La situazione di emergenza dovuta alla pandemia di COVID-19, o epidemia di Coronavirus sta mettendo a dura prova la nostra salute psicologica. Dalla distanza di sicurezza al divieto di baci e abbracci, dalla chiusura di scuole, musei, cinema, a quella delle attività produttive non necessarie, dai casi di contagio in continuo aumento alla conta giornaliera delle vittime fino agli infiniti appelli a restare a casa. Il COVID-19 ha cambiato e sta modificando in maniera radicale le nostre abitudini, sgretolando certezze e mettendo a nudo le nostre fragilità, il lato debole di ognuno di noi. Adesso non mollare è un dovere istintivo, ma cosa possiamo fare per gestire al meglio la situazione e non cadere nella trappola del panico? Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Ilenia Vallinoto, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale in formazione.

Dott.ssa Ilenia Vallinoto, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale in formazione.
Il COVID-19 sta avendo un impatto violento sulla nostra vita quotidiana. L’emergenza sanitaria è, dunque, anche un’emergenza psicologica. Un’epidemia di insicurezza e paura che si amplifica con il bombardamento mediatico che inevitabilmente ci costringe a pensare in continuazione alla malattia. Dott.ssa Vallinoto, in questo momento drammatico che stiamo vivendo, come possiamo contrastare la psicosi da Coronavirus e affrontare la quotidianità senza farsi prendere dalla paura del contagio?
Provare paura ed ansia in questa situazione di emergenza sanitaria è assolutamente normale. L’ansia in ambito evoluzionistico ha un significato adattivo per la nostra specie, utile a prevenire i pericoli legati alla sopravvivenza. Si attiva, infatti, quando ci troviamo di fronte ad una situazione di pericolo o quando abbiamo la percezione di esserlo. In momenti così emotivamente difficili, come l’emergenza sanitaria in corso, tutti noi ci troviamo in questo stato. Da questo punto di vista l’ansia è funzionale: si attiva per proteggere il corpo dal pericolo e per mettere in funzione le risorse necessarie a fronteggiare la situazione specifica. Aumenta la vigilanza, l’attenzione, la concentrazione, la capacità di pianificare. Quando l’ansia supera una certa intensità non è più funzionale e si trasforma in panico. Il panico comporta una forte attivazione fisiologica con sintomi abbastanza difficili da gestire quali palpitazioni, senso di costrizione o di dolore al torace, senso di soffocamento o mancanza d’aria, senso di svenimento, sensazione di malessere allo stomaco accompagnato dal desiderio di vomitare, debolezza muscolare, tremori e sudorazione. Oltre ai sintomi fisiologici si presentano anche quelli cognitivi come l’impressione di non riuscire a pensare chiaramente o di non riuscire a parlare, l’impressione che le cose intorno non siano reali (depersonalizzazione), la paura di morire, la paura di perdere il controllo. Osservando le disposizioni che ci sono state fornite, possiamo contenere ancora di più il diffondersi del contagio da COVID-19. Dobbiamo restare a casa e uscire solo per necessità come indicato nelle norme di sicurezza. Solo così eviteremo il contagio e la percezione del rischio. Inoltre è necessario cercare di vivere una quotidianità quanto più simile a quella precedente all’emergenza. È consigliabile avere un ritmo sonno-veglia adeguato, un’alimentazione corretta, praticare attività fisica a casa per alleviare le tensioni e rimanere attivi.
Come possiamo gestire la solitudine e l’isolamento sociale?
Conduciamo vite piene e frenetiche e non eravamo abituati a stare così tanto tempo a casa. Non è facile: lo stare a casa insomma non è voluto, non è vacanza. In questi giorni ognuno di noi si trova ad affrontare non solo incertezzee paure ma anche solitudine. Sentirsi soli o giù di morale è comprensibile.Come possiamo gestire questo stato d’animo? Le neuroscienze hanno confermato che il cervello è progettato per essere altamente responsivo ai segnali di affetto, di cura e di incoraggiamento che provengono dagli altri. In circostanze particolarmente difficili, come quella che stiamo vivendo, l’incoraggiamento è fondamentale in quanto crea un equilibrio tra il sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Tale equilibrio è in grado di ridurre l’elaborazione delle minacce perché porta ad un rilascio di endorfine (collegate ad un senso di calma), e di ossitocina (collegata ai sentimenti di sicurezza).Per questo è importante restare in contatto ed esprimere le proprie emozioni con i propri cari. Siamo nell’era delle tecnologie, ormai siamo abituati ad utilizzarle e direi anche troppo. Ora, più che mai, è il momento di utilizzarle in modo consapevole e adeguato per far fronte all’isolamento che deriva da questa situazione di emergenza. Telefonare o video-chiamare i parenti e gli amici può aiutarci a gestire le emozioni di tristezza e di angoscia. Questo tempo ritrovato può essere un buon momento per riorganizzare il nostro quotidiano e per curare i rapporti interpersonali.
