Così come designato da una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del primo novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria, si celebra il 27 Gennaio di ogni anno la “Giornata della Memoria“, la mondiale occasione per ricordare le vittime dell’Olocausto.
Questa data scelta non è casuale ma si riallaccia ai fili della Storia quando, in quello stesso giorno di gennaio del 1947, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, con il maresciallo Ivan Konev, arrivarono per prime presso la città polacca di Auschwitz scoprendo il vicino campo di concentramento e liberandone i superstiti.
La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazifascista.

L’arrivo dell’Armata Rossa (Copyright immagine)
Nonostante i sovietici avessero liberato circa sei mesi prima di Auschwitz il campo di concentramento di Majdanek e conquistato nell’estate del 1944 anche le zone attorno ai campi di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka (già però precedentemente smantellate dai nazisti), è stato stabilito che la celebrazione in ricordo della Shoah sarebbe dovuto coincidere ufficialmente con la data di liberazione di Auschwitz.
Con l’avvicinarsi dell’Armata Rossa, già intorno alla metà di gennaio, le SS iniziarono ad evacuare il complesso: circa 60.000 prigionieri vennero fatti marciare prima dell’arrivo dei russi.
Di questi prigionieri, si stima che tra 9000 e 15000 sarebbero morti durante il tragitto, in gran parte uccisi perché non riuscivano a reggere i ritmi mostruosi della marcia mentre altri -circa 9000- erano stati invece lasciati nel complesso di campi di Auschwitz perché malati o esausti, visto che le SS non avevano avuto il tempo necessario per farlo prima dell’arrivo dei sovietici desiderosi di liberare dalle catene il popolo ebraico.
Per l’anniversario dei 75 anni dalla prima liberazione ufficiale degli ebrei dai lager, quest’anno il presidente israeliano Reuven Rivlin ha invitato i leader mondiali a Gerusalemme..
Hanno già confermato la loro presenza i presidenti italiano Sergio Mattarella, francese, Emmanuel Macron, tedesco Frank Water Steinmeier e austriaco Alexander Van der Bellen e, dopo una tale accorata adesione all’evento, Rivlin ha dichiarato:
Sono felice del numero di risposte, che cresce ogni giorno. Un vero segnale nella lotta contro l’antisemitismo e per l’educazione delle prossime generazioni.
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