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CORONAVIRUS: CAMBIA DI NUOVO L’AUTOCERTIFICAZIONE. QUI IL NUOVO MODELLO.

 

In questo oscuro periodo per il nostro Paese, rispettare le regole è l’unica soluzione possibile per provare ad uscire più velocemente dall’angoscia della pandemia.

L’autocertificazione è un modulo obbligatorio, prima predisposto solamente nella zona rossa lombarda, ora dal 10 marzo in tutta Italia, da dover compilare ogni qualvolta che vi muoverete da casa per motivazioni importanti (leggete sotto quali), nonostante le limitazioni fissate dal Governo.

 

Per stamparlo:

Nuova autocertificazione coronavirus (CLICCA QUI)

 

Come mai un nuovo modello per l’autocertificazione?

Alla luce del nuovo decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha annunciato ulteriori misure contro la diffusione del Coronavirus che dureranno, per ora, dal 23 marzo fino al 3 aprile 2020 (“Chiuderemo tutte le attività produttive non cruciali. Ma resteranno aperti supermercati, alimentari, farmacie e parafarmacie. Saranno garantiti i servizi essenziali: bancari, postali, assicurativi, finanziari e i trasporti“), il capo della Polizia Franco Gabrielli ha inviato ai prefetti la nuova autocertificazione che tutti i cittadini dovranno obbligatoriamente portare con sé durante i loro spostamenti.

 

Cosa cambia rispetto al precedente modello?

Nel nuovo modulo il dichiarante deve indicare oltre alla residenza anche il domicilio e indicare inoltre da dove lo spostamento è cominciato fino all’indirizzo del luogo di destinazione.

Nella prima parte, tra i provvedimenti di cui deve dichiarare di essere a conoscenza, ci sono anche il Dpcm del 22 marzo e l’ordinanza del ministero della Salute del 20 marzo “concernenti le limitazioni alle possibilità di spostamento delle persone” nel territorio nazionale.

La voce “assoluta urgenza” sostituisce quella del “rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”, in quanto viene recepito il dpcm del 22 marzo che vieta i trasferimenti da un Comune all’altro. Infine rimane la “situazione di necessità” per spostamenti all’interno dello stesso comune, come già previsto dai Dpcm dell’8 e del 9 marzo.

Le novità riguarderebbero una sanzione amministrativa attorno ai 2.000 euro e, eventualmente, anche la confisca del mezzo.

 

Quando ci si può spostare?

Come scritto nella stessa auto-dichiarazione, lo spostamento può essere determinato solo da una serie ristrettissima di casi:

  • esigenze lavorative (andare e tornare dal proprio lavoro; per i lavoratori dipendenti questo qualora il proprio datore di lavoro non abbia predisposto sistemi di smart working)
  • assoluta urgenza (per trasferimenti in un comune diverso)
  • situazioni di necessità ( per spostamento all’interno del proprio comune,ad esempio andare a fare la spesa, alla posta o in banca o per «altri situazioni particolari» da dettagliare agli agenti)
  • motivi di salute (visite o esigenze sanitarie di varia natura)

Vige invece un divieto assoluto di spostamento per le persone sottoposte a quarantena o risultate positive al virus.

 

Chi controlla le autodichiarazioni?

A controllare i vostri autocertificati saranno:

Carabinieri, Polizia, Polizia Ferroviaria

 

Che succede in caso di violazione?

Si incorre nel reato previsto dall’articolo 650 del codice penale (inosservanza di un provvedimento di un’autorità: pena arresto fino a tre mesi o ammenda dai 206 ai 2.000 euro) più la possibile confisca del mezzo.

Chiunque attesti il falso, come ad esempio dichiarare di non essere positivi al virus quando magari lo si è, rischia di essere denunciato e in alcuni casi anche arrestato per attentato alla salute pubblica, così come previsto nell’articolo 452 del codice penale che impartisce una pena fino a 12 anni di carcere.

 

ATTENZIONE: Dovete sempre avere in tasca l’autocertificazione, anche per brevi spostamenti  all’interno del proprio comune di residenza. Inoltre è severamente vietato uscire in compagnia.

Restiamo uniti contro questa emergenza globale.

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