Ho conosciuto Irene Ferri in un pomeriggio d’estate, tra le dune d’argilla dei Calanchi di Pisticci. La prima sensazione che ho provato è stata la curiosità per il suo mondo così strabiliante, un’arte – quella della fotografia – attraverso cui Irene riesce a prestare i suoi occhi al mondo e a donare emozioni. Ma quel che più mi ha colpito di lei era il legame del tutto naturale che aveva instaurato con una terra che, sebbene non fosse la sua, in un certo senso sembrava appartenerle profondamente.
Irene Ferri sulla luna – è così che mi piace definire quel posto magico che si trova in una assolatissima Basilicata – era totalmente a suo agio, come se ne fosse parte integrante e inscindibile. Inutile dire che io non abbia resistito a chiederle un’intervista, la mia è stata una necessità istintivamente impellente che sono davvero lieta di aver assecondato.
Italiana di nascita, californiana d’adozione. Irene Ferri è una fotografa, content creator, docente e communication strategist formatasi tra Milano e Los Angeles. Quando non è impegnata in reportage di viaggi, aiuta i brand e i liberi professionisti a tirare fuori “il bello” dalla loro attività e valorizzare la propria immagine online. Ha lavorato per brand e organizzazioni quali Rolling Stone Italia, TEDxReggioEmilia, Huawei Italia, The North Face, Wanderlust, Regione Lombardia, Skate Love Barcelona.
È stata scelta da Nikon Italia come una dei 9 migliori giovani fotografi in Italia nell’anno 2020.
Conosciamola meglio!

Ciao Irene e grazie per aver accettato di rilasciare un’intervista a MetisMagazine. Da quanto tempo fotografi e come hai iniziato?
Ho iniziato a fotografare più o meno all’età di sedici anni; all’inizio era solo un hobby, molte cose le ho apprese grazie a mio padre, che era già un bravo fotografo, è stato lui che mi ha insegnato i segreti della tecnica fotografica.
E come si dice, “impara l’arte e mettila da parte”!
La fotografia è il modo più naturale che ho di esprimermi, mi sento sicuramente più a mio agio quando comunico attraverso le immagini che quando devo farlo attraverso i testi o le parole.

Fotografi si nasce o si diventa? Quali sono i requisiti per essere un bravo professionista del settore?
Per usare una citazione del grande Maurizio Cattelan direi che “artisti, se si è fortunati, si muore. Tutto quello che viene prima è un lungo percorso per capirci qualcosa.”
Credo che un fotografo debba avere la capacità di guardare oltre e ritengo che questa capacità sia un dono che chi ha la fortuna di possedere traspone nei propri lavori. Chi ce l’ha è un fotografo di talento, un professionista che nel settore può fare la differenza e può, a mio avviso, definirsi un artista, perchè ha portato avanti un percorso di crescita che gli ha consentito di acquisire consapevolezza. Ma credo anche che la fotografia sia un mondo talmente affascinante e irresistibile per così tante persone che non debba essere precluso a quanti vogliano acquisirne la tecnica, ben potendo diventare bravi fotografi anche grazie all’esperienza e alla formazione sul campo.
Sono convinta che per poter essere un bravo professionista del settore occorra estrema empatia con l’ambiente che ci circonda e con le persone con cui ci si trova a lavorare o interagire. Bisogna avere la capacità di leggere le persone e la parola d’ordine è divertirsi.
Io mi diverto molto durante i miei servizi fotografici, specie quando mi occupo di personal branding.
Ho a che fare, il più delle volte, con gente che non è affatto abituata a stare davanti all’obiettivo e mi piace ricavare il più possibile da questa sorta di “inesperienza”; amo rendere i miei interlocutori delle vere star per tutto il tempo in cui sono a contatto con loro.
Oltre a ciò, penso sia imprescindibile avere grande professionalità e, naturalmente, delle più che buone capacità di post-produzione, conoscendo i programmi di più comune utilizzo.

Dove ti sei formata per diventare una fotografa professionista?
Non ho studiato proprio come fotografa, ma piuttosto come cinematographer. Ho conseguito dapprima la laurea in Comunicazione Media e Pubblicità presso la IULM di Milano e poi mi sono trasferita a Los Angeles per proseguire gli studi in produzione cinematografica presso la U.C.L.A.; è chiaro quindi che il mio sguardo fotografico è molto più cinematografico che fotografico in senso stretto, i miei scatti sono come frames di un film.

Cosa caratterizza il tuo stile e in quale genere di fotografia ti senti più a tuo agio?
Amo e scatto due tipologie di foto.
Quando mi occupo di personal branding fotografo persone che lavorano e che hanno bisogno di materiale fotografico per promuoversi o per promuovere la propria attività; non faccio moda, non mi occupo di matrimoni, non posso di certo definirmi una fotografa classica.
L’altro genere di fotografia che tratto è quello del reportage di viaggio, che non equivale a fotografia di viaggio. Lo scopo che mi prefiggo è quello di restituire un’impressione, una sensazione di quel luogo che ho immortalato, non tanto di spiegarlo. Ovunque io vada, dall’America all’Italia, cerco attraverso gli scatti di far provare qualcosa a chi osserva i luoghi che ho visto io, ma non necessariamente le sensazioni e le emozioni di chi guarda coincidono con quelle che ho provato io quando ho toccato quei luoghi.

