Se è palese che la pandemia da Covid-19 ha cambiato e continua a cambiare le nostre vite, non solo nei rapporti sociali, ma soprattutto negli scenari economici; è pur vero che lo spirito di adattamento e la capacità di reinventarsi riescono ad avere la meglio.
I settori evidentemente più colpiti restano il culturale e il turistico, che hanno subito una considerevole battuta d’arresto. Trovando poi nuove modalità di fruizione per il primo, e portando alla ribalta modalità di viaggiare finora considerate di nicchia.
Negli ultimi anni, precedenti alla pandemia, stavano già prendendo piede forme di turismo slow, alla scoperta dei territori tramite attività outdoor, totalmente immersi nella natura e nella cultura dei luoghi.
La scelta della ricettività è sempre più orientata verso strutture dalle caratteristiche uniche e dai servizi personalizzati. Motivo per cui hanno iniziato a spopolare tree house, babbletree e glamping.
In ultimo si assiste al fenomeno delle Boat&Breakfast, simile al concetto del Bed&Breakfast, ma su mare. Una forma di ricettiva che si effettua su imbarcazioni attraccate in porto, in cui è previsto pernottamento e prima colazione.
Non si tratta, quindi, del noleggio dell’imbarcazione. Infatti nella maggior parte dei casi, tra i servizi offerti, non è prevista la navigazione. Eccezion fatta per quei Boat&Breakfast che prevedono delle escursioni per raggiungere luoghi di particolare interesse.
È bene ricordare che per sostare in porto non è prevista patente nautica, ma per navigare sì. Per poter avviare un’attività ricettiva in mare, non è necessario avere la patente nautica, a meno che non si prevedano degli spostamenti. Ma in quest’ultimo caso è sempre possibile rivolgersi ad uno skipper esperto che possa effettuare la navigazione.
L’origine del fenomeno dei Boat&Breakfast nasce negli Stati Uniti, arriva in Europa nel 2008, in particolare ad Amsterdam e Stoccolma, con delle formule ricettive simile agli ostelli. Anche in Italia prende piede questa particolare forma di ricettività (ed è tuttora in forte ascesa), in primis a Genova, successivamente nelle altre città portuali.
Questa esclusiva formula ricettiva permette di vivere il mare anche nei periodi invernali, quindi di destagionalizzare una parte dei flussi turistici in quelle località fortemente condizionate dalla stagionalità per le peculiarità territoriali.
Il segmento turistico a cui si rivolge è ancora di nicchia, ed è compreso anche il comparto dei viaggi d’affari, la permanenza media è di 4/5 notti.
L’esperienza di dormire cullati dal mare è unica, e per chi vuole vivere una vacanza all’insegna della lentezza e dell’essenzialità, questa sembra essere la formula perfetta.
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