Il 16 dicembre 1775 nasce a Steventon, nell’Hampshire, Jane Austen, una delle scrittrici di narrativa più vitali della Letteratura anglosassone.
I suoi sei romanzi (L’abbazia di Northanger, Emma, Mansfield Park, Orgoglio e pregiudizio, Persuasione e Ragione e sentimento) non solo tuttora serbatoio d’ispirazione per rivisitazioni letterarie e continui riadattamenti cinematografici ma fonti inesauribili per studi critici e nascite di club di amatoriali lettori da salotto.
Sulla biografia di Jane le informazioni sono sporadiche e spesso lacunose: penultima di otto figli del pastore anglicano George Austen, cresce fino al suo venticinquesimo compleanno in ambiente vivace e culturalmente stimolante, proprio grazie al padre che si occupa personalmente della sua educazione, dallo studio della lingua francese alla scoperta dei romanzi gotici.

Becoming Jane, biopic di Julian Jarrold (Copyright immagine)
Nell’Hampshire i giorni trascorrono lieti, fra incursioni negli amatissimi boschi e letture voraci, ma quando George impone alla sua famiglia un trasferimento forzato nella caotica Bath, Jane è così sconvolta che nelle settimane successive diventa quasi afasica.
Per qualche tempo gli Austen vivono in una casa che affaccia su una bella piazza alberata, fino a quando presto sono costretti a trasferirsi in un’abitazione diroccata e insalubre che porterà repentinamente il capofamiglia alla malattia e subito dopo alla morte.
Rimaste sole, una vedova e due nubili non più giovanissime, le Austen si spostano a Southampaton, un città portuale sporca e malfamata dove Jane è costretta a pubblicare i suoi primi romanzi per sbancare il lunario familiare con le poche sterline delle vendite (ché di diritti d’autore, nel periodo vittoriano, di certo non se ne parla).
Ed è proprio quando i suoi libri, pubblicati anonimamente con lo pseudonimo “A Lady” o “by the author of Sense and Sensibility“, stanno iniziando a diventare dei best-seller che Jane si ammala gravemente (forse della malattia di Addison) e muore, ad appena 41 anni.

Ragione e sentimento, film di Ang Lee tratto dall’omonimo romanzo della Austen (Copyright immagine)
Nonostante la sua vita resti per lo più un mistero, molte sono le testimonianze che la dipingono come una donna dall’ironia salace, una giocherellona (è, ad esempio, una birraia casalinga esperta) e, soprattutto, una femminista ante litteram che rifiuta, ad esempio, numerose proposte di matrimonio (come quella di Thomas Lefroy o Lyme Regis, secondo la sorella Cassandra) in nome della propria autonomia e libertà d’azione.
Come scrittrice, Jane Austen ha scrutato meticolosamente la realtà di cui faceva parte insieme alla natura dei comportamenti umani con lo scopo di comprenderli a fondo, uno studio quasi empiristico che vede riflessi nei contenuti romantici tratti tipici dell’Illuminismo inglese, come la lotta ai pregiudizi e la cauta analisi degli eventi per evitare di cadere in errore.
Chi la colloca nella categoria dei romanzi rosa o d’appendice si è probabilmente soffermato fugacemente sulla sua opera: il finissimo studio psicologico dei personaggi, lo scardinamento dei preconcetti sociali con pennellate di anticonformistico sarcasmo ed uno stile elegante e mai vezzoso rendono inderogabilmente Jane Austen un’immortale della penna.

Orgoglio e pregiudizio, film di Robert Z. Leonard tratto dall’omonimo romanzo della Austen (Copyright immagine)
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