Sparta e Atene, le due città-stato più importanti della fine del VII secolo, rappresentarono due modelli diversi di organizzazione politica e culturale della Polis greca.
LA DEMOCRAZIA ATENIESE
«Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza.» (Pericle, discorso riportato in Tucidide, II, 37, 1)
Ad Atene si realizzò la democrazia (da demos, “popolo”, e kràtos, “potere”), fondata sulla larga estensione della cittadinanza e sulla partecipazione del popolo (adulti e di sesso maschile, dai 30.000 ai 50.000 su una popolazione di 250/300.000) alla vita politica. La democrazia ateniese fu la prima forma di governo attestata nella storia.
Clìstene, figlio di Megacle (della famiglia degli Alcmeonidi) e di Agariste, figlia del tiranno Clistene di Sicione, varò una riforma degli organi di governo dando ad Atene una costituzione democratica. Egli diede vita alla potente assemblea della bulé, diede maggiori poteri all’ekklesía e introdusse i principi del sorteggio, della rotazione e della collegialità delle cariche pubbliche.
Per evitare nuove tirannidi, il politico ateniese introdusse l’ostracismo: ogni anno i membri dell’ecclesìa (tutti i cittadini maschi con più di vent’anni) dovevano indicare i cittadini ritenuti pericolosi per la democrazia scrivendo il loro nome su un coccio di ceramica. Il cittadino che raggiungeva 6.000 voti veniva ostracizzato, ovvero obbligato a lasciare la pólis per dieci anni, pur non avendo commesso reati.
Fu con Pericle, figlio di Santippo del demo di Colargo e di Agariste, che la democrazia raggiunse la sua forma più compiuta. Dopo la sua morte avvenuta nel 429 a.C. circa, la democrazia ateniese fu interrotta da brevi parentesi oligarchiche, agli sgoccioli della guerra del Peloponneso. Nel corso del IV secolo, pur con alcune riforme, il sistema fu sostanzialmente mantenuto fino alla sua soppressione, avvenuta nel 322 a.C., per mano dei Macedoni.
L’OLIGARCHIA SPARTANA
A Sparta si preferì invece l’oligarchia (dal greco olígoi, “pochi”, e arché, “governo”) basata sul potere di una ristretta fascia di cittadini privilegiati. L’educazione militare impartita ai giovani spartiati, inoltre, ricopriva un ruolo fondamentale. Già a sette anni i bambini maschi venivano allontanati dalle famiglie per intraprendere un percorso educativo fatto di prove di resistenza fisica e psicologica al fine di formare una classe di guerrieri forti e audaci.
L’organizzazione politica si basò sulla costituzione di Licurgo, detta Grande Rhetra, che pose le basi per un governo oligarchico guidato da due re a cui spettavano poteri militari e religiosi. Accanto ai re vi erano:
- la gerusìa, o consiglio degli anziani, con il compito di fare le leggi e giudicare i reati maggiori;
- cinque èfori, magistrati eletti annualmente che si occupavano dell’amministrazione della città;
- l’apélla, assemblea cittadina con il compito di esprimere un parere sulle leggi proposte dalla gherusìa.
ATENE: PATRIA DI PENSATORI E FILOSOFI
Atene è ricordata per essere stata la patria di grandi pensatori e filosofi da Pitagora ad Aristotele da Socrate a Platone. Non è un caso se pittore Raffaello Sanzio dedicò alla “Scuola di Atene” l’omonimo dipinto. L’affresco, risalente al 1509-1511, si trova in una delle quattro “Stanze Vaticane”, poste all’interno dei Palazzi Apostolici.
SPARTA E LA SUA RIGIDA PREPARAZIONE MILITARE
Sparta è passata alla storia per la sua rigidissima preparazione militare che puntava a formare soldati invincibili e sempre pronti alle guerre. Sparta e Atene furono, nel corso del V secolo, prima alleate nella guerra contro i Persiani, e poi nemiche, contendendosi il dominio del mediterraneo nella guerra del Peloponneso (431 a.C. – 404 a.C.).
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