Il fumetto è per definizione “una narrazione a disegni in cui il testo scritto è in gran parte limitato a dialoghi essenziali inseriti nelle nuvolette”. Uno strumento di svago per grandi e piccini che spazia tra tutti i generi letterari. Una via di fuga dalla dura realtà, basti pensare ai supereroi come Batman, Spiderman, Hulk, protagonisti assoluti del fumetto a livello internazionale, che con le loro storie continuano ad affascinare i lettori di tutte le età. Nell’arte fu l’artista Roy Lichtenstein, uno dei massimi e rigorosi interpreti della Pop Art, in contatto con Andy Warhol, ad unire per la prima volta l’arte pittorica al disegno commerciale, trasformandolo così in forma d’arte.
“Un giorno mi è venuta l’idea di mettermi a dipingere argomenti banali. Avevo già fatto qualche disegno di biglietto da dieci dollari e dei lavori con i cartoons alcuni anni prima, in un contesto astratto impressionista. Ho cominciato a inserire immagini di fumetti nascoste nelle mie pitture. Erano Topolino, Paperino, Bugs Bunny. Poi disegnavo piccoli topolini e altri pupazzetti per i miei figli, copiando soggetti dagli involucri delle gomme da masticare e riproducendoli in grande. All’inizio facevo cose pacchiane, non ero bravo come i fumettisti”.
Con queste parole, Roy Lichtenstein (1923-1997) sintetizza tutta la sua ricerca artistica. Egli parte dall’analisi di una qualsiasi vignetta, anche banale e poco significante, e ne ingigantisce a dismisura le dimensioni.
WHAAM!
L’opera del 1963, divisa in due pannelli e conservata al Tate Gallery di Londra, raffigura una battaglia aerea. Sulla sinistra troviamo un jet da combattimento americano che irrompe sulla scena lanciando un razzo che colpisce un aereo nemico presente sulla destra e provoca una fragorosa esplosione rossa e gialla. Oltre a una didascalia con riquadro giallo e lettere nere nella parte superiore sinistra dell’opera, troviamo in caratteri cubitali gialli, nella parte alta della tela. Il titolo del dipinto “WHAAM!” Il titolo infatti fa riferimento alla trascrizione onomatopeica che nei fumetti si suole fare dei rumori (nella fattispecie il boato dell’esplosione).
M-MAYBE
“Devo al fumetto il mio stile, ma non i temi”.
M- Maybe (A Girl’s Picture) è un’opera realizzata nel 1965. Apparentemente questo dipinto ha un titolo incomprensibile: esso fa riferimento semplicemente alle prime parole del relativo fumetto che, estrapolate dal contesto, non hanno alcun senso compiuto.
La bella ragazza, il cui volto carnicino è ottenuto accostando numerosissimi puntini rossi, secondo quanto avviene puntualmente nel procedimento tipografico di stampa, è infatti molto agitata e pensa quasi balbettando:“M-Maybe…”- “F…Forse era malato e non poteva abbandonare lo studio!
MR BRAINWASH
Thierry Guetta, conosciuto come Mr. Brainwash, è stato introdotto alla street art negli anni 2000 come videografo amatoriale. Ha inaugurato la sua prima mostra-evento “Life is Beautiful” a Los Angeles nel 2008 mentre nel 2009 ha creato la copertina dell’album Celebration di Madonna. Ma è grazie all’artista e collega Bansky che raggiunge il successo che lo vuole nel suo documentario “Exit Through the Gift Shop” (2010) . L’arte di Mr. Brainwash, influenzata da Bansky, suo amico, e da Andy Warhol e Keith Haring, è una caricatura della realtà circostante tra loghi, brand e messaggi pubblicitari. Nelle sue opere più importanti non manca il riferimento al fumetto e ai protagonisti della sua infanzia: non solo i supereroi della Marvel ma anche il cagnolino Snoopy, Mickey Mouse e Minnie e molti altri.
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