C’era una volta una ragazza, anzi, sarebbe più corretto dire, c’erano una volta tante ragazze: Norma, Carla, Marisa, Tina…
Queste donne hanno avuto un ruolo ben preciso tanto tempo fa, in un tempo di fuoco e disperazione che aveva nomi precisi: fascismo, dittatura, guerra, occupazione. Per molti il loro ruolo in quanto donne, era quello di stare a casa, essere mogli, madri e lasciare tutto il resto nelle mani degli uomini. Ma come disse una di loro un giorno:
Per cambiare il mondo bisogna esserci.
Questa donna era Tina Anselmi, simbolo indiscusso dell’emancipazione femminile. Allora insieme ad altre coraggiose donne si decise di non rimanere a guardare trasformando il loro status di angeli del focolare in partigiane.
Arrivarono tempi ancor più bui dove molte di loro pagarono con la vita la scelta di essersi ribellate. Lottarono duramente, sconfiggendo il Fascismo e conquistando la Repubblica. Ad un tratto un mondo era crollato e stava per emergere uno nuovo. Ma un’altra cosa stava per emergere: la consapevolezza per il genere maschile che le donne si battevano, sparavano, correvano con paura e coraggio proprio come loro. Erano uguali. Così, dopo la guerra, mentre a molti sarebbe piaciuto veder le donne ritornare al ruolo di 20, 50, 100 anni prima, silenziose ed obbedienti, bisognava prender atto che
La libertà non è un regalo ma una volta conquistata va difesa giorno per giorno.
Queste ragazze hanno continuato a battersi giorno per giorno per cambiare leggi e mentalità, nei giudici e nelle persone comuni. Ci sono voluti anni di lotte e sacrifici dove nuove generazioni di donne sono scese in campo per portare alto lo stendardo dell’emancipazione.
Vi sembrerà strano, ma hanno dovuto lottare persino per abolire leggi che davano agli uomini il diritto di picchiare la moglie (abolizione ius corrigendi 1956 ) o leggi che giustificavano lo stupro di una donna se seguito da matrimonio riparatore o concedevano attenuanti per il delitto d’onore( scomparsa del matrimonio riparatore e delitto d’onore 1981 ). Il gentil sesso non poteva scegliere di divorziare o scegliere di interrompere una gravidanza ( depenalizzazione interruzione gravidanza 1970 ). Di molte battaglie abbiamo visto il risultato solo ai giorni nostri. Abbiamo atteso che fosse il 1996 affinché la violenza sessuale fosse riconosciuta come crimine contro la persona e non contro la morale e il buon costume o solo nel 2009 lo stalking è diventato un reato perseguibile.
Ma non è finita qui: ci sono ancora tantissimi diritti non riconosciuti e non applicati come la parità salariale, per non parlare dei molteplici casi di violenza che ancor oggi si verificano come il femminicidio.
In alcuni casi nel mondo, abbiamo persino avuto un involuzione nel campo dei diritti duramente conquistati, se si pensa che di recente la Corte suprema USA intende votare per annullare la legge del 1973 che garantisce il diritto all’aborto negli Stati Uniti d’America.
‘’ Gridiamo forte alle donne e agli uomini di fare attenzione perché se dovessimo tornare indietro noi con i nostri diritti fondamentali, tornerebbe indietro tutta la democrazia italiana perché nel 900 il cammino delle donne è stato il cammino della democrazia.’’ – Carla Nespolo
Ci sono storie che finiscono con: e vissero tutti felici e contenti, ma come avrete capito, questa storia non finisce. Siate partigiane ogni giorno, per esser libere sempre.
In questo 87° numero di Metis Magazine abbiamo voluto parlarvi di un grande tema di cui non bisognerebbe mai e poi mai smettere di parlare: l’emancipazione femminile. Il tutto è stato affrontato cercando di dare ai nostri lettori diversi punti di riflessione su vari argomenti, arricchendo il numero con le interviste esclusive e le nostre immancabili rubriche. Senza alcuna pretesa di esaustività, vi invitiamo a non perdervi questo numero di Maggio.
Buona lettura.
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