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20 GIUGNO 1890: OSCAR WILDE PUBBLICA “IL RITRATTO DI DORIAN GRAY”

Considerato il manifesto dell’Estetismo inglese, la corrente artistica ma soprattutto letteraria secondo la quale è la vita che imita l’arte, Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde è uno dei libri più amati e letti della Storia letteraria.

Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta il 20 giugno 1890 a puntate, presso il mensile di letteratura Lippincot’s Monthly Magazine, grazie al direttore della rivista, Joseph Marshall Stoddart, che commissiona allo scrittore irlandese un racconto con l’intento di affiancarlo a quelli di sir Arthyr Conan Doyle.

 

Dopo l’enorme scalpore suscitato dalla pubblicazione, Wilde decide di far stampare l’anno successivo “Il ritratto di Dorian Gray” in un unico volume presso la Ward Lock & Company, aggiungendo non solo una personale prefazione ma anche sia cancellando dal dattiloscritto alcune parti rischiose, sia aggiungendo nuovi capitoli (il 3°, il 5°, il 15°, il 16°, il 17° e il 18°), con lo scopo di raggiungere le centomila parole richieste dall’editore.

Lo scrittore sarà accusato dalla rigida morale dell’epoca di celebrare nel suo romanzo il culto del piacere e uno stile di vita amorale, un continuo invito a godere della giovinezza che fugge che si pone come una “pseudo religione del bello” e dell’apparenza più abbietta.

 

Traendo spunto dal Faust di Goethe (1808), A rebours di Joris-Karl Huysmans (1884), Mademoiselle de Mupin di Théophile Gautier (1896) e alcuni romanzi di Balzac, l’opera è ambientata nella Londra del XIX sec., dove vive Dorian Gray, un giovane aristocratico assai avvenente che arriverà a fare della propria bellezza un culto a cui si vota completamente.

Sedotto dai discorsi sull’importanza della giovinezza da un ricco dandy inglese, Dorian arriverà a sperare di poter rimanere sempre giovane anche a costo di perdere la sua anima, facendo in modo che un suo ritratto invecchi al posto, credendo appunto che:

La giovinezza è l’unica cosa che valga la pena possedere.

Il ritratto di Dorian Gray” riconosce quindi nell’Arte il potere di penetrare il mistero della natura umana, l’unico mezzo che può però anche contribuire a perpetrare l’inganno dell’eterna giovinezza e la perfezione di una vita impeccabile.

Il ritratto al centro dell’opera altro non è, invece, che il veicolo di quella verità che la vita prova così sottilmente a dissimulare.

(Copyright immagine in evidenza)

 

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