CULTURA

ROMA CITTA’ APERTA E LA NASCITA DEL NEOREALISMO

Francesco, Francesco…così gridava Pina, una popolana magistralmente interpretata dalla grande Anna Magnani nel film Roma Città Aperta di Roberto Rossellini, uccisa da un colpo di pistola nazista mentre corre dietro la camionetta dei soldati nazisti che hanno appena arrestato il partigiano, suo futuro sposo; una scena che è rimasta impressa nelle menti di tutti gli spettatori per la sua intensità e perché racconta realmente quello che stava accadendo a Roma durante l’occupazione tedesca del 1944.

Roma Città Aperta” è un film del 1945, considerato il manifesto Neorealista che permise al movimento di raggiungere una notorietà internazionale, segna la nascita del Neorealismo, una corrente cinematografica che si afferma negli anni della Resistenza che oltre a portare una rinascita culturale e politica intendeva trasmettere un desiderio di denuncia e di condanna nei confronti della Guerra; pertanto, il movimento neorealista raccontava con maggiore realismo e fedeltà le vicende quotidiane delle classi operaie, i suoi maggiori esponenti erano infatti convinti che il cinema dovesse mostrare e far conoscere la realtà che li circondava senza finzione.

Roma città Aperta – Roberto Rossellini

Nel cinema neorealista i film venivano girati per le strade e nelle campagne in quanto gli studi cinematografici all’epoca si erano trasformati in rifugi per gli sfollati di guerra, vedevano spesso in scena degli attori non professionisti che si mescolavano ai grandi divi dell’epoca e le inquadrature erano volutamente imperfette per renderle più veritiere; dal punto di vista narrativo, i film neorealisti descrivevano criticamente la situazione difficile attraversata dall’Italia in un modo così fedele alla realtà che alcuni di quei film possono oggi essere visti come documentari di un’epoca, basati su coincidenze e incontri casuali con finali volutamente aperti, lasciando così allo spettatore il compito di comprenderne il messaggio e di immedesimarsi in storie di vita quotidiana.

Il movimento neorealista vanta, oltre a Rossellini, autorevoli cineasti come esponenti, tra cui Luchino Visconti con La terra trema (1948), Paisà (1946) e Germania anno zero (1947), Vittorio De Sica con Ladri di biciclette (1948), Miracolo a Milano (1950) e Umberto D. (1951), e Giuseppe De Santis con Riso amaro(1949). Tra le figure più rilevanti dell’epoca ritroviamo anche lo scrittore e giornalista Cesare Zavattini, che scrisse diverse sceneggiature proprio in quegli anni e collaborò con Vittorio De Sica inLadri di bicicletteUmberto D. Miracolo a Milano.

Il Neorealismo ‘puro’ si esaurì dopo il 1948 perché il pubblico era stanco di vedere povertà e miseria sul grande schermo ma rimane il movimento più importante del cinema italiano per “l’uso di un linguaggio più diretto per dire le cose il più direttamente possibile” come sosteneva Rossellini ed è piaciuto alla gente, secondo Luchino Visconti, “ perché c’era della poesia nella nostra realtà.”

copertina

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