Carl Gustav Jung è stato uno dei padri fondatori della psicologia moderna. Tra i suoi numerosi studi, desta particolare interesse la sua riflessione sulle coincidenze significative, su quei fenomeni inesplicabili che hanno particolare rilievo nel suo scritto Psicopatologia dei fenomeni cosiddetti occulti. Il sunto di questi studi vede la psiche e la materia come due fenomeni di una stessa unità e i fattori che regolano questo rapporto sono del tutto inaccessibili alla mente umana, se non percorrendo alcune anguste vie.
In che senso si riesce, in qualche modo, a modificare la realtà? Se il mondo è una proiezione mentale, se si pensa a qualcosa si proietta all’esterno la propria essenza interiore, un pensiero, un evento mentale. È un richiamo dell’universo che cerca di far capire al soggetto la propria presenza, in qualche modo, la strada da percorrere, un evento che richiama un pensiero.
Jung sosteneva che la psiche e la materia si comportassero allo stesso modo, vediamo, quindi, alla base di questa relazione un principio sincronico. Stabilire quale sia la realtà dell’anima è davvero inesplicabile, anche per lo scienziato Jung. Il principio sincronico, per Jung è alla base della fenomenologia della psicologia dell’inconscio. Per comprendere meglio il pensiero junghiano, basterebbe postulare che il corpo e lo spirito siano due aspetti dell’essere umano. In questa dinamica si inserisce la fascinazione di Jung per le filosofie orientali che tanto hanno riflettuto sul rapporto tra essere e non essere. La sincronicità, secondo Jung, si riferisce a degli avvenimenti dove succedono cose nella realtà esterna che sono in corrispondenza significativa con un’esperienza interiore. I fenomeni sincronici sono delle coincidenze significative dove lo spazio e il tempo appaiono come delle grandezze relative. Sincronicità non vuol dire “nello stesso tempo” ma “con lo stesso senso”. La parte del fenomeno sincronico che si produce nella realtà esterna è percepita dai nostri sensi naturali. L’oggetto della percezione è un avvenimento oggettivo. Però Jung scrive: “Eppure resta un avvenimento inesplicabile, perchè nelle condizioni dei nostri presupposti psichici, non ci si aspettava la sua realizzazione”.
Ma, cosa è una coincidenza significativa? Se partiamo sempre dal postulato che il principio di sincronicità regola il rapporto tra materia e essenza, la coincidenza significativa non è altro che un fattore interno al rapporto tra questi due fattori, dove vediamo nel concreto qualcosa di davvero incomprensibile. Ci capita di proiettare nello spazio elementi della nostra emotività, soggettività, qualcosa che nascondiamo nei cassetti più segreti della nostra psiche. In questo senso modifichiamo quelli che sono i concetti di spazio e di tempo, attraversando psichicamente la materia da un lato all’altro. Quindi, il principio di sincronicità permette a due avvenimenti di avvenire nello stesso momento e che questi due avvenimenti siano regolati da principi precisi, regole non casuali.
Jung non ha mai terminato la sua riflessione sulle coincidenze significative, anche perché l’azione di ricerca in questo campo è davvero sterminata, basti pensare anche ai recenti studi di fisica quantistica. Quello di cui parla il psicoanalista austriaco altro non è che il principio di armonia già ricercato da altri filosofi e scienziati come Liebniz e Schopenhauer. Jung quindi, cerca risposte anche nelle scienze tradizionali, affidandosi alle riflessioni e agli studi di Pauli (fondatore, appunto, della fisica quantistica e premio Nobel nella prima metà del Novecento) con cui avrà una assidua corrispondenza. Da questo rapporto con Pauli, Jung inizierà a parlare delle coincidenze significative come atti creativi nel tempo, una sorta quindi di espressione di una creazione continua che non si esaurisce mai e che viaggia verso l’infinito.
Moltissimi sono stati gli scienziati che hanno, dopo Jung, parlato di coincidenze significative. Una su tutte una sua talentuosa allieva, Marie von Franz che si spinge addirittura oltre gli studi di Jung. Lei postula l’esistenza di una sorta di unus mundus che spiegherebbe l’esistenza di queste coincidenze dettate da leggi non casuali e quindi non riproducibili, facendo entrare in gioco il concetto di relatività spazio-temporale. Il battito di una farfalla in una parte del mondo, quindi, genererebbe davvero un uragano nella parte opposta. Questo non per semplice casualità ma per un principio di armonia che va ben oltre la mera speculazione.
Riassumento il concetto con le parole dello scienziato Reeves, possiamo dire che questi eventi, secondo Jung, non sono isolati, ma appartengono a un “fattore universale esistente in tutta l’eternità” il fattore psicologico associato con Jung si dice “sincronico” e non si sovrappone a una natura impersonale. È significativo della grande unità a tutti i livelli del nostro universo. Quindi, se Jung ha gettato le basi scientifiche che conducono alla riflessione sulla labilità dello spazio tempo e sull’esistenza di qualcosa di sincronico tra materia e psiche, una entità interiore che potrebbe sì regolare la materia, dall’altro lato siamo ancora agli albori di questa riflessione e nulla è dato ma tutto è da ricercare.
Una continua riflessione su questi aspetti di sincronicità, relatività e coincidenze significative potrebbe portare l’uomo verso universi ancora sconosciuti, ma così tanto affascinanti da ispirare l’arte e la scienza.
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