Canon o Nikon… E perché?
Assolutamente NIKON, scatto con Nikon dal giorno UNO! Negli anni ho investito in fotocamere sempre più grandi e professionali, sempre più performanti.
Quest’anno Nikon mi ha riconosciuto come uno dei nove migliori giovani fotografi d’Italia ed è diventata partner tecnica del mio progetto “IT∀LIA“. Davvero una grande soddisfazione per me!

Come trovi ispirazione per i tuoi lavori?
La mia ispirazione arriva quasi sempre dalla musica. Vado letteralmente in trance quando devo fotografare e mentre mi guardo attorno e mi concentro sugli scatti da realizzare, ascolto musica indie rock inglese o rap italiano; amo Marrakesh e Lady Gaga che sono un po’ i miei punti di riferimento in campo musicale e traggo energia dalle parole, dalle melodie.
Attraverso la musica annullo ogni possibile interferenza proveniente dall’esterno e mi concentro solo su quello che vedo.
Ci racconti uno scatto a cui sei particolarmente legata?
Una fotografia a cui sono molto legata è stata scattata nel teatro dei Calanchi di Pisticci, in Basilicata. È un’immagine che ritrae alcune attrici in una posa guerriera. Quando la guardo penso che, il più delle volte, non ci si renda conto di quanto lavoro può esserci dietro un singolo scatto.
Ho conosciuto i Calanchi di Pisticci l’anno scorso, mi sono recata lì nel novembre 2019 quando non c’erano gli attori; il posto mi ha stregato, ma ho dovuto attendere il lockdown prima di poterci tornare.
Il segreto dei Calanchi mi ha accompagnato per tutto quel tempo e quando ho rivisto quei luoghi non sono riuscita a trovare subito le condizioni ottimali per poter avere quello che per me rappresentava lo scatto migliore di quel posto; una volta la pioggia, un’altra volta un altro impedimento, lo scatto magico è arrivato solo alla quinta volta che mettevo piede in quel teatro naturale.
C’è davvero tanto lavoro dietro ogni singola fotografia, tanto tempo, tanto sacrificio, tanta dedizione, però per me uno scatto perfetto è uno scatto che regala felicità e quello di cui vi ho parlato è uno scatto “felice”, perché racchiude in sé la forza degli attori e la bellezza di quel paesaggio lunare.

Fotografia e viaggio, un binomio perfetto. Cosa ci dici in proposito?
Nel 2013 mi sono trasferita negli Stati Uniti per frequentare la UCLA, per cui sicuramente trovo che viaggiare e fotografare sia un bel binomio, un binomio proficuo, per così dire.
Per la verità ho anche provato a fare la travel blogger per un periodo, ma non era una cosa che si addiceva alla mia personalità; diciamo che non sono interessata in via assoluta a vedere necessariamente ogni angolo del mondo. Avverto piuttosto una grande attrazione per l’Italia e per gli Stati Uniti e mi piacerebbe visitare quanti più luoghi possibile di questi due Paesi.
Ho visto la California, l’Arizona, il New Mexico e altri posti negli States e ho un vero e proprio attaccamento per l’America, in particolare per Los Angeles, che è la mia città del cuore.
Credo che a Los Angeles si respiri un senso di possibilità che va oltre e che non respiri in nessun’altra città del mondo.

Sei l’ideatrice di un progetto molto interessante, IT∀LIA. Di cosa si tratta?
Il progetto IT∀LIA nasce dal senso di insoddisfazione che ho provato al mio rientro dagli Stati Uniti, quando sono tornata in Italia e ho constatato quante risorse abbia il nostro Paese e quanto siano poco utilmente impiegate.
Ho deciso, così, di lanciare la mia sfida alla negatività da cui spesso ci lasciamo travolgere e di ricercare il bello dell’Italia e delle persone che vi abitano, anche laddove sembra andato perduto, perché mai come in questo momento c’è bisogno di positività e di voglia di ripartire!
Volevo tornare a innamorarmi dell’Italia, è nato proprio così il mio progetto. Ho deciso di tradurre in immagini le parole dei tanti italiani che non lascerebbero mai il loro Paese o che sono stati costretti ad andar via per un qualunque motivo e ne avvertono la nostalgia.
Sono stati due anni molto commoventi, trascorsi in viaggio in lungo e in largo per la nostra penisola e ci sono ancora tanti luoghi da toccare e da immortalare. Ad oggi posso dire che sono follemente innamorata del mio Paese e sono orgogliosa dell’immenso patrimonio culturale e artistico che possiede.

Progetti per il futuro?
Sto tenendo due corsi di fotografia e post-produzione online, sto per rilanciare il corso Venice, un percorso virtuale full immersion tra comunicazione e fotografia; sto anche facendo esperienza all’Istituto universitario IUSVE di Venezia e a dire il vero non avrei mai immaginato di insegnare all’università, per cui questa è sicuramente una novità emozionante.
Devo portare a termine il progetto IT∀LIA e naturalmente ho tanti sogni in divenire.
Dove troviamo Irene Ferri?
Per scoprire altro di me o per qualunque richiesta di contatto vi invito a visitare il mio sito
https://www.ireneferri.com/it/
o il mio profilo Instagram
https://www.instagram.com/ire.ferri/
Grazie, Irene per essere stata con noi e per averci concesso una così piacevole chiacchierata.
Grazie a Voi!

Copyright foto: Irene Ferri
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