti i suoi collaboratori, facendo in modo che il loro sguardo non si posi su altre offerte occupazionali più vantaggiose.
Uno degli aspetti significativi del work-life balance è la quantità di tempo che si passa sul luogo di lavoro. Un orario lavorativo non commisurato alla quantità di tempo libero, può compromettere la salute innalzando i livelli di stress. La quantità e la qualità del tempo libero è un fattore che incide sul benessere complessivo delle persone.
Nonostante in Italia si combatta ancora per la salvaguardia del posto di lavoro, e per un sistema legislativo che poco supporta e tutela il lavoratore, affrontare il tema del work-life balance risulta tuttavia indispensabile per il benessere del lavoratore.
Nelle aziende italiane è radicata e diffusa la concezione secondo cui conta maggiormente il tempo trascorso sul luogo di lavoro, rispetto alla qualità del lavoro stesso. La conseguenza di queste consuetudini aziendali porta a valutare l’operato del lavoratore facendo riferimento alla quantità di ore trascorse nella postazione lavorativa, non tenendo conto degli obiettivi raggiunti o dell’effettiva qualità della performance.
Queste dinamiche lavorative tendono a sfociare nel presenzialismo sul luogo di lavoro, che produce impiegati stressati e stanchi, in perenne competizione con i colleghi, ma che non producono volumi d’affari vantaggiosi per l’azienda poiché lavorano in affanno.
Quali sono gli strumenti del work-life balance?
Introdotto intorno agli anni ’70 dalle politiche aziendali americane, volte ad una maggiore attenzione al benessere globale del lavoratore, il work-life balance prevede la gestione dell’orario di lavoro come l’introduzione delle forme di contratto part-time e una maggiore elasticità nell’orario di lavoro.
Si sono, altresì, diffuse forme di lavoro alternativo che prevedono la possibilità di operare da casa o in uno spazio attrezzato con tutte le strumentazioni necessarie per poter svolgere la propria attività e raggiungere gli obiettivi prefissati.
L’inserimento di facilitazioni come: la mensa aziendale, l’asilo per i lavoratori con figli, la palestra o il servizio lavanderia, contribuiscono al raggiungimento di una buona soddisfazione complessiva. Anche le consulenze specialistiche, come supporto psicologico, indicazioni finanziarie, l’assistenza sanitaria o i generali sussidi familiari, permettono di raggiungere un buon work-life balance.
In generale un buon livello di work-life balance è un indicatore del benessere globale di una comunità, e dovrebbe rappresentare la consuetudine e non solo un modello virtuoso a cui tendere.
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