C’è chi ha paura del buio, chi di attraversare la strada, chi dei ragni. C’è chi addirittura ha paura di perdere i capelli.
Le fobie e le paure immotivate nei confronti di oggetti e situazioni hanno attraversato la storia e sono, ancora oggi, sempre più diffuse.
Il termine fobia deriva dal greco φόβος, phóbos, “panico, paura” e indica una sensazione di paura e/o minaccia incontrollabile di fronte a certe situazioni, oggetti, attività, animali, ma che non rappresenta una reale minaccia per la persona. Nei casi più gravi, le fobie possono limitare l’autonomia delle persone innescano un fenomeno noto come “evitamento”.
Il padre della medicina Ippocrate, fu il primo a lasciarci una testimonianza scritta su questa paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa, descrivendo il caso di due soggetti aventi rispettivamente l’uno la fobia del crepuscolo e l’altro dei ponti, precipizi e fossati. Non mancano poi le fobie di celebri personaggi storici, come quella dell’imperatore romano Augusto, tormentato dalla nictofobia, la paura del buio.
Il terzo imperatore romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia, Caligola, invece, soffriva di ceraunofobia: fobia specifica di tuoni e fulmini.
Lo scrittore e poeta Alessandro Manzoni, considerato uno dei maggiori romanzieri italiani di tutti i tempi per il suo romanzo “I promessi sposi”, soffriva, per esempio, di numerose fobie. Tra queste l’agorafobia (paura degli spazi aperti). Nel 1810, infatti, mentre si trovava nell’affollatissima Place de la Concorde a Parigi, insieme alla prima moglie Enrichetta Blondel, in occasione dei festeggiamenti per il matrimonio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria, fu colto da un attacco di vertigini.
La misofobia, ovvero la paura di venire a contatto con lo sporco e con i germi, “contagiò” anche il fondatore del Fascismo, Benito Mussolini. Non è un caso se il duce avesse riportato in auge il saluto romano proprio per limitare le antiigieniche strette di mano.
Dal maestro del brivido non ci si aspettano paure e fobie e invece a colpire Hitchcock fu l’ovofobia (la paura e repulsione per le uova), una fobia rara e poco codificata.
“Ho paura delle uova – disse una volta – anzi peggio, mi rivoltano. Quella roba bianca rotonda senza buchi… e quando la apri c’è dentro quell’altra roba gialla senza buchi… Avete mai visto qualcosa di più rivoltante di un tuorlo che si rompe e schizza il suo liquido giallo? Il sangue è rosso e allegro. Ma il tuorlo d’uovo è giallo e schifoso”.
Assai più di recente il bellissimo attore Johnny Deep, ha confessato di avere una paura folle dei pagliacci: dopo aver visto il film It è rimasto così tanto traumatizzato che non riesce più a sopportare la vista di un clown.
L’ente britannico YouGov UK ha condotto un’indagine per conoscere quali fossero le fobie più diffuse tra le persone. Ecco la classifica:
Acrofobia (paura delle altezze);
Ofidiofobia (paura dei serpenti);
Glossofobia (paura di parlare in pubblico);
Aracnofobia (paura dei ragni);
Claustrofobia (paura dei piccoli spazi);
Musofobia (paura dei topi);
Belonefobia (paura degli aghi);
Pteromeranofobia (paura che riguarda tutte le forme di volo);
Agorafobia e enoclofobia (paura degli spazi aperti e paura dei luoghi affollati);
Coulrofobia (paura dei clown);
Nictofobia (paura del buio);
Emofobia (paura del sangue);
Cinofobia, ovvero la paura dei cani.
LE TRE PAURE IRRAZIONALI PIÙ BIZZARRE
Gamofobia. La paura irrazionale e incontrollabile del matrimonio. Diversi sono i motivi che possono contribuire a creare questo disagio che colpisce sia gli uomini che le donne. Tra questi senza dubbio la paura del fallimento.
Euretofobia (o eritrofobia). La paura ossessiva di arrossire in volto. La parola infatti deriva dal greco ἐρυθρός, éruthros «rossore». Questa manifestazione è frequente tra i giovani e le persone timide.
Triscaidecafobia. La paura irragionevole del numero tredici, legata alla cultura popolare e alla superstizione. Il numero porterebbe sfortuna anche se associato al venerdì.
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