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UNHORTODOX: LA STORIA DI ESTY COME MONITO CONTRO I SOPRUSI

Unorthodox è una mini serie tv Netflix tratta dal romanzo autobiografico di Deborah Feldman del 2012 dal titolo Unorthodox: The Scandalous Rejection of My Hasidic Roots. L’attrice Shira Haas interpreta Esther, una giovane donna appartenente a una comunità ebraico-ortodossa di New York che, esasperata dalle stingenti e patriarcali regole della sua comunità, scappa verso l’Europa in cerca del proprio destino.

IL RIFIUTO DELLE RADICI

La trama di Unorthodox segue le vicende di Esther, una ragazza di diciannove anni che vive in una comunità ebraico-ortodossa nel quartiere di Williamsburg a New York. Costretta a sposare un uomo che non conosce diventerà presto consapevole della vita che le si prospetta dinanzi, una vita fatta di totali rinunce, votata al compiacimento degli uomini e al totale annullamento della sua persona e della sua femminilità.

Esther deciderà di fuggire verso l’Europa alla ricerca di sua madre, anche lei fuggita dalla sua famiglia e dal marito alcolista e violento. Entrambe le donne hanno quindi rinunciato alle proprie radici per costruire un futuro migliore, per poter vivere come meglio credevano lontano dalle oppressioni fisiche e psicologiche di una comunità la cui missione è quella di ripopolare la terra di pargoli ebrei.

La questione della maternità è trattata, in questa miniserie Netflix, in maniera delicata e intraprendente. In una comunità come quella ebraico-ortodossa, dare alla luce dei bambini è fondamentale per la proliferazione della comunità stessa. Questa deve essere una delle preoccupazioni e missioni della donna, insieme al compiacimento del proprio marito.

Una testimonianza di ciò la abbiamo anche nelle scene flashback che separano la narrazione su due livelli, passato prossimo e presente. Nel passato di Esty, la protagonista della storia, vediamo il totale annullamento della propria persona già durante la celebrazione del suo matrimonio, dove il velo non serve in maniera sensuale a celare il suo volto, ma lo annulla totalmente, non è un velo, ma sembra più un cappuccio di un condannato a morte. Non riusciamo a vedere il suo volto, la sua espressione, non sappiamo cosa pensa, ma evidentemente, questo per la comunità patriarcale ebraico-ortodossa non è importante. La donna non conta, deve rinunciare a tutto, anche alla sua chioma, per non cadere nel peccato e rendersi complice del demonio.

REBEL, REBEL!

La ribellione di Esty in questa miniserie tv Netflix non è come la immaginiamo. Lei non è una ragazza che vuole ribellarsi alla propria famiglia per partito preso, la sua è una scelta totalmente rivoluzionaria, una sorta di esempio per chi non vuole più rinunciare alla propria identità per un bene superiore che, in realtà, non si conosce.

Unorthodox, però, è comunque una storia di ribellione ma soprattutto di coraggio. La protagonista, Esty, lo dice bene in una battuta del film dove ribadisce il concetto di voler trovare la sua strada, non quella imposta da qualcun’altro. Questa strada la troverà grazie all’arte la cui pratica le era stata proibita, e che serve come catarsi per liberare definitivamente la sua anima dalle radici, mai realmente accettate ma, subite solo passivamente.

CONCLUSIONI

La storia raccontata in Unorthodox è una storia vera, che serve come esempio a tutte quelle donne che vogliono riscattare la propria esistenza in prospettiva di un futuro migliore. La serie, però, ci ricorda anche che non tutte le donne riescono ad uscire dalle dinamiche che, in senso più ampio, si innescano in una famiglia o una comunità di appartenenza. Purtroppo, ad oggi sono davvero poche le donne che riescono a fuggire dai propri aguzzini e a trovare il giusto tempismo per farlo. Questo lo vediamo bene in Unorthodox e, con ogni probabilità, anche la nostra Esty riesce a scappare per una coincidenza di fortunati eventi che le permettono di non essere scoperta, ma comunque, prima o dopo si troverà a pagare il prezzo di questa sua scelta.

Unorthodox è una serie tv assolutamente imperdibile perché ci aiuta a comprendere alcune delle peculiarità delle comunità ebraico-ortodosse e ad ascoltarne i pensieri, i riti e le rigidità. Ma è anche una storia di speranza e riscatto e in questo periodo storico abbiamo bisogno di queste storie per continuare a sperare in un domani possibile e bello.

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