Il Covid non esiste, l’olocausto non è mai avvenuto e la terra è inevitabilmente piatta.
Quante volte abbiamo sentito affermare almeno una di queste verità?
Si, perché, se con l’avvento del millennium bug avevate tirato su un sospiro di sollievo credendovi fortunati di esser nati nell’era dell’informazione, dell’evoluzione scientifico-tecnologica tanto da non rimpiangere gli affascinanti scenari del mondo antico, c’è da prender coscienza che sicuramente qualcosa è andato storto.
A rovinare l’atmosfera evolutiva, spingendoci con impeto in un capitolo della storia leggermente rivisitata ci sono loro: i negazionisti.
Chi sono?
Fautori del negazionismo, una corrente pseudo-storica o pseudo-scientifica, volta a negare un evento storico come un genocidio, una pulizia etnica, un crimine contro l’umanità, una malattia come l’AIDS e persino il Covid-19.
Li troviamo anche nella versione di terrapiattisti, coloro che non credono che la Terra sia sferica:
Galileo? Un impostore. La Nasa? È alla base del più grande complotto di sempre, che coinvolge anche piloti e hostess. La Terra è piatta, è evidente. E il Sole ci gira intorno
Sembrerebbe andare a braccetto la correlazione tra evoluzione della comunicazione, oltre che scientifica, e nascita di coloro che invece di negazionisti prediligono autoproclamarsi revisionisti.
E se il negazionismo è opera di una disinformazione dell’opinione pubblica, bisognerebbe far luce su molti dei punti fondamentali della nostra storia che, ad un certo punto, hanno preso una piega differente.
Moltissimi sono gli stati dell’Unione Europea che puniscono penalmente il negazionismo tra cui possiamo menzionare la Francia, il Belgio, la Spagna, il Portogallo e persino la Germania che grazie all’introduzione di tale legge dal 1985, nel 1992 condannò l’ex ufficiale nazista Otto Ernst Remer.
In Italia il negazionismo ha trovato finalmente riconoscimento il 28 giugno 2016, con la legge 16 giugno 2016, n. 115.
Il negazionismo è divenuto penalmente rilevante in virtù della modifica dell’art. 3, legge n. 654/1975, cui è apposto un comma 3-bis, che commina
«la pena della reclusione da due a sei anni se la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7, 8 dello statuto della Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232».
In questo LXIII numero di Metis Magazine abbiamo voluto affrontare la controversa dicotomia tra Negazionismo e Scienza, tema, oggi, più attuale che mai.
Come sempre abbiamo cercato di affrontarlo attraverso differenti argomentazioni intrise di numerosi spunti di riflessione unendo il tutto alle nostre immancabili rubriche e alle interviste esclusive.
Senza alcuna pretesa di esser stati esaustivi, vi invitiamo a non perdervi questo originale numero di Marzo.
Buona lettura.
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