Oggi, 6 marzo, ricorre l’anniversario di nascita del genio indiscusso: Michelangelo. Sublime, complicato e solitario, è stato (e continua ad esserlo) uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.
Michelangelo Buonarroti nasce a Caprese. Il paesaggio del paese natale gli sarà di ispirazione per La Creazione di Adamo, unico quadro in cui è presente un frammento di natura, soggetto non prediletto da Michelangelo.
Fu scultore, pittore, architetto e poeta.
Entrò dapprima nella bottega di Domenico Ghirlandaio (1488) e poco dopo nel circolo artistico del giardino di San Marco, patrocinato da Lorenzo il Magnifico. Intorno al 1490 si stabilì nel palazzo dei Medici a Firenze in via Larga, entrando in contatto con il Poliziano e i massimi rappresentanti della cultura neoplatonica fiorentina.
Viene da subito considerato un genio precocissimo, dotato di un’eccezionale ispirazione già dai primi anni della sua educazione artistica, celebrato già dai contemporanei ed esaltato fin dal momento della sua scomparsa.
Quando si dice che Michelangelo è un genio non si esprime soltanto un apprezzamento sulla sua arte, ma si formula un vero e proprio giudizio storico. Genio, nel pensiero del Cinquecento, è una forza extra-naturale che agisce sull’ animo umano; è tutto ciò che in epoca romantica si chiamerà ispirazione. Michelangelo è un genio perché la sua arte è ‘’ispirata’’.
Prima del gargantuesco incarico, gli era stata commissionata la realizzazione della tomba di Giulio II, un progetto che portò non poche difficoltà e amarezze,procrastinato più e più volte, che lo stesso artista definì:” la tragedia della mia vita” .
Giorgio Vasari, storico d’arte rinascimentale, racconta che il giovane Michelangelo fosse spesso oggetto d’invidia di altri artisti contemporanei, cosi che fu proprio di Bramante l’idea di suggerire a Giulio II la realizzazione della Cappella Sistina, per opera del ‘’genio’’. Per sbarazzarsi del grande scultore, avrebbe cercato, con sottile perfidia, di farlo impegnare in un campo a lui estraneo, ovvero la pittura, lì dove sarebbe anche stata più facile una caduta, per poi contrapporgli il nuovo astro nascente, il giovane Raffaello.
Michelangelo, dopo aver lungamente resistito, fu costretto ad accettare.
L’impegno era enorme sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo: si trattava di dipingere quasi 500 mq di superficie con storie bibliche. Era ignaro del fatto che accettare un impegno di simil portata, lo avrebbe reso immortale.
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