Il Cinema si è da sempre occupato di storie ambientate in carcere (Le ali della libertà, Papillon, Il pianeta delle scimmie, Il miglio verde, Shutter Island, etc.) ma da alcuni anni anche gli show seriali hanno deciso di focalizzare alcuni dei loro più intensi ed emozionanti racconti dietro le sbarre.
Ecco allora scelte per voi le…5 migliori serie televisive ambientate in carcere:
5. Vis a Vis
Vis a vis, è una serie TV spagnola che ha debuttato sul canale Antena 3 il 20 aprile 2015. Cancellato dopo due stagioni, lo show è stato salvato da FOX Networks Group España, Atresmedia e Globomedia, che ne hanno prodotto anche le ultime due.
Protagonista dello show Macarena Ferreiro (Maggie Civantos), giovane ed ingenua donna che, costretta dal suo capo, si macchia dei crimini di manipolazione e appropriazione indebita nell’azienda in cui lavora.
Dopo essere stata scoperta, viene arrestata e rinchiusa nella prigione di Cruz del Sur, dove dovrà imparare a sopravvivere in questa nuova realtà, vedendosi costretta a cambiare anche lati della sua personalità.
Mentre la sua famiglia fuori inizia la ricerca di una grossa somma di denaro nascosto, Macarena, inizialmente innocua ed ingenua diventa col passare nel tempo, nella costante lotta per la sopravvivenza in prigione, una donna senza scrupoli.
Vis a Vis è un thriller drammatico – commedia nera che si concentra, con un tono sempre abbastanza teso, sugli intrecci complessi che coinvolgono le detenute, come l’orgogliosa zingara Saray Vergas (interpretata da Alba Flores, la Nairobi de “La casa di carta”), la volgare bulla del braccio, Goya Fernandez, Soledad “Sole” Núñez la mami del carcere alla quale tutti vogliono bene e Zulema, la cattiva per la quale alla fine si farà inevitabilmente il tifo.
Consigliato a chi: preferisce le serie tv spagnole alle americane.
4. Recitfy
In principio lo show sarebbe dovuto andare in onda, nel 2008, su AMC ma il pilot scritto dallo showrunner Ray McKinnon con Walton Giggins (The Shield, Justified) come protagonista, cadde per alcuni anni nel dimenticatoio fino a quando la Sundance TV non ne ordina una prima stagione di sei episodi nel 2011.
La trama incomincia con il protagonista, Daniel Holden (Aden Young), che viene rilasciato di prigione dopo diciannove anni nel braccio della morte, alla luce di nuovi dettagli relativi allo stupro e all’assassinio della sua fidanzatina sedicenne di un tempo.
L’uomo fa ritorno alla sua città natale Paulie, in Georgia, dove tenterà di adattarsi alla sua nuova vita, con la sua famiglia che è radicalmente cambiata da come l’aveva lasciata: la madre che credeva di avere un figlio già morto si ritrova in casa un estraneo, la sorella Amantha è in difficoltà perché la sua vita girava intorno alla liberazione del fratello, il fratellastro, Teddy Jr, vede Daniel come un ostacolo negli affari di famiglia, mentre sua cognata è una cristiana praticante che si mette in testa di poterlo salvare.
E poi ci sono gli abitanti di Paulie, dalla polizia che cerca di rispedirlo di nuovo in gattabuia ai vecchi amici che lo usano, agli sconosciuti che lo picchiano selvaggiamente.
Rectify è il racconto di una riappropriazione: quello del tempo perduto dietro le sbarre (clausura che si presenterà con frequenti flash back) a quello dello spazio, che dagli sconcertanti pochi metri della cella diventa quello ampio dell’esterno.
Una storia raccontata attraverso lo sguardo di qualcuno che per 19 anni non ha avuto una vita “normale” e che, ritornato in libertà, non riesce ad adattarsi proprio a quella vita “normale”.
Consigliato a chi: crede che i detenuti meritino una seconda possibilità.
3. Prison Break
In origine, la proposta di Prison Break era stata presentata alla Fox nel 2003, ma era stata rifiutata dal momento che, secondo loro, sarebbe stato difficile tramutare il progetto in una serie tv ma in seguito si è considerato di creare una miniserie di 10 puntate sulla scia del successo di 24 e Lost.
Paul Scheuring, creatore della serie, ha dichiarato che, il concetto iniziale della serie, cioè un uomo che si era deliberatamente fatto sbattere in prigione per poter scappare di nuovo, gli era stato suggerito da una sua collega, Dawn Parouse.
Nella prigione di massima sicurezza “Fox River” è rinchiuso Lincoln Burrows (Domenic Purcell), con l’accusa di aver ucciso il fratello della vice-presidentessa degli Stati Uniti. Le prove a suo carico sono schiaccianti ed è già stata formulata la sentenza definitiva: il detenuto sarà condannato a morte entro poche settimane. Fuori dal carcere l’unica persona a credere nella sua innocenza è suo fratello Michael Scofield (Wentworth Miller) che, pur di salvarlo, deciderà di inscenare una rapina in banca, facendosi volontariamente arrestare per farsi incarcerare e poi tentare di evadere in poche settimane insieme a Lincoln.
