La sostenibilità diventa un valore per dare appeal ai centri urbani e rilanciare l’economia, e contemporaneamente si prendono cura del futuro del Pianeta e del suo sviluppo urbano sostenibile. La sostenibilità si interseca con un’altra scommessa, quella delle smart cities, le città intelligenti.
Negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative. Una delle più autorevoli è la “Carbon neutral cities Alliance” (Cnca): 22 città, da Adelaide a Yokohama passando per New York, Seattle e Toronto, unite dal filo rosso della ricerca della neutralità climatica.
Oslo, prima città con un “Climate budget”: a partire dal 2017 accanto al bilancio finanziario ha previsto un sistema «per calcolare le emissioni come si contano le monete». La capitale norvegese fa parte della Cnca ma anche del C4o, la rete di città impegnate a tradurre l’Accordo di Parigi sul clima nella realtà locale. L’anno successivo alla firma del patto avevano già aderito 40città (da qui il nome), oggi se ne contano 97.
Tra le italiane del C4o ci sono Milano, Roma e Venezia.
Ma quali sono le città che stanno raggiungendo degli ottimi traguardi e da cui ripartirà il turismo da quando si potrà, nuovamente, viaggiare liberamente?
San Francisco
La sostenibilità è in prima linea in ogni aspetto delle infrastrutture e anima di San Francisco. Il progetto Climate Reality ha nominato San Francisco una delle cinque migliori città del mondo nel 2017. La città continua a impegnarsi nella causa, in parte grazie al suo esteso network di organizzazioni sia private che governative ecosostenibili, che includono anche l’organizzazione governativa locale, SF Environment.
Nel 2018, Uber ha lanciato proprio a San Francisco il suo ultimo progetto: Uber Bike by Jump. È un progetto di bike sharing che mette a disposizione bici elettriche per i cittadini e i visitatori che utilizzano l’App Jump.
L’obiettivo, del resto, è bandire entro il 2040 l’uso di combustibili fossili per il trasporto in e verso la città. Anche la cucina, a San Francisco, è zero waste, biologica e pulita.
Dal Lactobacillus sanfranciscensis, lievito madre dalle note acide e salmastre, che dona al pane un aroma unico, all’attenzione alla salubrità nella dieta quotidiana.
Oslo
La Norvegia ha per decenni vissuto grazie all’industria petrolifera, ora lavora attivamente nel tentativo di sviluppare settori e industrie alternative per differenziare la sua economia e sopravvivere grazie a un futuro che prevede la fine delle emissioni di CO2 da combustibili fossili.
Nominata capitale verde europea del 2019, durante tutto l’anno le istituzioni norvegesi hanno voluto mostrare i loro progressi in ambito politico ed economico portandoli al centro del discorso anche durante la Cop25.
La capitale norvegese ha ben 3000 colonnine per ricarica e una nuova auto su tre elettrica. Ai viaggiatori propone escursioni lungo i fiordi e i boschi, silenziose e a emissioni zero. Gli stessi abitanti della città stanno riscoprendo forme di mobilità green.
Reykjavik
Capitale dell’Islanda. La città più verde del mondo punta sull’energia eolica. Dal fotovoltaico alle pale eoliche fino ai sistemi di depurazione delle acque, Reykjavik è un simbolo per tutti gli ambientalisti. Solo lo 0,1% dell’energia elettrica prodotta è dovuto ai combustibili fossili che sono inquinanti e costosi. Anche il trasporto pubblico funziona a idrogeno.
Situata proprio sul percorso della dorsale medio atlantica, sede della più grande catena montuosa del pianeta, l’isola è uno dei luoghi più ricchi al mondo di vulcani, fanghi termali e geyser. E ha imparato a usarli, oltre che per fini turistici, per contrastare i gelidi inverni locali, incanalando il calore della terra negli impianti di riscaldamento e imbrigliandolo per produrre elettricità.
Bogotà
Si distingue per le politiche di tutela ambientale: ricorso massiccio al trasporto di massa, la rivitalizzazione e la manutenzione di più di un migliaio di aree verdi, la drastica riduzione degli inquinanti atmosferici.
In città esistono 200 km di piste ciclabili che creano una corrente di aria pulita, stimolando i cittadini all’attività motoria all’aperto e creando momenti di condivisione cittadina. La percentuale della popolazione che si sposta in bicicletta in Bogotá è salita dallo zero al cinque per cento. Per restituire le strade cittadine agli abitanti è stata istituita la ciclovia della domenica, con le vie chiuse al traffico delle auto e aperte alle biciclette, ai pattini, agli skateboard, alle persone con i cani a passeggio. Vengono inoltre allestiti palchi nelle piazze e si può partecipare a lezioni di aerobica, stretching, ballo, movimento per bambini, inseriti in un’atmosfera di grande festa.
Lisbona
Capitale green europea del 2020, dopo Oslo, ma unica ad avere ottenuto il riconoscimento nel Sud Europa, Lisbona da tempo incentiva la mobilità elettrica e vanta più di 500 colonnine di ricarica, un sistema di bike-sharing lanciato nel 2017 con due terzi della flotta elettrica e car sharing con minicar adatte a percorrere le strette stradine che si inerpicano su e giù per i sette colli su cui sorge la capitale.
Inerpicarsi tra le stradine della città ne vale la pena anche solo per gustare i Pastéis de Nata, a la Pastéis de Belém, ovvero i tortini tradizionali portoghesi, sono preparati seguendo la ricetta originale, che ovviamente è segretissima.
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