Quali sono i comportamenti sconsigliati in situazioni come questa?
Dalla mattina alla sera siamo bombardati da notizie provenienti dai media tradizionali e dai social. Molto spesso si tratta di fake news e più che rassicurarci rischiano di aumentare il carico cognitivo e di conseguenza la sensazione di stress, la sensazione di essere costantemente sotto pressione. Il mio consiglio è quello di evitare il passaparola e di aggiornarsi una o due volte al giorno sull’evolversi della situazione. Le fonti ufficiali e accreditate sono:
– Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus;
– Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/.
Quale supporto ognuno di noi può dare alle categorie più a rischio, prime fra tutte le persone malate e gli anziani?
Gli anziani e i malati potrebbero sentirsi maggiormente spaventati percependosi più vulnerabili, soprattutto se non viene spiegata loro la situazione reale. E’ opportuno dare spiegazioni accurate. Oltre a rassicurare è fondamentale incoraggiare. La parola incoraggiare significa letteralmente aiutare a sviluppare coraggio. Come possiamo farlo?Siamo costretti a limitare la vicinanza fisica, gli abbracci, le carezze ma possiamo mostrare vicinanza empatica e compassione attraverso parole di conforto e attraverso l’ascolto attivo.
Come possiamo spiegare la paura del contagio da coronavirus ai più piccoli?
I bambini hanno bisogno di sincerità. Il non detto lascia spazio all’immaginazione e in questi casi troppo spazio all’immaginazione può creare pensieri ed emozioni non adeguati. Va spiegato loro con delicatezza ciò che sta accadendo. Occorre anche aiutare i bambini a verbalizzare le loro emozioni e ad esprimere i loro pensieri. A seconda dell’età si possono utilizzare strumenti diversi quali: disegni, racconti, giochi di parole e rappresentazioni teatrali.
Quali attività consiglia per i bambini?
I bambini sono abituati ad avere ritmi ben scanditi. Affinché possa essere mantenuto il loro equilibrio è essenziale che questi ritmi siano mantenuti il più possibile. È benefico che le insegnanti stiano cercando di dare continuità alla didattica attraverso gli strumenti tecnologici. È altrettanto importante che i bambini non si sentano soli, quindi potrebbe essere utile fare videochiamate con gli amici. Inoltre, è fondamentale che i genitori aiutino i bambini ad impegnare il loro tempo proponendo attività creative, disegnare, ballare, cantare, letture di fiabe e racconti, attività di scrittura. In ogni attività la famiglia può diventare, in questo momento così difficile, un contenitore empatico per la gestione delle emozioni.
Per offrire un supporto psicologico relativo all’emergenza epidemiologica da Coronavirus ed alle norme comportamentali imposte dalle vigenti disposizioni di legge il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi ha messo in atto dei servizi per aiutare la popolazione a reagire? Se si quali? Come si sta organizzando con le sue pazienti?
Il Consiglio Nazionale Ordini Psicologi (CNOP) si è attivato fin da subito per offrire supporto alla popolazione attraverso la campagna informativa “#psicologicontrolapaura”. Sul sito ufficiale http://www.psy.it sono presenti delle mini guide per affrontare la situazione d’emergenza con un migliore atteggiamento psicologico e gestire l’ansia e lo stress legati a questa particolare condizione. Il CNOP, ha promosso, inoltre, l’iniziativa #psicologionline, attraverso la quale i cittadini, navigando sul sito, accedono ad un motore di ricerca che gli permette di prenotare un teleconsulto gratuito con lo psicologo che si trova più vicino a loro. Si è deciso di offrire un primo colloquio gratuito a tutti coloro che ne sentono la necessità. Personalmente sono stata ben lieta di accogliere l’iniziativa, alla quale ho aderito da subito. Ho ricevuto già molte richieste da parte di persone che necessitano in questo momento di un supporto. Ho effettuato i colloqui sia tramite skype che telefonicamente. La paura e l’incertezza che ho percepito nelle persone che mi hanno contattata, ha spinto me ed una mia collega, la Dott.ssa Cristina Marzulli, a creare un collegamento tra Basilicata e Puglia, uno spazio di condivisione e supporto online attraverso delle dirette Facebook ed Instagram. Abbiamo avuto un riscontro molto positivo, ci siamo rese conto di quanto sia importante in questo momento di emergenza offrire sostegno. Sto continuando l’attività di supporto psicologico con i miei pazienti tramite video chiamata skype o per telefono. Non è stato semplice gestire il cambiamento di setting, ma la resilienza presente in ogni essere umano ha permesso a tutti di adattarsi a questa nuova modalità al fine di ricevere un aiuto specifico.
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