Era il 23 Giugno del 1868 quando fu brevettata la prima macchina da scrivere di successo. La macchina da scrivere andò a braccetto con il giornalismo fin dai suoi primordi. Fu infatti il direttore di un giornale di Milwaukee (Wisconsin), tale Christopher Latham Sholes, a perfezionarla e a farne un prodotto di successo commerciale.
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Sotto il nome di Typographer, titolo originale del brevetto, un inventore americano William Austin Burt, presentava il primo modello di macchina da scrivere realizzato in America. Questo modello, però, fu più volte revisionato nel corso degli anni a causa della sua lentezza e con lo scopo per l’appunto di velocizzarne il processo di scrittura. Con il tempo Burt perse interesse per il progetto così, solamente un anno dopo dalla presentazione del brevetto, ne vendette i diritti. Nonostante il fallimento del primo brevetto, il Typographer rimase una tappa fondamentale per la scrittura nonché fonte d’ ispirazione per le future macchine da scrivere.
Ma le origini di questo sensazionale congegno rimangono incerte perché ci furono molti altri inventori che cercarono di farla passare come una propria idea. Tra tutti coloro che hanno cercato di attribuirsene la paternità troviamo l’italiano Giuseppe Ravizza, che ( secondo alcuni) fu l’unico a brevettarla.
Nel 1846 Ravizza fece un primo tentativo a scopi umanitari, creando una macchina che permettesse ai ciechi di poter scrivere. La chiamò cembalo scrivano, dato che somigliava all’omonimo strumento musicale. Ma prima di Ravizza, anche Agostino Fantoni, nel 1802, aveva creato uno strumento simile. A quanto pare furono oltre cinquantadue gli inventori che in luoghi e tempi diversi, crearono tipi differenti di macchina da scrivere. Scopriamoli insieme cliccando a questo link.
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