Nasce nel Salento un movimento culturale per invertire la tendenza allo spopolamento dei piccoli paesi. Una scuola di “restanza” che coinvolge organizzazioni, docenti, cittadini e istituzioni per ridare spazio vitale e proteggere questi luoghi fantasma dall’oblio, salvando meraviglie naturalistiche, tradizioni siano esse religiose, culturali, artistiche e culinarie.
“Un paese non è un aggregato di case, è un corpo che ti accoglie, è fatto di braccia e di occhi. Devi essere gentile, non ti deve scalciare, respingere. Dobbiamo far sì che questo corpo sia sempre più accogliente. Ogni paese ha il suo carattere, il suo umore, la sua bellezza. Sono cose preziose”. Franco Arminio
La Restanza. È la scelta di vivere il luogo in cui si è nati e abitarlo consapevolmente. È, secondo l’antropologo calabrese Vito Teti che ha coniato questo termine e ce lo spiega nell’omonimo saggio pubblicato per Einaudi «un fenomeno del presente che riguarda la necessità, il desiderio, la volontà di generare un nuovo senso dei luoghi. È questo un tempo segnato dalle migrazioni, ma è anche il tempo, più silenzioso, di chi resta nel suo luogo di origine e lo vive, lo cammina, lo interpreta, in una vertigine continua di cambiamenti. E’ il sentirsi ancorati e insieme spaesati in un luogo da proteggere e nel contempo da rigenerare radicalmente».
È, dunque, la forma di resistenza della popolazione del Mezzogiorno d’Italia che non se ne va ma riparte dalla terra con sacrificio e propositività. Lo sa bene Gianluca Palma che, partendo da una laurea in Scienze dello sviluppo, un Master in Management e Governance del Territorio, insieme all’associazione culturale leccese “La scatola di Latta”, ha ideato il progetto “Daìmon: la scuola per restare“.
Una scuola che non ha porte né finestre. Non ha compiti o attestati. Una scuola avveniristica e innovativa dove aule e banchi sono sostituiti da luoghi di apprendimento sparsi nei campi, nelle littorine, nei frantoi, nelle cantine del territorio pugliese e non solo.
“Abbiamo scelto di dare alla nostra scuola il nome Daìmon, dal greco δαίμων (demone), lo spirito guida che accompagnava gli eroi greci a compiere il loro destino, a realizzare pienamente la loro individualità, il loro essere eccezione. Daìmon era ed è il nostro demone: lo sguardo interiore che porta al riconoscimento. La nostra scuola è sempre aperta, itinerante, multidisciplinare, inclusiva, gratuita e accessibile a tutti. Una modalità che consente ad ognuno di noi di aderire metaforicamente a questa rete nazionale di persone che restano, che vivono in maniera circolare lo spazio e il tempo lavorando ad una ridefinizione continua dell’ambiente. Ognuno di noi può emozionarsi, entusiasmarsi nel vivere il proprio paese ogni giorno (o quasi), cogliendo l’invisibile, ciò che spesso ci sfugge, trovando nuovi significati, nuove idee, nuovi stimoli e obiettivi per migliorare il proprio territorio e migliorarsi. Una scuola con un abbecedario sentimentale dei luoghi che consente di creare reti, scambio di saperi e di avere una maggiore consapevolezza della situazione dei paesi e dei paesaggi d’Italia. Si riflette sullo spopolamento, un fenomeno sempre più in crescita nei comuni più piccoli e spesso collocato nelle aree interne, sulle possibili strategie per ripopolare i paesi per tutelarne la produzione agricola, culturale ed enogastronomica. Il primo passo da fare è imparare ad abitare se stessi, per poi provare a sviluppare una sensibilità civica, a non disperdere questo importante patrimonio”. Infine, continua Palma, “in linea con l’idea del progetto, non c’è una quota di iscrizione, si partecipa offrendo quello che si ha, un baratto in sapere, manufatti, tempo, ospitalità, prodotti o edificanti segreti per una re-stanza felice”.
Ma le storie racchiuse nella Scatola di Latta sono tante come le iniziative che la contraddistinguono: dalle passeggiate comunitarie agli aperitivi de “Le Tesi del Salento”.
“Fra le nostre iniziative, continua Palma, possiamo annoverare le passeggiate comunitarie destinate agli abitanti del posto e che ci hanno permesso, in questi otto anni, di visitare quasi tutti i 97 comuni e le 45 frazioni della provincia di Lecce senza tralasciare alcune esperienze realizzate fuori dalla regione pugliese, come in Molise, Calabria e in Basilicata. Gli aperitivi de Le tesi del Salento, rivolti ai laureati salentini nel mondo. Un modo per conoscere studi e ricerche di particolare rilievo e creare una comunità professionale mettendo in rete la realtà socio-economica con i laureati di ieri, oggi e domani.
Con il progetto Quante storie per una littorina, invece, si viaggia sul treno (littorina in molti casi) delle ferrovie Sud Est che collega i paesini delle province di Lecce con quelli di Brindisi e di Taranto. Questo mezzo di trasporto viene animato da artisti, poeti, psicoterapeuti, che accompagnano i viaggiatori a intrecciare il paesaggio visto dal finestrino – landscape – al paesaggio interiore – mindscape. Un viaggio di conoscenza di sé e dell’altro, dunque, nella cornice di un territorio da pensare e da ripensare. Un’occasione per far conoscere e sensibilizzare i residenti all’utilizzo del treno e un modo per spronare l’amministrazione pubblica/privata ad offrire migliori sevizi e collegamenti.
Lo Spaesario Salentino, invece, si rivolge ai viaggiatori (turisti “consapevoli”) per instaurare un rapporto più “intimo” fra luoghi e le persone. Se le passeggiate comunitarie della Scatola sono indirizzate soprattutto ai nostri “abitanti” con lo Spaesario Salentino l’attenzione si focalizza sui piccoli gruppi di “forestieri”. Durante il cammino, il viaggiatore potrà apprendere dai luoghi e dalle persone che incontrerà senza l’utilizzo di mappe o guide. Perdersi nei luoghi per ritrovarsi e meravigliarsi.
Il progetto LibrInScatola, per creare una piattaforma condivisa di conoscenza. In modo conviviale, gli ospiti presentano in una piazza, in una masseria, o in aperta campagna, in diversi luoghi, un proprio libro/opera, dialogano con un interlocutore e con i presenti.
Sono tutte iniziative, storie di grande pregio e valore sociale che meritano di essere ri-conosciute, difese e custodite gelosamente per tutelarne la memoria. Storie che asseriscono nuove immersioni nell’immaginario e che, in una immensa rete di scambi, attivano processi creativi che rimodulano il rapporto delle comunità con il territorio di appartenenza”.
Per informazioni www.lascatoladilatta.it
Copyright immagini: Gianluca Palma
Copyright immagine in evidenza: Sonja Kieser
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