Sapevate che in principio le notizie venivano scritte da monaci o da cronachisti, veri e propri autori di cronache e di opere storiografiche antiche? Questo all’incirca fino al XV secolo, poi, magicamente ci fu un cambio di rotta nel mondo delle news.
Tutto prese piede quando si diffusero i canard, fogli di notizie il cui termine ( dal francese) significa anatra e voleva proprio far riferimento allo starnazzare dell’animale apparentemente immotivato e petulante, intridendo così la parola del significato di pettegolezzo.
I canard contenevano solitamente una sola tipologia di argomento, come, ad esempio, notizie sulle guerre contro i turchi o notizie di carattere locale, come miracoli, catastrofi, passaggi di principi.
Le notizie erano accompagnate da illustrazioni particolarmente immaginifiche, come per i diluvi di Roma e Firenze del 1557 o un serpente mostruoso avvistato a Cuba nel 1576, un dragone volante avvistato nei cieli di Parigi nel 1579 un bambino risorto da morte apparente a Lione nel 1619 .
Non si può certo affermare che i canard rappresentino gli esordi del giornalismo, tuttavia si tratta di un passo importante nella direzione di una cultura della notizia, di un pubblico che desidera tenersi al corrente di ciò che avviene nella realtà circostante e di un’impresa (non ancora di tipo giornalistico) che tenta di rispondere a tale domanda.
Poi arrivarono i “fogli avvisi” veneziani ad uso di mercanti e banchieri, affermandosi nell’immaginario comune come i prodromi di una cultura della notizia. Inizialmente questi fogli aggiornavano i commercianti sui più recenti avvenimenti economici e commerciali e ovviamente sulle guerre in corso.
A Venezia, il primo foglio di notizie apparve nel 1563. Veniva redatto a mano per incarico del governo ed era pubblicato tutti i mesi. Si trattava di un foglio d’informazione ufficiale, contenente notizie sul governo dello Stato e sulle guerre che la Serenissima conduceva nel Mediterraneo. Le notizie erano distinte semplicemente per luogo e per data.
Queste primissime copie venivano distribuite in città al prezzo di due soldi, e a Venezia, la moneta da due soldi era chiamata la ” gaxeta’‘, così, per traslato, lo stesso nome fu attribuito alla pubblicazione. Nel resto d’Italia divenne “gazzetta”, oltralpe “gazette”. Il termine si diffuse in tutta Europa nel significato di “foglio di notizie”.
Lungo ancora fu il cammino delle news verso il mondo digitale, lungo ma in discesa.
Grazie alla Rivoluzione industriale e grazie al telegrafo, i giornalisti riuscirono a comunicare in poco tempo le notizie alle redazioni. Le redazioni si allargarono ed emerse l’esigenza di una figura esperta, incaricata di vagliare i dispacci di agenzia, “passare” i pezzi dei collaboratori e fare i titoli. Nacque, così, la figura del redattore capo.
Il vero boom dell’informazione mediatica giunse prepotentemente nel 1994.
Il 1994 è ricordato come l’inizio del boom del World wide web e dell’inizio dell’era delle reti digitali. Da quell’anno, il frenetico susseguirsi di accordi sugli standard per nuove tecnologie di telecomunicazione, dalla fibra ottica con protocolli a larghissima banda ai satelliti, alle reti a larga banda via etere e così via hanno mutato i confini dell’informazione.
Dalle notizie ”da due soldi” a quelle del website sono trascorsi secoli, portando con sé i pro e i contro di una diffusione globale dell’informazione.
Joseph Pulitzer diceva:
«Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri.»
Presentalo brevemente così che possano leggerlo, chiaramente così che possano apprezzarlo,
in maniera pittoresca che lo ricordino
e soprattutto accuratamente,
così che possano essere guidati dalla sua luce.
In questo LII numero di Metis Magazine abbiamo voluto affrontare l’affascinante e astrusa tematica dell’evoluzione del giornalismo offrendo una panoramica di ciò che è ed è stato il miglior giornalismo di approfondimento (d’inchiesta, investigativo).
Non mancherà lo sguardo all’attualità, con approfondimenti sull’emergenza Coronavirus che il nostro Paese e il mondo intero stanno attraversando, e come sempre le nostre rubriche.
Senza alcuna pretesa di esser stati esaustivi ma solo con l’intento di darvi alcuni spunti di riflessioni, vi invitiamo a non perdervi questo originale numero di Aprile.
Buona lettura.
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