Si terrà tra il 18 e il 24 maggio 2020 in tutta Italia la “Settimana del Cervello“, la più grande manifestazione sulle Neuroscienze che si svolge ogni anno in Italia e nel Mondo.
La realizzazione della manifestazione è promossa dalla Dana Foundation a livello internazionale e da Hafricah.net a livello nazionale, ed il suo scopo è quello di sensibilizzare il pubblico su argomenti che riguardano la salute del cervello e la ricerca scientifica.
È senza dubbio un’occasione preziosa per la progettazione e la realizzazione di eventi non solo formativi, ma anche e soprattutto informativi e divulgativi, che focalizzino l’attenzione ed aprano un focus sulle scienze che si occupano di cervello e del suo funzionamento.
Di questa interessantissima manifestazione abbiamo avuto il piacere e l’onore di parlare con un’interlocutrice d’eccezione, la Dott.ssa Juliana Tamburini, Psicologa clinica e forense, Neuropsicologa, Brain e neurofeedback trainer.
La dottoressa Tamburini svolge la libera professione a Policoro, una ridente cittadina lucana della provincia materana. Ella è parte attiva nell’organizzazione della manifestazione, essendo componente del Coordinamento Nazionale della Settimana del Cervello e del Coordinamento del Progetto Scuola, ed ha gentilmente acconsentito a rilasciare un’intervista a Metismagazine.
Buongiorno dottoressa e benvenuta! Innanzitutto le chiediamo cosa si intende per neuroscienze?
Le neuroscienze rappresentano lo studio scientifico del sistema nervoso. Gran parte della ricerca neuroscientifica si realizza grazie alle tecniche di neuroimaging come laRisonanza Magnetica funizonale (fMRI), Tomografia Assiale a emissione di Positroni (PET), MagnetoEncefalografia (MEG), Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), che permettono di registrare l’attività neurale e, di conseguenza, di identificare le regioni del cervello coinvolte nello svolgimento di una serie di attività. In questo modo si ottengono delle mappe funzionali di particolari aree del cervello imputate allo svolgimento di specifici compiti.
Il neurofisiologo americano Francis Simth, sosteneva che per poter comprendere il totale funzionamento mentale e del sistema nervoso, bisognava complementare lo studio del medesimo con altre discipline quali la biologia, l’anatomia, la matematica, la medicina, l’ingegneria e la psicologia. Questo ha permesso di allargare i suoi campi di applicazione. Tali ambiti sono molteplici, vanno dal funzionamento sano del cervello a quello patologico, dallo sviluppo del cervello all’invecchiamento di questo. E non solo, sono ormai diverse le discipline che interpellano le neuroscienze per migliorare le proprie conoscenze tra cui il neuromarketing (studia le scelte di acquisto dei consumatori), la neurodidattica (studia le modalità con cui i docenti potrebbero potenziare le risorse presenti negli studenti) e le neuroscienze cognitive (studiano i substrati biologici, neurologici e cerebrali che sono implicati nelle diverse funzioni e processi mentali cognitivi, come ad esempio la memoria, l’attenzione, i processi di elaborazione e regolazione delle emozioni), per citarne qualcuna.
Cos’è la “Settimana del Cervello”?
Istituita nel 1996 dalla Dana Alliance for Brain Initiatives, ogni anno nel mese di marzo la manifestazione vede coinvolti, a livello mondiale, migliaia di professionisti del settore (psicologi, neuropsicologi, psicoterapeuti, medici, biologi, neuroscienziati) in una celebrazione del cervello creativa e innovativa rivolta ai cultori e ai cittadini di tutte le età.
In Italia, la Settimana del Cervello è organizzata e coordinata da Hafricah.NET, portale di divulgazione neuroscientifica, partner della Dana Foundation, che dal 2007 funge da anello di congiunzione tra il mondo accademico e il pubblico interessato all’argomento.
Negli anni, l’edizione italiana è diventata la più grande nel mondo, e nel 2019 siamo stati il paese che ha realizzato il maggior numero di eventi, superando i 1000, con più di 800 professionisti coinvolti.
Ogni anno sono previsti numerosissimi eventi, tra cui screening cognitivi gratuiti per la prevenzione della demenza che dureranno tutta la settimana, eventi di screening rivolti all’identificazione dei DSA, e moltissimi seminari, workshop open day, sportelli su tematiche divulgative riguardanti il funzionamento del cervello.
Quando e dove si svolgerà la manifestazione? E a chi si rivolge?
La Settimana del Cervello si svolgerà in tutta Italia! Per questa edizione, in via del tutto eccezionale, la modalità per partecipare agli eventi sarà on-line.
Infatti, verranno organizzati dei webinar per esperti del settore e per il pubblico non addetto ai lavori da maggio a giugno. Saranno due mesi dedicati alle Neuroscienze!
Il motivo per cui il Coordinamento Nazionale ha deciso di spostare per quest’anno l’intera manifestazione che normalmente si svolge a marzo, alla settimana tra il 18 e il 24 maggio, è l’attuale situazione di emergenza causata dal Covid-19, che non ha permesso di mantenere gli impegni presi a marzo.
Tale decisione è stata presa per promuovere gli eventi a sostegno dei numerosi organizzatori che annualmente sposano la mission della manifestazione.
Si tratta di una manifestazione prettamente scientifica o abbraccia differenti discipline?
E’ una manifestazione che permette l’incontro di tante discipline.
