“Noi siamo, dopotutto, la somma delle nostre esperienze, e l’esperienza comprende non soltanto ciò che facciamo concretamente, ma anche ciò che privatamente immaginiamo”. Philip Roth
Studiare e conoscere il mondo. Un’opportunità unica offerta da Intercultura Onlus, che dal 1955 organizza programmi scolastici internazionali consentendo ai giovani italiani dai 15 ai 18 anni, uno scambio interculturale tra scuola e famiglia, di immergersi totalmente nella lingua e nella cultura di un altro Paese per un anno, un semestre o anche solo per i mesi estivi. Un progetto educativo e formativo che, allo stesso tempo, accoglie, nel nostro Paese, altrettanti giovani studenti affinché vivano la stessa esperienza.
Un’esperienza indimenticabile che dura per tutta la vita. Ma come funziona? E soprattutto quali sono i benefici sul breve, medio, lungo termine sul percorso accademico, lavorativo e personale di chi ha vissuto per un periodo in una delle 65 nazioni collegate, dalla Cina all’Indonesia, dalla Russia al Venezuela?
Luca Depalma, 18 anni, ci racconta il suo anno a 佳木斯 Jiamusi, città-prefettura della Cina nella provincia dell’Heilongjiang.
Ciao Luca, presentati ai lettori che ancora non ti conoscono. Chi sei e che cosa fai nella vita?
Ciao a tutti i lettori di Metis Magazine! Sono Luca Depalma, ho diciotto anni e frequento il quinto anno del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” (opzione scienze applicate)di Policoro (Matera). Ho diverse passioni nella vita: ho studiato danza classica e contemporanea, mi piace moltissimo cantare, ma soprattutto sono affascinato dallo studio delle lingue e culture straniere! Questa passione, coltivata nel tempo, mi ha permesso di vivere un’esperienza di studio all’estero, in Cina. Un’opportunità preziosa non solo per imparare una lingua straniera, ma anche per crescere, confrontarsi con culture diverse dalla nostra, resa possibile grazie ad Intercultura che mette ogni anno a disposizione borse di studio per gli studenti delle scuole superiori interessati a partecipare ad un programma scolastico di scambio interculturale all’estero.
A che punto della tua vita hai deciso di intraprendere questo percorso di studi all’estero con Intercultura?
La mia storia con Intercultura è iniziata qualche anno fa. Ero al secondo anno di liceo, e da un po’ di tempo mi frullava in testa l’idea di voler vivere per un periodo all’estero, di intraprendere un percorso di scambio culturale, di aprirmi al mondo. Avevo bisogno di uscire dalla mia zona di confort e di mettermi alla prova. Ho riflettuto a lungo prima di fare questa scelta: stare lontano dagli affetti per così tanto tempo non sarebbe stato facile. Alla fine ha prevalso lo spirito dell’esploratore!
Come mai hai scelto proprio la Cina?
La Cina mi ha sempre incuriosito. La cultura cinese è una delle più affascinanti, con le sue chiusure e leggende, storie meravigliose e luoghi magici. Essendo un grande appassionato di politica, mi interessava inoltre capire cosa rappresentasse il dispotismo cinese, comprendere la realtà politica del Partito Comunista Cinese. La Cina, d’altronde, è il paese comunista più longevo della storia. Il suo importante ruolo come principale produttore al mondo di qualsiasi tipologia di merci, e l’impatto sul commercio globale che esercita, è ormai noto a tutti. I media del mondo parlano del miracolo economico cinese, ma l’altra faccia della medaglia, non è affatto raccontata. Io volevo conoscere la Cina rurale quella parte arretrata rispetto al resto del Paese, quella senza voce.
Quali sono state le differenze tra la scuola in Italia e quella nel tuo paese di adozione? Pro e contro?
