ATTUALITÀ

LA PAURA SOCIALE DEL “DIVERSO”

Cosa si intende per paura del diverso? Anche se la domanda che bisognerebbe porsi a monte è “cosa si intende per diverso?”

In linea generale, tale paura, si può classificare come l’insieme di emozioni negative e sfavorevoli che si attivano, come meccanismo di difesa, quando ci si trova davanti a persone con caratteristiche differenti rispetto alle proprie, come il colore della pelle, il credo religioso o l’orientamento sessuale.

C’è un termine esatto per definire la paura del diverso: xenofobia.

“La xenofobia viene oggi erroneamente considerata razzismo. Il timore per il diverso, diverso di religione, razza o nazionalità, non significa necessariamente razzismo poiché per razzismo si intende la convinzione preconcetta che la specie umana sia suddivisa in razze e che, una particolare razza, possa essere definita “superiore” o “inferiore” a un’altra. La xenofobia (dal greco xenophobia, ossia “paura del diverso”) è, invece, la paura di ciò che è distinto per natura, razza o specie.”

Tornando al quesito posto inizialmente, in automatico si genera un’altra domanda: perché l’uomo dovrebbe temere ciò che è diverso da lui?

Fin dai tempi antichi la mente umana teme, pensando di proteggersi, ciò che è diverso dal proprio sistema valoriale, dalla propria identità e anche dalla propria immagine.

Tale paura è insita nel genere umano e si sviluppa già nel bambino dall’età di otto mesi difronte ad un individuo estraneo al nucleo familiare. In base all’atteggiamento dei genitori nei confronti dell’estraneo, il bambino tenderà a mostrare fiducia o ansia e paura.

Se nell’infante la paura dell’estraneo, quindi del diverso, è del tutto irrazionale; nell’adulto è frutto di un meccanismo di consolidazione di tali paure, figlie del preconcetto. Non sempre si è consapevoli di mettere in atto dei processi di discriminazione, poiché si è fortemente influenzati dal proprio contesto, sociale e culturale, di appartenenza.

La paura per il diverso si è evoluta insieme all’uomo e, di conseguenza, insieme al suo modo di rappresentare la realtà. L’etichettatura è il primo passo verso la costruzione dell’oggetto contro il quale può essere diretto l’odio xenofobo.

Ma la diversità è anche sinonimo di ricchezza e di scoperta. Basti pensare a come le diverse culture si influenzino vicendevolmente. Partendo dagli oggetti di uso comune, per finire alle tendenze culinarie e al concetto che c’è alla base del turismo, ossia quello di scoperta di mondi diversi dal proprio.

In un mondo globalizzato, quindi, non si può che considerare la diversità come un valore aggiunto e un’opportunità per ampliare le proprie conoscenze, abbattendo i limiti del pregiudizio.

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