Trent’anni fa, il 19 luglio 1992, veniva ucciso a Palermo, in Via D’Amelio, all’altezza del civico numero 21, il giudice Paolo Borsellino, assieme ai cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. 57 giorni dopo la strage di Capaci, l’attentato avvenuto il 23 maggio 1992, in cui persero la vita il collega Giovanni Falcone, la moglie del giudice Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, saltati in aria per volere di Cosa Nostra. Trent’anni tra depistaggi e zone d’ombra, interrogativi ai quali le indagini e i tanti processi ancora non hanno dato risposta. Borsellino, insieme a Falcone, è diventato l’eroe simbolo della lotta contro la mafia. Per non dimenticare il suo operato e il suo esempio, vi segnaliamo cinque libri imperdibili. Per non dimenticare.
Piero Melati, Paolo Borsellino. Per amore della verità. Con le parole di Lucia, Manfredi e Fiammetta Borsellino, Sperling&Kupfer, 19,90.
Trent’anni in cerca della verità. Ancora oggi questa pagina buia della nostra Repubblica non conosce verità. Una battaglia portata avanti con dignità e determinazione dalla moglie di Paolo Borsellino, Agnese, e dai figli Lucia, Manfredi e Fiammetta. In queste pagine il giornalista e scrittore palermitano, Piero Melati, ripercorre la storia di una famiglia e del suo impegno per l’affermazione del «diritto alla verità» e allo stesso tempo, grazie alle tantissime testimonianze tra le quali spiccano i contributi inediti di Lucia e Fiammetta Borsellino, ci restituisce un ritratto corale del giudice-eroe Borsellino, esortandoci alla ricerca della verità e all’affermazione della giustizia.

Alex Corlazzoli, Paolo sono. Il taccuino immaginario di Paolo Borsellino, Giunti Editore, 10,00
“Taccuini Immaginari”, la collana che propone le biografie di grandi personaggi di ogni epoca tra artisti, scienziati, eroi e personaggi storici, dedica, in occasione del 30° anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, anche un volume sulla vita del giudice Paolo Borsellino. I brani, proprio come in un taccuino di viaggio, sono intervallati da disegni al tratto, per sensibilizzare i più piccoli alla lotta contro la mafia, per conoscere meglio la figura di Falcone e Borsellino.

Giuseppe Lo Bianco – Sandra Rizza, L’ agenda rossa di Paolo Borsellino. Gli ultimi 56 giorni nel racconto di familiari, colleghi, magistrati, investigatori e pentiti, ChiareLettere, 12,00
Lo Bianco e Rizza ricostruiscono gli ultimi 56 giorni di Borsellino con l’aiuto delle carte giudiziarie, le testimonianze di pentiti e di ex colleghi magistrati, le confidenze di amici e familiari, e ci restituiscono le pagine dell’agenda rossa scomparsa nell’attentato di via D’Amelio, in cui il magistrato siciliano appuntava le riflessioni e i fatti più segreti che riguardavano soprattutto l’indagine sulla morte di Falcone. A trent’anni da quelle stragi il mistero che circonda la sparizione dell’agenda rossa di Borsellino dal luogo della strage resta di fatto ancora tale. Questo libro spiega perché.

Alessandra Turrisi, Paolo Borsellino. L’uomo giusto, San Paolo Edizioni, 15,00
La giornalista palermitana, Alessandra Turrisi, racconta in queste pagine, la vita del giudice Borsellino, consegnandoci un ritratto inedito dell’uomo eroico e fragile con limiti, pregi, difetti, grandi slanci di umanità, ma sempre giusto. Un ritratto che si delinea tra gli altri anche grazie alle testimonianze di chi lo ha conosciuto come Diego Cavaliero, Giovanni Paparcuri, il cardiologo Pietro Di Pasquale, Cosimo Scordato, Matteo Frasca e Francesco Ficarrotta.

Enrico Deaglio, Il vile agguato. Chi ha ucciso Paolo Borsellino. Una storia di orrore e menzogna, Feltrinelli, 7,00
A Paolo Borsellino, spazzato via il 19 luglio 1992 da un’autobomba sotto casa di sua madre, in via D’Amelio a Palermo, piaceva citare dal Giulio Cesare di Shakespeare la frase secondo cui “è bello morire per ciò in cui si crede. Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. L’omicidio di Borsellino è ancora oggi, a distanza di trent’anni, uno di quei buchi neri della nostra storia recente, in cui, come in un gorgo, si annodano e si raccolgono tutti i misteri, i protagonisti, le inconfessabili verità di un paese che ha sempre avuto molto da nascondere, in primo luogo a se stesso. Il vile agguato di Enrico Deaglio, dedicato alla strage di via D’Amelio, narra proprio questo “una storia di orrore e menzogna”.

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