Nel mondo della moda la suddivisione tra femminile e maschile è ancora molto presente. È un dato di fatto, finora lo stile è stato costruito intorno a due categorie ben definite. È possibile constatarlo principalmente nei negozi, con abiti divisi in due sezioni: uomo e donna.
Quando il concetto di stile è influenzato dagli stereotipi di genere, anche per l’abbigliamento vengono stabiliti limiti. L’espressione di sé e la creatività sono limitate. Ciò che fanno le norme di genere è prendere gli stili personali, l’espressione di sé e la creatività, chiudendo tutto in una scatola. Una scatola che dice cosa si può fare e non fare.
La moda gender neutral è una delle tante questioni su cui i detrattori della fantomatica teoria gender amano accanirsi di più. Appellandosi all’idea che vestirsi diversamente dai canoni che la norma prevede per il proprio genere sia contro natura, cadono in un grande fraintendimento: non c’è nulla di naturale infatti nell’abbigliamento, e men che meno in un principio che divide i vestiti da uomo e quelli da donna. La moda gender neutral è sempre esistita.
L’identità sessuale di un individuo non viene stabilita dalla natura e dal dato biologico, ma unicamente dalla soggettiva percezione di ciascuno che sarà libero di assegnarsi il genere percepito, “orientando” la propria sessualità secondo i propri istinti e le proprie mutevoli pulsioni.
È il genere che stabilisce, in ultima analisi, l’identità sessuale di un individuo. Non si è uomini e donne perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali. Ci sono semplicemente uomini, liberi di assegnarsi autonomamente il genere che percepiscono al di là del loro sesso di nascita.
Scardinare gli stereotipi, annullare le categorie, e parlare esclusivamente di identità è un passaggio necessario per una società libera da preconcetti. Se lo si fa a scuola, tanto meglio.
Motivo per cui alcuni insegnanti in Spagna hanno iniziato a indossare gonne in classe per combattere gli stereotipi di genere, aderendo al movimento #laropanotienegenero, “i vestiti non hanno genere” .
L’iniziativa è nata su Twitter, dopo che l’insegnante di matematica Jose Piñas ha pubblicato una foto in cui indossava una gonna in classe, per sostenere lo studente Mikel Gómez, espulso da scuola per aver scelto di indossare una gonna. Gomez ha raccontato la storia in un video su TikTok.
Di recente l’iniziativa #LaRopaNoTieneGenero ha fatto nuovi proseliti. Lo scorso maggio due insegnanti della scuola elementare Virgen de Sacedon a Valladolid, Borja Velaquez e Manuel Ortega, hanno deciso anche loro di indossare la gonna per denunciare un nuovo caso di discriminazione di genere e insulti omofobi indirizzati ad uno dei loro alunni.
Se l’ambiente scolastico dovrebbe educare al rispetto, alla diversità, alla coeducazione e alla tolleranza, aderire alla campagna #LaRopaNoTieneGenero è un atto dovuto. L’hashtag vuole insegnare che il modo in cui ci vestiamo non indica necessariamente il nostro orientamento sessuale o la nostra identità di genere.
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