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LA DISABILITA’ SUL GRANDE SCHERMO

La disabilità colpisce, secondo l’organizzazione Mondiale della sanità, circa il 15% della popolazione mondiale, più di un milione e mezzo di persone è affetta da svariate forme di disabilità o “diversabilità”, da quella sensoriale a quella fisica e intellettiva. Il cinema come forma d’arte ha voluto dar voce a varie tematiche ed esperienze di vita raccontando storie vere di persone che hanno dovuto affrontare sin da giovani condizioni o situazioni di vita complicate aiutandoci a riflettere sull’impatto che ha la disabilità sulla vita dell’individuo che ne soffre e di chi lo circonda.

Le pellicole più famose che hanno affrontato il tema della disabilità si ispirano a fatti reali come A beautiful mind di Ron Howard che racconta la vita di John Forbes, un matematico brillante, affetto da schizofrenia, con un quadro psicotico molto grave che non gli impedisce di proseguire la sua carriera e di ricevere il Premio Nobel; in Anna dei Miracoli, film del 1962 di Arthur Penn, viene raccontata la storia della sordo cieca Helen Keller e della sua insegnante che resasi conto dell’intelligenza di Helen,  decide di imprimere una svolta radicale alla sua educazione nonostante il parere contrario dei genitori, insegnandole a comunicare con i gesti e a diventare autonoma. La disabilità colpisce anche gli scienziati, infatti nel film La teoria del tutto di James Marsh, il più grande e celebre scienziato e fisico della nostra epoca Stephen Hawking la cui vita viene sconvolta dalla malattia, colpito di atrofia muscolare progressiva che gli impedirà le attività quotidiane, dal camminare al parlare, riuscirà a continuare la sua attività di scienziato, pubblicando anche il best seller “A brief history of time”; un film che parla invece della  sindrome secondo la quale il paziente è perfettamente cosciente ma non può muoversi o comunicare a causa della completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo, è Lo scafandro e la farfalla di Julian Schnabel titolo che definisce la condizione in cui si trova il protagonista che non smette di sognare, e definisce il suo corpo, appunto, uno “scafandro” che “non può impedire alla farfalla dell’anima di uscire e comunicare”. Tra i numerosi film, c’è poi uno in particolare che ha commosso tutti per la toccante storia e la sua interpretazione, si tratta di Forrest Gump di Robert Zemekis, un uomo nato in America con un disturbo cognitivo e una malformazione alle gambe che da una panchina racconta di tutta una serie di avvenimenti della storia americana di cui è stato protagonista, dallo scandalo Watergate al suo incontro con J.F.Kennedy, alla guerra del Vietnam o di quando è diventato una stella del football. Il successo di questo film sta nell’incredibile forza di volontà del protagonista, che ha la passione della corsa e a un certo punto decide di non aver più bisogno degli apparecchi ausiliari per le sue gambe, quindi comincia a correre, perché gli viene naturale come respirare e diventa inevitabilmente una leggenda.

Storie di sofferenza ma anche di speranza che insegnano, come sostiene Neil Marcus,  attore e drammaturgo attivo nello sviluppo della cultura della disabilità, che essa non è una prova di coraggio e forza per combattere l’ostacolo ma un’arte, è uno stile di vita pieno di risorse.

copertina

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