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GUERRIGLIA. IL 26 LUGLIO 1953 INIZIA LA RIVOLUZIONE CUBANA

È l’alba, quel 26 luglio 1953.

Inizia, così, per l’America Latina la seconda più celebre guerriglia (dopo quella messicana) del XX° Secolo: la Rivoluzione cubana.

Prima della Rivoluzione, Cuba era considerata l’isola del peccato, un Paese consumato dal gioco d’azzardo, della mafia e della prostituzione.

L’isola si credeva fosse abitata da un popolo per lo più affamato e indigente, la cui occupazione principale era di provvedere ai turisti americani negli hotel, nelle spiagge e nei casinò di lusso de L’Havana.

Nonostante questo degrado, Cuba era però anche uno dei Paesi tecnologicamente più avanzati e remunerativi dell’America Latina, dotato, ad esempio, di sistema televisivo nazionale entrato in funzione ben prima della RAI.

 

La storia di questa Nazione parte ufficialmente dopo la sconfitta della Spagna nella guerra ispano-americana del 1898-99, quando Cuba venne liberata Cuba del dominio spagnolo diventando una repubblica formalmente indipendente ma di fatto stretta sotto l’egida del controllo degli Stati Uniti.

Nel disordine politico, nel 1924 il generale Gerardo Machado aveva imposto una prima dittatura, poi crollata nel 1933.

Il mandato successivo, di Carlos Prío Socarrás, fu rovesciato dal golpe militare dell’ex soldato Fulgencio Batista, che si impose sin da subito per i suoi tratti marcatamente dittatoriali e fascisti, antagonizzato la sempre più impoverita popolazione attraverso la formazione di legami redditizio per la criminalità organizzata e accordi sottobanco con aziende americane di imporsi nel dominio dell’economia locale (col controllo, ad esempio, di quasi tutte le piantagioni di canne da zucchero).

 

Contro la dittatura di Batista, iniziò a crearsi un’opposizione di lavoratori professionisti e intellettuali, soprattutto comunisti.

Questo forte impegno civile da parte della popolazione contro la dittatura, è stata bene descritta nel 1967 da Ernesto Che Guevara in “Creare due, tre, molti Vietnam”:

Nell’America Latina si lotta con le armi alla mano in Guatemala, Venezuela, Bolivia e già spuntano i primi segnali in Brasile. Ci sono altri focolai di resistenza che appaiono e poi si estinguono. Ma quasi tutti i paesi di questo continente sono ormai maturi per una lotta che, per risultare vittoriosa, non può fare a meno di instaurare un governo di tipo socialista.

Tra questi impavidi riottosi civili, emerse sin da subito un giovane avvocato, Fidel Castro, allora su posizioni democratiche e radicali, il quale, messosi a capo di un gruppo di circa 400 guerriglieri, il 26 luglio 1953 tentò un attacco alla caserma Moncada di Santiago.

La Liberazione di Cuba avverrà solamente dopo sei anni di rappresaglie cruente e sanguinose, quando L’Avana finalmente riuscirà a insorgere contro Batista a favore di un nuovo governo, quello di Fidel Castro.

E in ogni villaggio di Cuba, anche il più piccolo e isolato, campeggia ancora almeno un murale che ricorda gli eventi del 1958-59 e invita ogni cittadino a difendere quel cambiamento, in una sorta di rivoluzione perpetua e permanente.

Per maggiori approfondimenti, cliccate qui:

CUBA: UN UNIVERSO ESTETICO DA SCOPRIRE

 

(Copyright immagine in evidenza)

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