Il sistema scolastico in Cina è molto rigido, impegnativo e competitivo. Per un giovane studente cinese, la maggior parte della giornata viene trascorsa a scuola oppure viene dedicata allo studio individuale. Ho frequentato una scuola di specializzazione nelle professioni sanitarie, e mai dimenticherò quei tanti ragazzi che smerigliavano e creavano protesi dentali con una precisione quasi maniacale. Ho studiato i fondamenti della medicina tradizionale cinese e seguito qualche lezione di agopuntura, una delle branche fondamentali della medicina cinese. Indimenticabile!
Uno degli aspetti positivi è stato quello di mettere in atto le competenze acquisite in classe, frequentando laboratori e utilizzando attrezzature di ultima generazione, fondamentali per stare al passo con i tempi. Tra gli aspetti negativi, sicuramente, la mancanza di tempo libero: i miei coetanei passavano tutto il loro tempo a scuola e non avevano l’abitudine di trovarsi da qualche parte per trascorrere delle ore insieme. Il risultato per loro era molto importante, quasi un’ossessione. Avevano un’ansia eccessiva, temevano di non riuscire a superare i test d’ammissione all’Università, ma soprattutto di deludere i loro genitori.
Com’è la Cina? Raccontaci quello che ti ha colpito di più.
Grande, questo è l’unico aggettivo che mi viene in mente per descrivere la Cina. È un paese vastissimo, diverso da una provincia all’altra, dalle mille sfaccettature. Mi hanno particolarmente colpito i paesaggi che ho avuto la possibilità di scoprire e ammirare grazie ai viaggi organizzati da AFS Intercultura. Ho visitato la Cina da Nord a Sud, dal gigantesco Festival del Ghiaccio di Harbin (哈尔滨冰雪节) alle montagne ed ai paesaggi primaverili in pieno dicembre dello Yunnan. Anche il cibo mi ha completamente rapito! Non è vero che si mangia solo carne di cane.
Che cosa ti ha insegnato questo paese? E cosa ti sei portato a casa del suo popolo, della scuola e della comunità che ti ha ospitato?
La Cina è un paese che farà parte di me per sempre. Mi ha insegnato tantissimo. Mi ha permesso di entrare in contatto con un’altra cultura, con i propri limiti, di superare e vincere le paure. Quando sei nella tua terra non realizzi quante cose potresti perdere, allontanandoti invece capisci quanto ti manca. La Cina mi ha fatto apprezzare moltissimo l’Italia e la mia regione, la Basilicata.
Ti piacerebbe ritornare?
Assolutamente si, in Cina ho lasciato una parte di me.
Oggi sei un volontario Intercultura. Cosa diresti a chi vorrebbe studiare nel tuo paese di adozione o in generale a chi vorrebbe iscriversi ad un programma Intercultura?
Iscrivetevi, partite! Senza Intercultura non sarei quello che sono adesso. Questa esperienza mi ha stravolto la vita come mai avrei immaginato. L’associazione Intercultura fondata nel 1955, è una ONLUS presente in Italia in 161 città, formata da volontari che ti seguono e accompagnano in un percorso guidato che ti permetterà di vivere al meglio l’esperienza all’estero. C’è ancora tempo fino al 10 novembre per iscriversi alle selezioni, e consiglio ai lettori di visitare il sito http://www.intercultura.it e di mettersi in contatto con i volontari di zona, che sapranno sicuramente chiarire ogni dubbio!I programmi sono rivolti prioritariamente a studenti delle scuole superiori di età compresa tra i 15 e i 18 anni.
Cosa cambia con l’emergenza sanitaria in corso?
Per Intercultura cambia poco! Nel rispetto delle normative igienico-sanitarie vigenti in tema Coronavirus (Covid-19) i dirigenti dell’associazione hanno deciso di digitalizzare i processi di selezione e stanno lavorando con i colleghi delle altre associazioni AFS nel mondo per verificare e permettere l’arrivo dei ragazzi in completa sicurezza.
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