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Metus, timor, pavor… Che cos’è la paura?

Metus, timor, pavor…tanti modi per dire paura.

Sì perché essa, seppur in dosi differenti, ci accomuna proprio tutti. La sua natura è multiforme, a volte si presenta sotto forma più comune e a volte in forme davvero rare. Per esempio, la paura del buio che governa la stragrande maggioranza delle menti infantili o la paura di volare, di rimaner soli, di attraversare folle di persone, o semplicemente di parlare in pubblico. Queste solo solo alcune delle fobie che accomunano l’essere umano. Ma questa emozione primaria riguarda anche il genere animale.

Galimberti l’ha definita:

“Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga”.

Quando l’ansia di fronte a un determinato oggetto, animale o evento è notevole e non può essere controllata dalla ragione, si parla di fobia. Questa provoca una reazione notevolmente sproporzionata rispetto alla situazione che si sta affrontando. Per tale motivo il soggetto che presenta delle fobie evita accuratamente tutte le situazioni che potrebbero scatenare la sua ansia. Pertanto la sua vita sociale ne può risentire notevolmente. Ne sono un esempio la claustrofobia, l’agorafobia, la centrofobia.

Quando la paura è massima ed è carica di un presentimento di morte, si definisce panico. Questo per Galimberti è un “episodio acuto d’ansia caratterizzato da tensione emotiva e terrore intollerabile che ostacola un’adeguata organizzazione del pensiero e dell’azione”. 

Il terrore è la forma estrema della paura, di intensità ancora maggiore rispetto al panico, dove l’impulso a scappare è talmente elevato da ricercare una soluzione immediata: in questo caso l’individuo sceglie di ritirarsi dentro sé stesso. Il terrore è una vera e propria fuga verso l’interno, tanto che la muscolatura può paralizzarsi nel tentativo di ridurre la sensibilità dell’organismo durante la presunta o reale agonia.

La risposta alla paura parte da una regione del cervello, l’amigdala. Il nostro corpo entra così in uno stato di allerta, alla base dell’istinto di sopravvivenza

Le amigdale sono due piccole strutture a forma di mandorla situate in profondità nel cervello. Da qui, tutte le volte che ci troviamo di fronte a uno stimolo che è interpretato come minaccia, parte una complessa reazione a catena: vengono rilasciati ormoni dello stress, si attiva una parte del sistema nervoso (il sistema nervoso simpatico) coinvolto in quelle funzioni definite di «attacco o fuga». Il cervello entra in uno stato di allerta, le pupille si dilatano. Il respiro accelera. Aumenta anche la frequenza cardiaca, la pressione e il flusso sanguigno. Viene mandato più glucosio ai muscoli, mentre organi non vitali, come il sistema gastrointestinale, vengono messi in uno stato di ridotta attività. La concentrazione è tutta sul pericolo che si sta vivendo in quel momento, mentre tutto il resto viene accantonato. ( FONTE)

Utile alla sopravvivenza finché non diventa limitante per l’esistenza. Si può persino aver paura di se stessi, dell’ignoto o di Dio.

Paura degli spiriti dei morti. Paura delle tenebre. Paura delle tempeste. Paura delle bestie feroci. Paura del mistero femminile. Paura di sciagure, carestie, cataclismi, epidemie. Paura dell’ira di Dio, dell’apocalisse. E allora avanti con la caccia alle streghe. L’uomo ha sempre avuto bisogno di individuare qualcuno da temere (e punire) per dominare l’angoscia ancestrale.

La paura ha governato la storia umana nei secoli dei secoli. E cosi, sempre, sarà.

Toto diceva:

“Il coraggio non mi manca. È la paura che mi frega.”

In questo LXIX numero di Metis Magazine abbiamo voluto raccontarvi di ciò che più domina l’uomo durante lo scorrere della sua esistenza: la paura. Che cos’è? Perché ci accomuna? Possiamo dominarla?

 Come sempre abbiamo cercato di affrontare la tematica attraverso differenti argomentazioni intrise di numerosi spunti di riflessione unendo il tutto alle nostre immancabili rubriche e alle interviste esclusive. 

Senza alcuna pretesa di esser stati esaustivi, vi invitiamo a non perdervi questo originale numero di Settembre .

Buona lettura.



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