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26 FEBBRAIO 1802: QUELL’UOMO CHE RIDE CHIAMATO VICTOR HUGO

Il 26 febbraio 1802 nasce a Besançon nella Franca Contea, Victor Hugo, lo scrittore, politico e drammaturgo considerato uno dei massimi esponenti del Romanticismo francese.

Durante l’infanzia, il padre di Hugo è un generale dell’esercito napoleonico che costringe la famiglia a continui spostamenti, fino a Parigi, dove tenta di indirizzare il figlio agli studi presso l’Ecole Polytechnique.

Victor, invece, è ben convinto di dedicare i suoi studi alla Letteratura, tanto da fondare assieme a suo fratello Abel, nel 1919, il foglio “Il conservatore letterario” poiché, come aveva scritto -già determinatissimo!- nel suo diario a quattordici anni:

«Voglio essere o Chateaubriand o niente.»

 

 

Dotato di una creatività eccezionale, Hugo ha trasformato tutti i generi dalla poesia al teatro ai romanzi, rivoluzionando la Letteratura.

La scrittura del letterato francese è condizionata soprattutto dalle sue lotte politiche contro la miseria, la pena di morte, la condizione d’inferiorità femminile e il lavoro minorile e a favore del suffragio universale, della libertà di stampa e di una scuola definibile laica e gratuita.

Di tutte queste battaglie (che per altro gli costeranno anche l’esilio dalla Francia) saranno impregnate le sue opere, da quelle teatrali (Hernani, I Burgravi, ad esempio) ai romanzi come Notre-Dame de Paris e I Miserabili, dove i personaggi saranno sempre gli ultimi e gli esclusi dalla società che lottano per emergere o semplicemente sopravvivere.

Hugo, poi, si distacca da quella soffusa malinconia tipica del Romanticismo per cogliere anche il lato grottesco e ironico delle tristi vicende che si susseguono nelle sue rappresentazioni.

Victor Hugo, 1848 (Copyright immagine)

 

Rifiutando la teoria dell’Arte per l’Arte e affermando che “l’utile, lontano da circoscrivere il sublime, lo ingrandisce“, essere poeta per Victor Hugo implica, perciò, un impegno di tutto il suo essere, una lotta per il progresso che è sì difficile ma inderogabilmente necessaria.

E se compito di uno scrittore è proprio quello di lasciare ai posteri uno spaccato del mondo che con i suoi occhi e le sue esperienze ha saputo vedere, interpretare e criticare, Victor Hugo di certo fatto brillantemente.

 

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