
Uno dei più grandi pregi del videogaming è che permette di vivere avventure altrimenti impossibili da sperimentare in mondi di fantasia. È proprio l’immaginazione uno dei principali motori dietro la gratificazione che proviene dal videogioco: gli appassionati di postapocalittico, di cyberpunk o di sci-fi possono trovare ambientazioni in grado di soddisfare ogni tipo di fantasia, trasportando il videogiocatore nei mondi e nelle trame più particolari. Un aspetto che, sebbene trasversalmente diffuso nel mondo del videogioco, non ne esaurisce le sue manifestazioni: ci sono titoli che, pur limitandosi a riproporre giochi ripresi dalla vita reale, vantano comunque un notevole successo. Si tratta di versioni videoludiche di intrattenimenti vari che però, talvolta, aggiungono qua e là qualche elemento distintivo; tra giochi fisici e loro versioni digitali, insomma, possono esistere sia paralleli che differenze, naturalmente queste ultime ulteriori rispetto all’immaterialità degli adattamenti videoludici.
Il primo esempio da fare è anche quello più particolare: un videogioco di calcio. Particolare perché, a ben vedere, sotto alcuni punti di vista anche questo potrebbe essere considerato un videogioco in grado di far vivere avventure altrimenti impossibili: banalmente, non tutti i videogiocatori di FIFA possono disputare una stagione in Serie A. Considerando però un simulatore calcistico nella sua veste più essenziale, quella di videogioco basato su un gioco fisico, appare evidente un’importante differenza. Il videogioco, infatti, non si limita a riproporre l’esperienza di giocare a pallone, ma la espande: chi gioca a FIFA in effetti si avvicina più all’idea di allenatore che non di calciatore, avendo in ogni momento sotto controllo l’intero assetto tattico della squadra oltre che, ovviamente, decidere in merito a sostituzioni e così via. In questo caso, dunque, un videogioco che si discosta dalla sua controparte fisica.
Passando a conversioni videoludiche in senso più stretto, un ottimo esempio può essere visto nella roulette. Intramontabile classico da casinò, l’approdo di questi online ha di fatto dematerializzato e reso videoludici i loro intrattenimenti più iconici. Sempre tenendo a mente che non contano le ovvie differenze fisiche tra la roulette tradizionale e quella digitale, emerge che le due sono pressoché sovrapponibili in ogni loro aspetto: anche, e soprattutto, riguardo il loro gameplay casuale. Fra la roulette fisica e quella online, a prescindere da quale si scelga tra le diverse varianti offerte dai siti specializzati, i valori probabilistici viaggiano in totale parallelo: grazie ad algoritmi appositamente sviluppati, non si corre il rischio di esiti predeterminabili a priori, permettendo un grado di casualità sempre affidabile.

Impossibile poi non pensare agli scacchi, la cui storia videoludica meriterebbe un approfondimento a parte per i suoi legami con lo sviluppo delle intelligenze artificiali. In questo caso, basti pensare a come gli scacchi videoludici siano concettualmente differenti dalla loro versione fisica. Non tanto nel mulltigiocatore, dove invece le differenze sono nulle, quanto nella possibilità di giocare contro il computer. In questo caso, oltre all’ovvia immaterialità dell’avversario, è inevitabile sentirsi in una posizione di svantaggio rispetto alle possibilità di calcolo e di analisi di un computer, in grado di vincere un incontro completo contro un campione di scacchi già nel 1997. Questo ha immediate conseguenze sul videogioco: l’assenza di errore umano o di cali di concentrazione è una variabile centrale, che differenzia profondamente gli scacchi videoludici da quelli fisici.
Un ultimo esempio può essere visto nei giochi di fisica. Con questa generica etichetta di definiscono tutti quei giochi che, sfruttando un apposito motore di gioco, simulano nel titolo la presenza di forze fisiche. Non è certamente una loro esclusiva: ogni motore di gioco che si rispetti, da Unreal Engine a id Tech passando per Unity, include i propri strumenti per settare forza di gravità, attrito, accelerazione e così via; ma i cosiddetti giochi di fisica si basano solo su queste ultime per il loro gameplay. Tipico, per esempio, è far cadere dall’alto una sfera che, rimbalzando su varie superfici, giunga su un traguardo predeterminato. Immaginando di traslare tale scenario in un contesto reale, e tralasciando le ovvie particolarità che influirebbero su un sistema effettivamente fisico come temperatura o umidità, emergerebbe che tra la versione videoludica e quella reale non sussisterebbero differenze di sorta. Il valore ludico infatti, nell’una come nell’altra, sarebbe esattamente il medesimo, rendendo il videogioco un perfetto parallelo della versione reale.
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