Descrivere l’universo femminile non è cosa semplice. Quello delle donne è un mondo complesso, affascinante, peculiare.
Le donne sono detentrici di tradizioni millenarie, sono portatrici di esperienze, mediatrici importanti in ambito familiare, ma grazie alle importanti conquiste degli ultimi decenni hanno potuto affermare la propria personalità anche nel mondo del lavoro, dell’imprenditoria, della politica e in molti altri contesti da sempre accessibili solo agli uomini.
Le battaglie iniziate con il movimento femminista avevano la finalità di creare una nuova coscienza sociale, di condurre le donne sulla via della parità dei ruoli e dell’uguaglianza rispetto agli uomini. Eppure, nonostante i sacrifici delle nostre coraggiose antenate, ancora oggi sembra lontano il raggiungimento di quell’obiettivo.
Sempre più spesso il termine donna è accostato a quello di femminicidio, di violenza, sopruso, prevaricazione. Gli episodi di cronaca mettono in luce l’incapacità della nostra società di realizzare in concreto quell’obiettivo di parificazione e affermazione dei diritti tanto desiderato da quante diedero il via all’importante processo di emancipazione della donna.
Occorre una nuova cultura, bisogna imparare a costruire ponti, a generare collaborazione, a formare i più piccoli, a riconoscere l’importanza delle diversità. Occorre un nuovo Umanesimo.
Di universo femminile e delle sue mille sfaccettature parliamo con Emma Fenu, scrittrice, blogger, presidente dell’associazione “Cultura al Femminile” e naturalmente… Donna appassionata da sempre impegnata per l’affermazione dei diritti femminili.
Buongiorno Emma e benvenuta tra noi. Le va di raccontarsi ai nostri lettori? Chi è Emma Fenu?
Emma è una Donna complessa e giocosa, entusiasta e affidabile, passionale e coraggiosa, determinata e sensibile. Meravigliosamente imperfetta.
Come nasce la sua passione per la scrittura e cos’è la scrittura per lei?
Ho iniziato a scrivere saggi in ambito accademico, poi l’espatrio, dodici anni fa, mi ha privata della comfort zone e mi ha offerto la possibilità di riscoprirmi e realizzare il sogno di scrivere romanzi.
La scrittura è magia, disciplina, liberazione, elaborazione, dedizione e, infine, a pubblicazione avvenuta, comunicazione, confronto, crescita.
Dall’Italia alla Danimarca, passando per il Medio Oriente. Qual è il valore della resilienza in questo continuo processo di adattamento?
Ci vuole resilienza, sacrificio, capacità di adattarsi e reinventarsi. Bisogna rinascere senza perdere identità, conoscersi intimamente, evolversi, arricchirsi di diversità e custodire la memoria.
Nella società contemporanea le donne hanno portato a casa diverse conquiste dal punto di vista sociale e giuridico, eppure assistiamo ancora oggi a molte disparità di genere anche nei paesi più civilizzati. Trova vero questo assunto e come potrebbe eventualmente sollecitarsi una più concreta affermazione dei diritti delle donne al giorno d’oggi?
Credo in un femminismo inclusivo, che coinvolga non solo le donne, che abbia consapevolezza e gratitudine per le conquiste del passato e non smetta di creare ponti, di abbattere stereotipi soprattutto attraverso l’esempio e l’educazione, di promuovere la cultura, di difendere i diritti. Credo in persone che creino unione con l’obiettivo di fare rete, tessuto, trama, incrocio di mani.
Qual è lo stereotipo sul mondo femminile che le dà più fastidio?
Sono molti.
Cito le madri perfette, con figli perfetti e casa perfetta. La poca credibilità delle professioniste in alcuni ambiti e l’espressione “donna con le palle”, come se ci mancasse qualcosa per essere brave ed eccellenti e dovessimo sempre dimostrare di essere migliori in qualcosa che ci è estraneo: siamo l’Altro per eccellenza. Credo nella parità nella diversità.
Lei è insegnante di scrittura creativa, intesa come elaborazione di testi dando importanza a contenuti validi e originali e alla forma, quest’ultimo veicolo di comunicazione, e di scrittura espressiva, intesa come processo di cura della propria persona. Sappiamo che conduce anche laboratori di scrittura per donne che vogliono conoscersi, sentirsi libere, elaborare traumi e avere supporto, talora, in un percorso di psicoterapia. Com’è nata questa idea e in che modo la scrittura può curare il corpo e l’anima delle persone?
In realtà, scrittura creativa e scrittura espressiva non hanno un confine così netto: certo, nella seconda la forma e il sogno di pubblicare non sono contemplati, ma anche raccontando storie non autobiografiche, lo scrittore si denuda, si svela, accantona tabù e vergogne. Scrivere è sempre un’esperienza dolorosa e, infine, liberatoria.