Vi partecipano psicologi, educatori, medici, pedagogisti e operatori che lavorano nell’ambito del benessere psico-fisico (nutrizionisti, personal trainer, fisioterapisti, insegnanti di yoga).
È richiesta la partecipazione di un operatore sanitario tra gli organizzatori di ogni evento e la bibliografia rispetto alle ultime scoperte neuroscientifiche dell’argomento trattato. Ogni anno, a fine manifestazione il nostro network professionale cresce davvero tanto così come il pubblico non addetto ai lavori.
Perché è importante parlare di cervello e spiegarne il funzionamento?
La conoscenza dei meccanismi delle disabilità, delle malattie neurologiche e delle neurodiversità, permette alla comunità di conoscere quali iter intraprendere una volta avuta una determinata diagnosi. Questa conoscenza avviene però attraverso la costante informazione che noi, operatori sanitari e divulgatori scientifici dovremmo promuovere in tutto il territorio nazionale durante l’intero arco dell’anno. La Settimana del Cervello si propone questo tipo di mission: fare divulgazione come strumento di prevenzione!
Secondo la sua opinione come incidono i meccanismi neurali sul comportamento delle persone?
Ci sono numerosi esempi di come i meccanismi neurali possono incidere sul comportamento di un bambino, di un adulto o di un anziano. Vi invito a leggere la storia di Phineas Gage, un tranquillo uomo che lavorava come operaio addetto alla costruzione di ferrovie. Nel 1848 un’asta di metallo gli trapasso il cranio, danneggiando parte del lobo frontale (noto per avere le sue funzioni nella regolazione del comportamento). Egli sopravvisse, ma la sua vita cambiò notevolmente, diventando un uomo irascibile e aggressivo, per cui si può vedere come cambia la personalità di una persona in seguito a un trauma cranico come quello subito da Phineas Gage. Ecco perché è importantissima la ricerca neuroscientifica e la divulgazione sempre più aggiornata rispetto a queste tematiche, anche per non creare falsi miti. E ce ne sono tanti di neuromiti!!
Mr. Cervello va a scuola? Come funziona con i bambini? Come si spiegano concetti così difficili ai più piccoli riuscendo a carpire la loro attenzione?
Il Progetto Scuola della Settimana del Cervello è dedicato interamente alle scuole. Il simpatico personaggio che racconta ciò che succede nel cervello è proprio Mr. Cervello!
Il progetto è interattivo e utilizza un linguaggio diverso a seconda della fascia d’età con cui si interagisce. I partecipanti acquisiranno nuove conoscenze e competenze sperimentando sia con l’ausilio di materiale multimediale sia attraverso specifiche attività pratiche. L’obiettivo del Progetto Scuola è infatti quello di portare le neuroscienze in classe, stimolando l’interesse per la scienza del cervello e le recenti scoperte scientifiche.
La metodologia utilizzata è quella dell’Educazione Scientifica Basata sull’Investigazione (IBSE), un approccio induttivo all’insegnamento delle scienze che pone al centro dell’apprendimento l’esperienza diretta. Gli alunni saranno invitati a sperimentare direttamente le conoscenze teoriche apprese attraverso giochi e attività pratiche.
Cervello e cuore sono due organi indipendenti o comunicanti?
Il cuore e il cervello sono certamente due organi importantissimi che comunicano continuamente! Pensiamo a quando ci troviamo in una situazione piacevole come l’attesa di una persona che non vediamo da tanto tempo. Il cervello prova gioia (“finalmente la incontrerò” ) e paura (“e se non arrivasse?”) mentre allo stesso tempo conta i minuti mancanti all’arrivo di essa. E il cuore? Aumenta la sua frequenza, sentendo chiaramente i battiti cardiaci sul nostro petto.
Un’altra situazione potrebbe essere il caso dei soggetti ipertesi. L’ipertensione e le malattie cardiovascolari rappresentano dei fattori di rischio nel declino cognitivo. Gli esperti del settore suggeriscono che la diagnosi precoce del declino cognitivo e il trattamento dell’ipertensione possano aiutare a fermarlo o quanto meno a rallentarlo.
Un’ultima domanda un po’ provocatoria: al cervello si comanda?
Possiamo certamente allenare il nostro cervello! E se non lo volessimo o meglio, se il nostro cervello non fosse “abituato” a compiere alcuni passaggi per programmare le attività quotidiane come il lavoro, lo studio, i momenti con la famiglia e gli amici, questo non accadrebbe. In qualche modo, siamo noi a “comandarlo” .
Qualunque attività facciamo se modificata abitualmente, sarà come andare in palestra e non potrà che giovare alla salute cognitiva. La routine non fa mai bene al cervello, sarebbe come stare tutto il giorno seduti su una poltrona. Ecco perché consiglio sempre di fare attività fisica, mangiare bene ma soprattutto di coltivare tanti interessi che possono essere dal bricolage al laboratorio teatrale. Più allenamento faremo, più la nostra riserva cognitiva (resilienza del cervello rispetto a un danno cerebrale) sarà in grado di proteggerci in età avanzata dal declino cognitivo o dalle conseguenze di un trauma cranico.
Grazie infinite dottoressa Tamburini, per le preziosissime informazioni e per l’interessante e piacevole chiacchierata. Attenderemo maggio con grande curiosità!
Grazie a Voi!
Link utili:
https://www.settimanadelcervello.it
https://www.brainawareness.org/
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