«C’è una sola cosa che si scrive solo per sé stesso, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno».
C’è chi sta sovvertendo questo ordine di idee, è il friulano Giulio Castoro. Dal 2012 gestisce la pagina Instagram “Insta della spesa”, che raccoglie tutte quelle liste della spesa, alcune molto folkloristiche, che spesso si trovano abbandonate nei parcheggi dei supermercati, nei carrelli o dietro le casse.
Le liste postate fanno parte della sua collezione, ma ci sono anche quelle inviate dai suoi follower.
L’aspetto affascinante è la dimensione di intimità con cui si entra immediatamente in contatto leggendo una lista della spesa: si può capire molto della persona che l’ha scritta, e non solo in merito alle proprie abitudini alimentari. Ma al proprio stile di vita, a cosa solitamente viene dimenticato, ai messaggi appuntati su pezzi di carta di fortuna, post-it e vecchie settimane enigmistiche.
Ora che si è perso l’uso di scrivere a mano lettere, cartoline e persino biglietti di auguri, è rimasto comunque qualcosa che puntualmente scriviamo tutti, ma spesso dimentichiamo a casa: la lista della spesa.
Come nasce la sua passione per le liste della spesa? E quando ha iniziato a collezionarle?
La passione è nata grazie ai miei nonni. Senza che se ne siano mai accorti, io sottraevo loro le liste che mia nonna Maria scriveva in un italiano stentato e tremolante per mio nonno Piero. Io accompagnavo mio nonno a fare la spesa e, alla fine degli acquisti, chiedevo a lui se potesse lasciarmi quel foglietto tutto stropicciato. Ho sempre pensato che fossero dei piccoli tesori, perché i miei nonni non sono andati oltre la seconda elementare e quindi ogni loro reperto manoscritto lo ritenevo un oggetto più prezioso del Sacro Graal. Col tempo ho iniziato a interessarmi anche a quelle degli altri che trovavo abbandonate in giro nei supermercati e, ormai da 7 anni ho una ricca collezione.
Una doverosa precisione: per mia Nonna Maria la mia presenza doveva essere un aiuto per la spesa, ma devo ammettere che sono state pochissime le volte in cui io e mio nonno siamo tornati a casa senza sentire le lamentele di mia nonna. Mancava sempre qualcosa.
Ad oggi quante liste rientrano nella sua collezione?
Non le ho mai veramente contate, ma ho tre scatole di scarpe piene zeppe che fanno fatica a chiudersi, oramai. Credo di essere intorno al migliaio di liste.
Dove le trova solitamente?
Le trovo letteralmente dappertutto. Ma ovviamente il posto in cui è più facile trovarle sono le zone nei pressi del deposito dei carrelli del supermercato. In quel momento, ognuno di noi si riprende la propria moneta e si libera contemporaneamente di quei foglietti che ormai non servono più. Ecco, per me quello è il momento esatto in cui quello che per gli altri diventa carta straccia, per me assume un valore inestimabile.
Ogni lista della spesa ha qualcosa da raccontare, da alcune si possono ricostruire interi menu. Lei cosa “vede” nelle liste della spesa?
Grazie alle liste della spesa io riesco a mettere il naso dentro le dispense degli italiani. Negli anni ho capito che, dopo la camera da letto, il secondo luogo più intimo di una casa è proprio la cucina. Sentiamo spesso parlare di “pancia del Paese”, ecco, a me interessa più sapere cosa c’è dentro questa famosa pancia. E ho scoperto che il prodotto che proprio non può mancare nelle nostre liste è incredibilmente lo yogurt (che sulle liste della spesa trovo scritto quasi sempre in forma sbagliata).
Nel 2012 ha aperto il seguitissimo account Instagram insta_della_spesa. Alcune liste sono fantasiose, bizzarre, persino artistiche. C’è una tipologia di lista che preferisce ad altre?
Le mie preferite sono quelle liste che io chiamo “Sandro e Raimondo”. Sono le liste in cui marito e moglie o fidanzato e fidanzata si scambiano anche qualche frase, oltre ai prodotti da mettere in frigo. Negli anni ho trovato scenate di gelosia, richieste di attenzione e persino meravigliose dichiarazioni d’amore.
Quale lista avrebbe voluto scrivere?
Diciamo che sono l’espressione vivente del modo di dire che “Il calzolaio va con le scarpe rotte”. Anche io che sono un collezionatore di liste della spesa, in realtà non scrivo praticamente mai liste della spesa. Cerco di fare la spesa facendo affidamento totalmente sulla mia memoria. Ma ammetto che è un fallimento, perché che sono almeno due mesi che mi dimentico di comprare la carta forno e non riesco a preparare la pizza nel forno di casa.
Ha mai pensato di portare la sua collezione di liste della spesa al di fuori del mondo online e social?
C’è in cantiere il progetto di trasformare le liste della spesa più belle in piccoli racconti da raccogliere in un libro. Ogni lista, secondo me, nasconde un piccolo microcosmo unico e prezioso da cui trarre ispirazione per immaginare situazioni quotidiane in cui ognuno può riconoscersi. Storie di single che fanno la spesa per organizzare una cena galante, coinquilini che cercano il colpevole che si è dimenticato di comprare la carta igienica oppure coppie che sfogano la loro frustrazione su questi innocenti foglietti.
Se dovesse compilare una lista della spesa “della vita” cosa appunterebbe?
Probabilmente chiederei di avere un’ultima possibilità per poter “rubare” ancora un’ultima lista scritta da mia nonna che ormai non c’è più.





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