Alessandro Bertante torna in libreria con un avventuroso romanzo storico che ricostruisce una drammatica pagina della storia italiana.
In “Mordi e fuggi il romanzo delle BR” (Baldini+Castoldi, 18,00) lo scrittore e critico letterario Alessandro Bertante, autore di “Nina dei lupi” e “Gli ultimi ragazzi del secolo”, per citare i suoi romanzi più famosi, ci riporta negli anni del terrorismo italiano che ha occupato una lunga stagione della nostra storia recente.
Si parte dal 12 dicembre 1969 e dalla bomba scoppiata alla sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana, a Milano. Un evento che cambierà profondamente l’Italia costretta a vivere più di un decennio di violenza terroristica.
È il periodo noto come “anni di piombo”, in cui sigle terroristiche e gruppi eversivi di destra hanno minacciato attraverso attentati, stragi e uccisioni il nostro Paese.
Attraverso le vicende di Alberto Boscolo, ventenne proveniente da una famiglia normale, né ricca né povera, con il sogno di realizzare un proprio progetto politico, Bertante si sofferma sulla nascita e sull’ascesa delle Brigate Rosse milanesi, e sul sequestro lampo (durò soltanto venti minuti, da qui il titolo Mordi e fuggi) dell’ingegnere Idalgo Macchiarini, responsabile della ristrutturazione aziendale alla Sit-Siemens, il primo di una serie di rapimenti che avrebbero segnato la storia d’Italia per sempre.
“Mordi e fuggi, scrivevamo, aggredendo il presente. Colpire e scomparire per poi colpire di nuovo più forte, facendo breccia in un mondo ostile che poteva e doveva essere cambiato. Ma non c’era nessun futuro a nostra disposizione, nessuna domanda chiara, nessun dubbio che potesse mettere in forse le nostre sicurezze. C’era solo un esaltante presente, un presente che continuava all’infinito, colmando con la sua furia il nostro spazio vuoto”.
Un romanzo duro e avvincente che tra realtà e finzione delinea il ritratto di una stagione dimenticata.

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TRAMA
Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent’anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall’inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse.
I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa.
Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d’altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro.
In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo.
Un romanzo duro e avvincente, dal ritmo serrato e incalzante, che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.
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