Il piano di Michael necessita, per la sua complessità, di un aiuto tanto che l’evasione di prigione dei due fratelli diventerà l’occasione per un gruppo di detenuti di progettare con loro anche la propria fuga.
La sua pianificazione di ogni minimo dettaglio, il coraggio dimostrato, l’amore per il fratello Lincoln Burrows (Dominic Purcell), incarcerato ingiustamente e incastrato dai poteri forti, per la fidanzata Sara Tancredi (Sarah Wayne Callies), la dottoressa del carcere che non esiterà di aiutare Michael, per gli amici conosciuti dietro le sbarre Fernando Sucre (Amaury Nolasco) e C-Note (Rockmond Dunbar), rendono Michael una sorta di eroe moderno, conquistandoci sequenza dopo sequenza.
Consigliato a chi: ama i racconti sulle grandi fughe.
2. Orange is the new Black
Orange is the new Black è una drama-comedy ideata per la piattaforma Netflix da Jenji Kohan e liberamente basata sulle vere memorie della scrittrice Piper Kerman.
Al centro della storia troviamo Piper Chapman (Taylor Schilling), una donna del Connecticut residente a New York, costretta a scontare 15 mesi in prigione per un fatto accaduto ben 10 anni prima, quando aveva aiutato la sua ex amante Alex Vause (Laura Prepon), una trafficante di droga internazionale, a trasportare una valigia piena di soldi illeciti.
Dietro le sbarre rincontrerà proprio la sua ex della quale è ancora innamorata e soprattutto detenute di ogni tipo, le cui storie vengono raccontate nel corso delle stagioni attraverso emozionanti flashback.
La serie è nata per denunciare la situazione critica delle carceri, il terrificante menefreghismo dei piani alti, i soprusi e l’inadempienza delle guardie anche e soprattutto per dare normalità alla diversità, dalla storia della trans Sophia (Laverne Cox) al dolore di una madre lontana dai figli come Galina ‘Red’ Reznikov (Kate Mulgrew), ad esempio.
Nel corso delle stagioni, ogni detenuta avrà un’intensa evoluzione emotiva e personale propria, a dimostrazione del fatto che il carcere può, anzi, deve fare del bene, deve colmare un’assenza, una mancanza, un errore che non deve ripetersi.
Ci si affeziona talmente tanto alle protagoniste di questa serie corale, persino alle loro inflessioni da slang ispanici e afroamericani, tanto che molto spesso l’ambientazione carceraria ci sembrerà trasformarsi in un palcoscenico teatrale.
Consigliato a chi: Vuol conoscere le piccole storie personali dietro ogni detenuto.
1. Oz
Scritta e prodotta da Tom Fontana tra il 1997 e il 2003 per la piattaforma HBO, Oz narra le vicende del fittizio carcere di massima sicurezza di Oswald St., Stati Uniti.
All’interno di queste cupe mura esistono diversi bracci come ad esempio il “J” (quello degli ex-poliziotti), il “B” (dei detenuti normali), il braccio “F” (riservato ai sieropositivi) e poi c’è il celeberrimo “Paradiso”, un’area speciale all’interno della quale vigono regole meno restrittive rispetto al resto della struttura tanto che le sbarre sono sostituite pareti di plexiglass e dalle celle denominate “acquari” è possibile guardare la televisione e si possono fare attività culturali come corsi di teatro, lezioni di canto o sedute di gruppo con la psicologa/suora Sorella Peter Marie.
Al centro del braccio vi è poi un enorme atrio dove i detenuti passano la maggior parte della giornata e dove, tra una telenovela in televisione e una partita a scacchi, i detenuti cercano di compiere le loro segrete operazioni malavitose di contrabbando, spaccio, abusi, risse e omicidi.
Per 6 stagioni e un totale di 56 episodi, Fontana ci mostra che cosa accade in questo angolo tutt’altro che limpido del penitenziario con un’angolo di visuale veramente unico, ovvero attraverso gli occhi di uno dei detenuti più caratteristici, Augustus Hill (un paraplegico finito dentro dopo aver ucciso per errore un poliziotto), che con veri e propri versi rap e una creatività abbacinante farà luce su aspetti della vita (non solo dietro le sbarre) a cui non avevamo mai pensato.
Musulmani, irlandesi, nazisti ariani, siciliani, pusher di colore, latini, bikers, fondamentalisti cattolici…la prigione diventa uno zoo in cui ristrettezze e assenza di libertà scateneranno costanti ed esplosive reazioni a catena.
Consigliato a chi: vuole davvero conoscere la vera cupa e dura realtà carceraria.
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