Volete conoscere alcune delle curiosità sul Natale?
È ormai giunta la festa più attesa dell’anno, tra pandori, panettoni, presepi e alberelli, oggi festeggiamo il Natale 2019. Come ogni anno ci ritroviamo a dover fare i conti con religiosità, propria della festa, e il consumismo che dilaga sempre di più. Ma, se da un lato molti di noi riscoprono sempre di più la vera essenza della festa grazie anche alle curiosità sul Natale, la condivisione che la festa ci induce a realizzare, la bontà d’animo e la generosità, altri ancora non vogliono saperne di dedicarsi agli altri durante questa festa così simbolica.
Forse, per riscoprire un po’ di sano spirito natalizio dovremmo spolverare le origini di questa festa, esplorandole attraverso quattro magiche curiosità sul Natale che forse non conoscete.
Jingle Bells non è una canzone di Natale
Ebbene si, la canzone che tutti noi associamo alle feste natalizie, in realtà, non è una canzone di Natale. Jingle Bells è stata infatti scritta nel 1857 da James Lord Pierpont e nella prima pubblicazione riportava il titolo One Horse Open Sleigh. Jingle Bells fu scritta e composta per un’altra festa americana che si celebra qualche settimana prima di Natale, la festa del Ringraziamento, e voleva commemorare le gare di slitta Medford. Inoltre, Jingle Bells è stata la prima canzone ad essere trasmessa dallo spazio nel 1965 da due astronauti.
Cosa si festeggia esattamente? La più importante curiosità sul Natale.
Con ogni probabilità la ricorrenza della nascita di Gesù non è da far risalire al 25 Dicembre ma piuttosto in primavera. Nella Bibbia non ci sono attestazioni che rimandano alla data esatta della nascita di Gesù, per questo motivo si è fatto coincidere l’avvenimento con una delle feste più importanti dell’antichità pagana. Il periodo che va dal 21 al 25 Dicembre, che coincide in qualche modo con il solstizio d’inverno, era protagonista di diverse feste pagane, feste simili in culture diverse. Nel mondo latino in questo periodo si festeggiavano i Saturnalia, festa che celebrava il dio Saturno per il raccolto e ci si divertiva a suon di gioco d’azzardo e baccanali. Questa festa in onore di Saturno, dio delle semine e delle “età dell’oro”, era caratterizzata da sontuosi banchetti cui partecipavano servi e padroni. Nacque così la consuetudine di scambiarsi doni come gesto di eguaglianza sociale. Da qui la trasposizione cristiana nel IV° secolo dopo Cristo.
Nel Nord Europa, invece, durante il solstizio d’inverno, prima dell’avvento del cristianesimo, si celebrava la nascita del Dio Yule. Nelle lingue scandinave, il termine Jul (danese e svedese) o Jól (islandese, faroese, e Jol in norvegese) ha entrambi i significati di “Yule” e di “Natale”, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche per indicare il Natale (in finlandese Joulu), sebbene tali lingue non siano di ceppo germanico. A queste due feste, poi, si fanno risalire i simboli propri del nostro Natale come l’Albero di Natale addobbato, un tempo, con spicchi d’Arancia e il vischio (potete leggere dell’origine dell’albero di Natale a questo link).
Babbo Natale non è proprio il simbolo della festa
Come molti di voi sapranno, Babbo Natale non è davvero il simbolo di questa festa che, in verità, di simboli ne ha davvero moltissimi. Per esempio, se per queste feste vi siete recati o vi recherete in località austriache o tedesche, di Babbi Natale ne troverete ben pochi se non proprio nessuno. Le due nazioni, infatti, stanno attuando una politica molto severa contro Babbo Natale, visto solamente come simbolo di una delle bevande più famose e commerciali di sempre che avrebbe, di fatto, creato questo nuovo simbolo per vendere di più. Nella tradizione tedesca e austriaca a portare i doni, infatti, non è Babbo Natale, ma San Nicola che si festeggia il 6 Dicembre.
Curiosità sul Natale: Euphorbia pulcherrima, la pianta simbolo della festa
La Euphorbia pulcherrima, meglio conosciuta con il nome di Stella di Natale, è uno dei simboli del nostro Natale. La pianta però arriva da molto lontano, dal Messico per la precisione, dove cresce spontaneamente e forma dei cespugli alti tra i due e i quattro metri. Gli Aztechi credevano che le sue foglie scarlatte fossero state generate dalle gocce di sangue scaturite dal cuore spezzato di una dea che soffriva per amore, e la usavano per ricavare un pigmento rosso.
Categorie:Metis Oggi, METIS OGGI