Tempo fa mi è capitato di vedere un video molto originale di sperimentazione sonora, affascinata da una scenografia cinematografica molto accattivante e curata nei minimi dettagli, mi faccio trascinare dalla musica e dalla storia, per poi scoprire che il video era stato girato in Basilicata e che gli artisti erano lucani. Incuriosita da questo nuovo genere musicale, decido di conoscere più da vicino i suoi ideatori e di contattarli subito per un’intervista. Ed eccoci qui per scoprire insieme chi sono e immergerci nel mondo del Fantasï Pop!
Ciao Ragazzi, grazie per aver accettato di rilasciare un’intervista al nostro magazine!
Chi sono i 2eleMenti?
Definirci una band non sarebbe del tutto esatto o meglio, all’atto pratico sugli stage sì, tuttavia non siamo nati con l’intenzione di sconvolgerci in un garage o di annebbiarci i sensi per immaginare mondi che nessuno capirebbe.
2eleMenti è un progetto artistico transmediale e il gioco di parole rivela l’essenza di un’entità unica che si manifesta attraverso due individualità: quelle di Elm e Lord Cerino.
Come è nata l’idea del vostro progetto artistico?
Nello stesso modo in cui ogni essere umano si avvicina alla bellezza: tramite l’attrazione e l’immaginario che i suoni ci restituivano.
Con molto orgoglio possiamo dire di aver vissuto un passato incantato, folgorati dalle antiche leggende sul castello che ci appare solo a pochi metri da casa, nel nostro borgo. Frequentemente queste “storie” ci venivano raccontate al chiaro di luna o cantate come usavano fare i menestrelli. Da lì ad essere attratti dalla musica il passo è stato molto breve, quasi inesistente. Se ci pensate è molto semplice avvicinarsi alle cose immense, sembrano vicinissime anche quando sono molto lontane. Questo ha stimolato la nostra curiosità, il nostro spirito avventuriero: il desiderio che diventa “volontà di potenza”.
Cos’è il Fantasï Pop e perché questa scelta?
Il vero mistero che ci ha accompagnato, prima di abbracciare la filosofia di vita Fantasï Pop, non è stato tanto capire chi fossimo ma capire cosa saremmo dovuti essere e soprattutto da dove partire.
Questa “caccia al tesoro” si è trasformata in una ricerca profonda e straordinaria, che ci ha fatto approdare alla conclusione più inaspettata: quei due ragazzi erano e sono il prodotto della loro fantasia, nel modo di interpretare la vita, nel modo di rapportarsi al mondo e alle persone, nel modo di vivere la realtà attraverso l’imperante libertà dell’immaginazione. Questo ci ha spinti a cercare non solamente l’esclusività nella musica che produciamo ma la magia di sentirci magnificamente unici, come tutti potremmo essere.
Le opere che scriviamo sono la cartina al tornasole di questa filosofia che abbiamo chiamato Fantasï Pop. Ecco perché solo e solamente in principio esiste una differenza tra i 2 ragazzi e i 2eleMenti. Dopo numerosi naufragi emotivi possiamo dire che siamo stati due ragazzi che sarebbero diventati certamente – in un modo o nell’altro – i 2eleMenti. Il Fantasï Pop oltre che un genere, è uno stile di vita che nasce dall’idea che nell’epoca contemporanea l’unica originalità possibile è quella che si origina dalla fantasia soggettiva.
Nei vostri video c’è molto di cinema, ci sono registi a cui vi ispirate e perché?
Volendo entrare nello specifico i riferimenti più stimolanti sono i grandi compositori come Mozart, Bach, Verdi, Puccini, Liszt e il resto della “compagnia dell’anello” che tutti dovremmo conoscere, se non de facto almeno di nome. Per quanto riguarda gli stimoli che arrivano non direttamente dalla musica i riferimenti sono tanti, da Shakespeare a Dostoevsky a Orwell, Tim Burton, David Lynch. Insomma il numero dei nostri miti è davvero infinito.
Questo preludio non voleva evitare la vostra domanda ma è indispensabile per spiegarvi il perchè c’è molto di cinema anche se partiamo sempre dal nostro territorio di riferimento che è la musica. La risposta è molto semplice: la fantasia ha gli occhi e necessita, almeno per quello che si può, di essere vista mentre la si ascolta. Secondo la nostra visione, oggi sono le realtà parallele che fanno la differenza, i propri spazi ideali, il sano contatto con noi stessi; concetti che possono apparire proverbiali ma che fanno dell’uomo un umano anziché un umanoide.

Secondo voi fare musica in Basilicata rappresenta un’opportunità o può essere un ostacolo per chi ha un talento o una passione?
Di quali opportunità parliamo? Delle stesse che hanno ridotto la musica a un cumulo di macerie? Creare in un piccolo paese della Basilicata è stata la nostra salvezza, proprio come l’essere umano si avvicina alla bellezza attratto dall’immaginario che i suoni gli restituiscono. Basti pensare al nostro passato “incantato” e a questo presente “disincantato” per capire l’importanza della nostra terra, dei nostri luoghi, della nostra contea, come direbbe il saggio Tolkien.
I centri nevralgici in discussione sono indispensabili alla fine del percorso ma non avremmo mai potuto pensare le nostre opere in una città quando fin da piccoli siamo stati folgorati da un maestoso maniero sempre sopra le nostre teste.
In base alla vostra esperienza, nel panorama musicale lucano cosa manca o cosa si potrebbe fare meglio per aiutare giovani artisti e creativi che vogliono investire in questo settore?
Per quanto ci riguarda, al panorama musicale lucano manca solo la fiducia. Molto spesso l’idea che qui ci sia il nulla cosmico si sostituisce ai vantaggi reali: la calma, gli spazi, l’umanità. Quello che possiamo dirvi è la domanda che ci siamo posti dopo l’interrogativo “cosa si potrebbe fare”; è stata “allora, cosa dobbiamo fare?
Qualche curiosità sui vostri progetti futuri?
Attraversare le pareti che racchiudono il presente, non siamo in cerca del nostro binario 9 e 3/4, solo di un mondo Fantasï Pop.
Grazie! E’ stato molto interessante conoscervi e non vediamo l’ora di seguire i vostri prossimi progetti! Good luck!
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