In particolare, la scrittura espressiva mi ha salvata: sono una donna con endometriosi di terzo stadio e una infertilità non diagnosticata perfettamente che si è sottoposta a nove tentativi di procreazione assistita.
Non riuscire a diventare madre non mi ha mai fatto sentire meno donna o meno completa, ma è stato un lutto da elaborare e la negazione di un istinto viscerale.
Il mio primo romanzo inchiesta, “Vite di Madri”, nasce così, con la raccolta, attraverso un forum, di 152 storie di donne e la creazione di un gruppo segreto in cui la scrittura fosse forma di terapia. Poi quel testo, per decisione delle partecipanti, non è stato pubblicato e io ho elaborato 13 storie di maternità negata nel cuore o nell’utero e di capacità di superare le sfide più o meno difficili e uscirne vittoriose.
Siamo tutte Madri. Madri di progetti, creazioni, idee, sogni; madri dei propri partner, dei propri amici, della propria madre e soprattutto di noi stesse.
“Donne e Uomini contro il femminicidio” è il nome di una rubrica che conduce per Outbliette Magazine. Ci Racconta di cosa si tratta?
È una raccolta di quasi cento interviste, che continuerà, nelle quali viene chiesto a persone che hanno dimostrato interesse contro la violenza di genere in vari campi, anche artistici, di dare una definizione personale delle seguenti parole: femmina; femminismo; femminicidio; educazione sentimentale.
Nonostante alcune piccole divergenze nella definizione dei termini, tutti si sono mostrati convinti che l’abuso contro le donne debba essere sconfitto partendo dalla formazione dei bambini e delle bambine, sia in ambito familiare che scolastico, ma anche attraverso un superamento sociale dei falsi miti derivanti dal patriarcato.
Lei è la presidente fondatrice dell’associazione “Cultura al Femminile”, da cui l’omonimo sito web, che raccoglie articoli e recensioni, e la pagina Facebook, “Letteratura e cultura al Femminile”. Cosa c’è dietro questo progetto e qual è il pubblico di riferimento del portale e del gruppo social?
“Cultura al Femminile” si propone di diffondere la cultura sui social con recensioni, interviste, concorsi di prosa e poesia, corsi di scrittura, seminari storico, artistico e antropologici e, in presenza, in tutta Italia, con eventi interdisciplinari, spettacoli teatrali e metateatrali, convegni, conferenze, laboratori, presentazioni di libri e festival letterari.
L’associazione abbraccia e stimola la cultura in ogni forma rendendola strumento di affermazione dei diritti.
Particolare attenzione è dedicata alla letteratura sulle donne e per le donne, ma non solamente scritta da donne.
Vogliamo dare voce a quante per millenni hanno taciuto o sono state calunniate; riconosciamo che la differenza fra scrittura femminile e maschile non è nella forma, nei temi o nei generi: la differenza, come hanno sottolineato Dacia Maraini e Bianca Pitzorno, facendo riferimento a Virginia Woolf, è storica.
Le donne hanno consapevolezza, anche inconsapevole, che abbiamo lottato per averla tale voce, per affermarci, per uscire da prigioni d’oro o di ferro e che, nonostante il lungo cammino intrapreso, la strada continua.
Leggendo la sua biografia potremmo definirla senza ombra di dubbio una scrittrice e donna di cultura poliedrica: ha scritto saggi romanzi, fiabe, racconti e filastrocche. Quanto di autobiografico c’è nei suoi lavori? E tra questi, c’è un suo figlio prediletto?
I miei libri, tutti figli prediletti, raccontano di me, della mia luce e della mia ombra, delle mie passioni e indignazioni, della mia nostalgia di epoche mai vissute, della mia determinata speranza nel futuro, della mia coscienza di un presente duro, ma in cui si può trovare un percorso autentico di realizzazione e di comunicazione.
Raccontano di me anche quando non autobiografici, quando calati in altri contesti storici e geografici, quando i protagonisti sono solo uno dei miei tanti riflessi negli infiniti specchi della vita.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Sono tantissimi, mi inebrio di vita.
I più imminenti riguardano il rinnovamento e la crescita di Cultura al Femminile, i seminari e i corsi da tenere e da preparare, i numerosi e vari eventi culturali e sociali, in tutta Italia, da organizzare o a cui prendere parte attiva.
E poi c’è un saggio e un romanzo in fieri, un ennesimo master da conseguire e… altro. Altro che comincia a prendere forma, embrione bellissimo di molti ventri, e che ci porterà e vi porterà a seguire una meravigliosa avventura.
Che dire… Non vediamo l’ora! Grazie infinite, Emma, per essere stata con noi e per essersi raccontata in maniera così delicata e autentica. Conoscerla, sia pure virtualmente, è stato un grande piacere.
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