Come l’arte dell’intarsio (o tarsìa), la tecnica decorativa consistente nel comporre insieme tipi diversi di uno stesso materiale o materiali diversi (marmo, legno, pietre, o anche rame, argento, madreperla, ecc.), incollati su un supporto rigido e disposti a formare, per contrasto cromatico, un disegno geometrico o figurato, così Tatiana Tarsia, in arte Tarsia, cantante, compositrice e cantautrice, si lascia andare a questo “soffio decorativo” dando vita ad un sound ricercato, un crossover tra generi diversi, dal funk al soul, dal pop al jazz, senza dimenticare le radici della sua terra natìa, la Basilicata.
La musica che l’accompagna da quando era piccola, è il suo ossigeno, la sua missione. Una passione che l’ha aiutata, confortata e riacceso la speranza in un momento particolare della sua vita.
Sempre in continua evoluzione e alla ricerca di nuovi sounds, non si ferma mai, Tarsia, calcando tantissimi palchi in tutta Italia, attività che affianca all’esperienza di vocal coach in varie accademie nazionali.
Abbiamo ripercorso con lei i passi della sua carriera, dagli esordi fino al nuovo album in lavorazione, nell’intervista che segue.
Ciao Tatiana, piacere di averti sulle pagine di MetisMagazine. Presentati ai nostri lettori.
Ciao a tutti, sono Tarsia, cantante, cantautrice e compositrice. Nasco a Policoro (Matera) in Basilicata e non ricordo la mia vita senza la musica.
Lucana di nascita, romana di adozione. Qual è il rapporto con la tua terra d’origine, la Basilicata?
La Basilicata è la mia casa, la terra che amo, da cui traggo ispirazione e in cui non mi stancherò mai di tornare, per riabbracciare la mia famiglia, per godere dei suoi paesaggi, per assaporarne i frutti e per lasciarmi coccolare dalle onde del mio mare.
Vuoi raccontarci quali sono stati i tuoi inizi musicali?
Mi sono appassionata alla musica da piccolissima, ascoltando i dischi di mio padre. Ho iniziato a studiare canto all’età di 12 anni e da lì non ho più smesso. La musica ha iniziato a far parte della mia vita ed è diventata un’esigenza, una missione. La mia formazione è iniziata con un corso di “canto livello Professional” presso l’Università della musica e dello spettacolo di Napoli, continuata a Madrid con il Conservatorio di arti sceniche “Scaena Carmen Roche”, studiando con diversi artisti della scena teatrale e musicale spagnola ed europea, conseguendo la laurea nel 2012, e si è conclusa a Roma presso la Saint Louis College of Music. Tanto studio, tante collaborazioni e tante soddisfazioni.
Il 29 maggio è uscito il tuo nuovo singolo PASSI (Maqueta Records/Artist First) disponibile, oltre che in radio, sulle piattaforme streaming e sugli store digitali. Di cosa parla e come è nato?
“Passi” è stato il brano che ho scritto quando stavo attraversando un momento difficile. Sentivo che i passi che stavo compiendo erano incerti, ma ricercavo “questa felicità” (che riuscivo a sentire ogni tanto), i “passi” che stavo compiendo, scandivano la mia musica. Ho preso in mano l’ukulele, mi risuonava in testa questo arpeggio che caratterizza il brano sin dall’inizio e le parole sono venute fuori da sole. Sono legata a questo brano dalle atmosfere pop-folk, suonato e registrato in presa diretta con la mia band, come si faceva tanti anni fa. Primo singolo di questo nuovo percorso che sto facendo con la mia etichetta discografica “Maqueta Records”.
E’ l’anticipazione di un album? Quando uscirà?
L’album uscirà presto, ci stiamo lavorando.Purtroppo il lockdown ha ritardato alcune cose, ma posso anticiparvi che a breve uscirà il mio prossimo singolo. Per l’album attenderemo ancora un altro po. Sono sicura che ne varrà la pena!
Come descriveresti il tuo percorso musicale partendo da “Bolle di sapone” fino alle ultime uscite “Passi” e “Ubriachi fino alle tre”?
Il mio percorso, come me d’altronde, è in continua evoluzione. Amo sperimentare, dare spazio alla mia creatività sentendomi libera di esprimermi tutte le volte che mi va e collaborando con musicisti incredibili ed altri artisti che stimo.
Artisti che ti piace ascoltare o che hanno influenzato il tuo percorso nel corso degli anni?
Amo i cantautori italiani come Pino Daniele e Lucio Dalla. Ma anche il soul moderno di Lianne La Havas, Jorja Smith. I generi che prediligo sono appunto il soul, l’RnB. Una delle artiste che più hanno influenzato il mio percorso musicale è senz’altro Amy Winehouse.
Cosa consigli a un giovane emergente che vuole avvicinarsi, dedicarsi alla musica?
Consiglio di non lasciare che nessuno si metta tra lui e i suoi sogni, di studiare e di ricercare la propria identità artistica, di ascoltare tanta musica e di crederci sempre.
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