Accostare due parole insolite per stimolare la fantasia dei bambini è quello che Gianni Rodari proponeva ai suoi discenti per sviluppare le capacità testuali, lessicali e la propensione alla narrazione.
Un modo divertente, differente, e ancora attuale, per far sì che i bambini imparassero a confrontarsi con le proprie emozioni e con il mondo circostante e per stimolare l’apprendimento sotto forma di gioco.
Nella Grammatica della Fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie Gianni Rodari scriveva: «La parola singola agisce solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine, a scoprire nuove capacità di significare. Non c’è vita, dove non c’è lotta».
Due parole estranee, dunque, entrando in conflitto, sono capaci di mettere in moto la mente e dare origine a una storia, che può rivelare come in fondo, pur nella diversità di concetti scollegati e disconnessi, possa trovarsi un punto di incontro, anche generando paradossi.
Quelli del binomio fantastico sono termini mutuati dal linguaggio quotidiano e accostati al fine di produrre una struttura binaria che metta al centro la parola, considerata non tanto e non solo per il suo significato linguistico, ma piuttosto per il suo valore comunicativo.
Il binomio fantastico è alla base dello sviluppo del pensiero nel bambino, che impara a meravigliarsi delle sue capacità di immaginazione e invenzione e apprende l’importanza del pensiero divergente. E mai come in quest’era di massificazione delle coscienze, divergere può rappresentare un’ancora di salvezza.
Copyright foto: binomio fantastico
Categorie:MetisMagazine