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BORIS JOHNSON, PRIMO MINISTRO INGLESE, POSITIVO AL COVID-19

Boris Johnson è risultato positivo al test sul coronavirus: il Primo Ministro del Regno Unito in un video messaggio sui social ha annunciato che le ultime notizie fornitegli dagli esami medici lo hanno costretto alla quarantena ed isolamento per la presenza del Covid-19.

Dopo che, ormai qualche settimana, fa aveva destato scalpore la presa di posizione del Premier inglese in merito alla voluta “immunità di gregge” per contrastare il virus.

Ma nel giro di qualche giorno, con l’insorgere e la diffusione del contagio, vi è stato subito un cambio di rotta: ora il Regno Unito lancia ogni giorno piani dedicati alla risoluzione dei problemi economici e sanitari dovuti alla pandemia.

Cos’è l’immunità di gregge

Generalmente si parla di immunità di gregge quando ci si riferisce all’importanza di raggiungere alti tassi di bambini vaccinati contro una determinata malattia.

È la prima volta che la strategia dell’immunità di gregge viene proposta per una malattia contro la quale ancora non esiste un vaccino, come il Covid-19. Si basa sul fatto che una volta che una persona ha contratto la patologia diventa immune. Il concetto è che una volta guarito, non dovrebbe più riammalarsi, perché il proprio corpo ha sviluppato gli anticorpi adeguati per poterla combattere. Decidendo però di far raggiungere l’immunità alla popolazione in questo modo, si rischia di mettere in serio pericolo le parti più deboli, come gli anziani con altre malattie e gli immunodepressi.

Poiché per raggiungere l’immunità di gregge si parla di numeri elevatissimi di individui che devono entrare in contatto con il virus. Dopo l’annuncio del premier inglese Boris Johnson, il mondo scientifico britannico è entrato in subbuglio.

Tra i primi a intervenire Martin Hibberd, professore di malattie infettive alla London School of Hygiene and Tropical Medicine. Secondo l’esperto una delle strategie migliori potrebbe essere quella di cercare di contenere più a lungo l’epidemia nel Paese. In modo da trovare terapie specifiche contro la malattia.

In linea generale la strategia dell’immunità di gregge, come risposta alla pandemia, non risulta essere la più ottimale. Andando, inoltre, contro le politiche dell’Oms, che chiedono di contenere il virus, identificando il numero maggiore di casi.


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