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6 GIUGNO: IL GIOCO TETRIS COMPIE 36 ANNI

Il 6 giugno il Tetris festeggia l’ennesimo anniversario di una storia costellata di traguardi e successi che lo posizionano in cima alla classifica dei videogiochi più venduti di sempre. Le formine a cubetti, i cosiddetti tetramini, hanno invaso il mercato di tutto il mondo, grazie a quello che oggi è diventato un punto cardine di ogni videogioco che punti a diventare un vero blockbuster: il cross-platform. La possibilità, cioè, di giocare su ogni piattaforma, dalle console ai personal computer, passando per smartphone e tablet. Complice è una lunga contesa sui diritti d’autore.

Come nacque il Tetris

Dietro il Tetris c’è il nome di Alexey Pajitnov, l’inventore che non ha di certo mai beneficiato della fortuna della sua creatura.
La prima versione del videogioco, vista la tecnologia a disposizione all’epoca, era esclusivamente testuale e i cubetti erano formati da due parentesi quadre una di fronte all’altra ([]). Chiunque veniva a contatto con il Tetris, si racconta, ne veniva “stregato”, non riusciva più a smettere di giocare, compresi i colleghi di Pažitnov. Da lì a poco le lineette colorate a forma di T, J, S, Z, I, L e O conquistarono un successo mondiale, partendo da quella che all’epoca era ancora l’Unione Sovietica. Il successo in Occidente arrivò solo nel 1986, da allora non ha mai conosciuto crisi. Ma andiamo con ordine, vediamo come nacque il gioco del Tetris.
Nel 1984 Pajitnov inventò il gioco, divenuto tanto popolare, che chiamò Tetris, unendo le parole tennis, suo sport preferito, e tetra, che in greco significa quattro, perché i pezzi del puzzle erano composti da quattro quadrati ciascuno.
Tetris era talmente bello e appassionante da conquistare subito i colleghi e gli amici di Pajitnov tanto che, di pc in pc, si spanse in tutta la Russia e poi anche negli altri Paesi all’interno della Cortina di Ferro.
Ma è questo punto che inizia una sorta di spy story, una lotta serrata senza esclusione di colpi tra inglesi, americani e giapponesi nel contendersi i diritti del gioco, che non erano di certo di proprietà del suo inventore legittimo ma del Governo Sovietico.
La storia del simpaticissimo inventore si concluse con una beffa: il governo sovietico gli aveva promesso un risarcimento dopo un periodo di dieci anni che, con il crollo successivo dell’Unione Sovietica, non ottenne, il tutto mentre il suo gioco veniva commercializzato a spron battuto in Occidente dal Game Boy della Nintendo.
Il buon Pajitnov entrerà finalmente in possesso della sua creazione nel 2004.


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