Caro John, sono Laura, ho 29 anni, sento di avere un problema che mi ostacola nella vita di tutti i giorni. Ci sono momenti in cui invece di essere felice per quello che faccio, mi chiudo in me stessa e non voglio vedere nessuno, evito le relazioni sentimentali a lungo termine, le amicizie e mi ritrovo da sola a rimuginare, mi sento in colpa ed evito di condividere momenti di gioia con le persone che mi vogliono bene. Questa condizione sta diventando pesante per me, penso che non merito la felicità e non mi sento all’altezza delle situazioni. Vivo in un continuo stato di pessimismo perché so che dopo i momenti di felicità arriverà qualcosa di brutto. Puoi darmi un consiglio?
Cara Laura, questo stato d’animo che descrivi in modo molto preciso, ha un nome: cherofobia. L’etimologia della parola deriva dal greco chairo “rallegrarsi” e phobia “paura”, letteralmente significa dunque “paura di rallegrarsi, di essere felice”. Sembra un paradosso ma è qualcosa che riguarda molte persone che preferiscono chiudersi in un guscio che fa sentire protetti da minacce e pericoli. A causa di una visione distorta della realtà, infatti, il cherofobico percepisce le fasi della vita in cui si provano emozioni positive come un momento di estrema vulnerabilità. Questo disagio può essere curato con la psicoterapia, nella maggior parte dei casi, le cause della cherofobia affondano le proprie radici nell’infanzia della persona. La paura di essere felici, infatti, potrebbe essere legata ad un’esperienza traumatica come una delusione o un lutto che ha seguito un momento gioioso. Non so se è il caso tuo ma attraverso una maggiore consapevolezza di sé è possibile comprendere le ragioni che portano a evitare le emozioni piacevoli e ri-scoprire quanto la felicità sia frutto di un processo che parte esclusivamente da se stessi.
Puoi farcela!
John
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