giornalismo s. m. – L’insieme delle attività e delle tecniche relative alla compilazione, redazione, pubblicazione e diffusione di notizie tramite giornali quotidiani o periodici […]
social networking loc. s.le m. inv. La conoscenza, attraverso la rete telematica, di persone impressioni e esperienze di vita. […]La fortuna delle piattaforme di social networking dimostra quanto sia possibile rilanciare una strategia di comunicazione pubblica che sia in grado di tradurre l’interattività in nuova forma d’interazione sociale e anche emozionale. Per accostare all’auspicata società dei saperi anche una società dei pareri. (Carlo Infante, Sole 24 Ore, 15 febbraio 2007, Nòva24, p. 6).
Le potenzialità del networking
Dal punto di vista dell’Informazione, i social media sono lo strumento che ci consente di essere iperconnessi, e ci dà modo di condividere esperienze entrando in contatto con il pensiero altrui, selezionando fonti, costruendosi una propria rassegna stampa, partecipando a discussioni pubbliche, ascoltando e leggendo cos’hanno da dire altri milioni di persone su argomenti che interessano tutti.
Dal punto di vista della Comunicazione, la piattaforme social hanno trasformato i media, nel senso letterale del termine, senza presunzione di giudizio, arricchendo i palinsesti con nuovi contenuti e nuove connessioni, perché è lo spazio digitale ad aumentare potenzialmente l’audience.
Ma non sono solo strumenti finalizzati alla ricerca e all’incremento dei followers, sarebbe banale confinarli ad una funzione puramente numerica. Gli strumenti di networking offrono l’opportunità di professionalizzare l’utilizzo dei social media in particolar modo nel mondo del giornalismo e dell’editoria. In che modo? Il social è un mezzo per informare gli altri di qualcosa e si basa sulla pratica del dare e ricevere fiducia, grazie alla quantità e alla qualità dei feedback che si creano intorno ad una data informazione, di qualsiasi tipo esso sia.
L’impatto dei social media sul giornalismo
Quello dei nuovi media viene ancora definito da qualcuno un “assedio” nei confronti della carta stampata e che il bombardamento mediatico proveniente dai network senza limiti e orari rappresenta la morte del giornalismo tradizionale. Potrebbe, invece, trattarsi della sua evoluzione, non solo tecnologica ma proprio etica. I social network riescono a tenere insieme le persone al loro interno grazie agli interessi comuni, cioè grazie ai contenuti, che vengono prodotti all’esterno, principalmente su quotidiani, riviste e blog.
Chi sostiene che la tecnologia potrebbe abbattere la qualità dei prodotti editoriali dovrebbe considerare che la nuova dialettica di mercato ha rafforzato la capacità e la volontà di investire oggi nel buon giornalismo, perché se venissero mai a mancare i contenuti, cadrebbe tutto il sistema delle innovazioni proposte.
In un mondo in cui il settore dei media offre continui spunti di notizia e diverse modalità di fruizione dell’informazione, la chiave per competere è fare la differenza. Per fare la differenza si può solo produrre e scegliere di condividere contenuti di qualità. Ricordiamo che le fake news non vengono diffuse dagli algoritmi dei social network, ma dalle persone.
Mentre le tecnologie si evolvono, la natura del giornalismo rimane fedele a se stessa: fare domande e approfondire tenendo ben presente il fine della ricerca: la verità. A cambiare oggi è il mestiere del giornalista, che non si limita a raccontare storie, ma diventa information officer, mediando il mondo attraverso mezzi differenti quali carta stampata, web, TV e radio che vengono scelti come strumenti di fruizione.
Bisogna attrezzarsi perché il pubblico possa trovare notizie “fresche” per la sua consultazione 24 ore su 24. In questo modo si ridefiniscono completamente i vincoli temporali. Ogni evento è aggiornato e classificato quando lo si ritiene necessario.
Se in principio la logica temporale era legata ai vincoli distributivi, ora è molto più vicina alle esigenze e alle abitudini di consumo del pubblico. Viene a crearsi, quindi, un doppio flusso comunicativo che costringe i giornalisti a ripensare il concetto di notiziabilità, cioè la capacità di un evento di diventare significativo in uno specifico arco di tempo. Tenendo conto del nuovo percorso che una notizia intraprende una volta immessa in rete.
Per quanto la tecnologia abbia cambiato le logiche di mercato, i modelli di business legati al mondo dell’editoria, e il modo stesso di dare notizie, una cosa è certa: l’umanità non potrà mai fare a meno dell’informazione. E il giornalismo resta la missione di coloro che impiegano il proprio tempo e le proprie competenze per cercare le notizie, verificandone la veridicità.
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