C’era un tempo in cui la pubblicità in tv non disturbava affatto, il telecomando non era stato ancora inventato, per cui pur volendo cambiare canale, bisognava pensarci un pò su; era l’epoca in cui tutta la famiglia attendeva con ansia il momento in cui sarebbe stato mandato in onda il mitico teatrino di personaggi reali e di fantasia che tra uno sketch e l’altro lanciava al pubblico i suoi consigli per gli acquisti. Erano le ore 20,50 di domenica 3 febbraio del 1957 quando in televisione comparve per la prima volta Il Carosello.
Si trattava di un format particolare che riuscisse a camuffare l’idea della reclamizzazione dei beni di consumo sotto le mentite spoglie di un mini varietà che di fatto era solo in minima parte occupato dal prodotto da reclamizzare.
Il nome della striscia, ispirato verosimilmente al film Carosello Napoletano, fu suggerito da Marcello Severati, all’epoca direttore generale della SACIS (società di produzione e censore della rai) alle cui regole, rigide, Il Carosello dovette conformarsi.
Il Carosello scandiva il ritmo di vita quotidiana delle famiglie italiane e rappresentava un appuntamento particolarmente atteso; cambiò così, irrimediabilmente, la televisione ed il suo linguaggio e si impose al mondo come un vero e proprio fenomeno sociale al quale il settore dell’advertising ha guardato per molti anni e probabilmente, in qualche caso, guarda ancora oggi.
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