La mattina del 16 marzo del 1978, in una Roma provata dagli eventi nefasti vissuti in quell’epoca che fu poi definita degli “anni di piombo”, si consumava una delle pagine più tragiche della storia della Repubblica.
Un’automobile con a bordo il politico, accademico e giurista Aldo Moro fu assaltata dalla Brigate Rosse che trassero in prigionia il ministro proprio mentre egli si recava in Parlamento per votare la fiducia al neoinsediato governo guidato da Giulio Andreotti.
Chi era Aldo Moro? Fu fondatore della Democrazia Cristiana che rappresentò in seno all’Assemblea costituente; ne fu prima segretario nel 1959 e poi presidente nel 1976 e fu più volte ministro e capo del Consiglio dei Ministri, facendosi promotore della strategia di avvicinamento e dialogo con il Partito Comunista Italiano, nota come “democrazia operante” o, per dirla alla Berlinguer, “compromesso storico”.
Sul rapimento di Moro per mano delle Brigate Rosse, avvenuto il 16 marzo 1978 e confluito poi nel suo assassinio il 9 maggio dello stesso anno all’esito di 55 giorni di prigionia, ci sono ancora oggi molte zone oscure e gli storici si pongono domande alle quali risulta difficile dare risposte univoche e certe.
Ma di Aldo Moro, oltre che il rapimento, deve ricordarsi e celebrarsi l’altissimo apporto politico offerto alla crescita del nostro Paese, specie attraverso le molteplici attività svolte in qualità di Ministro degli Esteri, avendo egli contribuito a dirimere alcuni nodi importanti riguardanti il settore energetico del nostro Paese nei difficili anni della crisi petrolifera.
Ne abbiamo parlato qualche tempo fa con Silvio Labbate, in una interessantissima intervista di cui condividiamo il link di seguito.
https://metismagazinecom.wordpress.com/2016/07/15/intervista-silvio-labbate/
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